Recentemente il Commissario straordinario della Asl Roma 5 Giuseppe Quintavalle ha presentato un nuovo modello di gestione delle liste di attesa per le prestazioni e di riorganizzazione dei servizi legati alle disabilità, da quelle logopediche a quelle cognitive a quelle fisiche. Il modello prevede, attraverso una piattaforma, una collaborazione attiva e costante con i privati e i privati accreditati che offrono gli stessi servizi sanitari e che rappresentano una risorsa aggiuntiva per i servizi sanitari al fine di arrivare ad una omogeneizzazione delle procedure e agende condivise all’interno di un più ampio intervento di sburocratizzazione. Un percorso di difficile attuazione sul quale non può essere tralasciato l’aspetto legato ad una migliore e maggiormente efficace informazione e comunicazione ai cittadini attraverso la redazione e la diffusione di guide dedicate elettivamente a questi servizi.
Una sfida davvero importante per la sanità pubblica stretta sempre più tra vincoli di bilancio, episodi sempre più frequenti di aggressioni agli operatori, clamori mediatici su casi presunti o reali di malasanità. Un mondo quello della disabilità che spesso non appare, non fa notizia, tranne che in situazioni di forte denuncia sociale perché è come se alla disabilità di un cittadino si accompagnasse il disagio di manifestare il proprio stato. Eppure la cronaca è piena di esempi positivi, di cittadini eroi, di testimonial che hanno fatto della propria disabilità un punto fermo per andare avanti e bene nella vita, rappresentando un esempio positivo. Eppure di disabilità si parla poco e quando se ne parla sembra quasi di affrontare una tematica secondaria, collaterale e non centrale nella vita quotidiana.
È di questi giorni l’iniziativa di un sindacato, la Cisl Nazionale, che ha presentato la decima edizione del Premio intitolato a Flavio Cocanari, il primo referente sindacale in Europa per le disabilità. L’intento della Cisl per questo anno è di avvicinarsi all’evento tornando a mettere il focus della nostra attenzione sulla centralità della persona per arrivare a proporre, anche all’esterno degli ambiti organizzativi del mondo sindacale, una epica narrativa capace di riconoscere, accogliere e accompagnare le persone in queste situazioni complesse di vita.
Per realizzare questo proposito, la Cisl ha chiesto a tutte le proprie federazioni e strutture di segnalare a livello centrale le storie di persone con disabilità o patologie gravi e ingravescenti , e le storie di non-autosufficienza che sono entrate in contatto con il sindacato di via Po nei variegati ambiti, ad esempio nel lavoro, attraverso un istituto contrattuale, nel territorio, attraverso i servizi, gli enti, le associazioni, ricavando da tale incontro almeno un elemento di positività per la propria vita.
“L’intento finale è quello di costruire una narrazione collettiva di questi volti e di queste storie, che aiuti a cogliere l’insieme di una proposta sindacale complessiva in relazione al mondo delle disabilità e generativa rispetto agli esiti che ne possono nascere”.
Una lodevolissima iniziativa per la quale, spiega il sindacato, non si è alla ricerca di casi eclatanti, ma del racconto di una presenza e di un accompagnamento quotidiano che rappresenti un meccanismo premiante rispetto alla vita della singola persona. Ci sembrava giusto riportare questa notizia anche con una punta di ammirazione per una proposta che non viene urlata e che merita attenzione, ascolto e piena collaborazione.
@vanessaseffer
Da L'Opinione
Mar 22