«

»

Set 28

Le “Beau Geste” dell’Aventino, di Maurizio Bonanni

Share

 

Le “Larghe intese” verso il binario morto? A quanto pare, i boatos allarmati di stampa e media ci dicono che, per il Governo Letta (Enrico), si annunciano giorni tempestosi, dato che, per Berlusconi e per la rinata Forza Italia, l’Aventino non è più solo un colle romano e il Parlamento è come le Mantellate (che sono solo “celle scure” del carcere storico di Roma). Ed è così che l’opinione pubblica (in verità, afflitta da ben altri problemi quotidiani, quali: i figli, la famiglia, le tasse, le generazioni di giovani senza lavoro, un’economia a pezzi..) assiste al possibile diluvio di dimissioni, praticamente a tutto tondo. La catena (assai poco virtuosa e, forse, scarsamente credibile..) funzionerebbe così: decaduto Berlusconi, per il complotto del “Bruto” senatoriale, con lui si allontanerebbero, dimettendosi, tutti i parlamentari eletti del (già defunto..) Pdl; dopo di che, Letta salirebbe al Colle (stavolta, il Quirinale) per dimettersi; poiché, da quel momento, il Parlamento sarebbe ingovernabile, Napolitano, mantenendo le sue minacce -chiaramente espresse all’atto del suo rinnovo di mandato al Parlamento in seduta congiunta-, si dimetterebbe a sua volta, rifiutandosi di mandare il Paese alle elezioni, con un sistema elettorale che si è ampiamente dimostrato del tutto fallimentare.

A quel punto, quanto reggerebbe il titolo “Italia” sui mercati internazionali? Praticamente, solo un nanosecondo, appena dopo l’apertura delle principali borse mondiali. Qualcosina mi dice, quindi, che la minaccia aventiniana sia da considerare alla stregua di un “Beau geste”, che gli eletti (ovvero, i “nominati” per grazia berlusconiana) in Parlamento farebbero in omaggio al “Capo”. Del resto, quello che conta davvero è il ritiro della delegazione Pdl dal Governo, dato che le dimissioni da parlamentare sono un fatto (giuridico) individuale, e i loro colleghi del Pd (più tutti gli altri: Sel, M5S, Scelta Civica, etc.) si divertirebbero un mondo a rifiutarle! Assisteremmo, così, a mesi d’inutili battaglie verbali, destinate a fare da blocco a tutta l’attività legislativa corrente, in un momento delicatissimo per l’economia e per i conti pubblici. Dovessimo arrivare allo “stallo” parlamentare, di sicuro ci cadrà sulla testa il macigno del commissariamento dell’Italia, da parte dei “geo-nani” (politici) di Bruxelles, che non esiteranno un attimo a inviarci -ricordate il caso greco e cipriota?- le loro “sturmtruppen”, con l’ingresso trionfale della Troika (Ue + Bce + Fmi) commissariale a Palazzo Chigi e (soprattutto!) a Via XX Settembre, felicemente accolti dal loro “uomo all’Avana”, Fabrizio Saccomanni.

Dunque, ci chiederebbe il marziano di turno: “Si tratta della solita cosa grave, ma non seria?”. Caro il mio Flaiano, non saprei davvero.. Non resta che esaminare, a questo punto, gli scenari possibili, a partire dalla premessa della (scontata) decadenza di Silvio Berlusconi da senatore e dal contestuale, immediato ritiro della delegazione del Pdl dal Governo. A questo punto, con o senza dimissioni dei parlamentari del Pdl, Napolitano avrebbe due scelte possibili (visto che, comunque, mai e poi mai, né lui né il Pd, garantirebbero un qualsiasi salvacondotto al Cavaliere, a seguito della sua rottura unilaterale sulle “Larghe Intese”). La prima -più improbabile, e alla quale si è già accennato- è quella di presentare le sue dimissioni irrevocabili da Presidente della Repubblica: una sorta di.. arma atomica, che farebbe, nel frattempo, implodere tutte le contraddizioni interne al centro sinistra e al centro destra, portando nell’antica residenza dei Papi -verosimilmente- il più feroce degli antagonisti storici del berlusconismo.

La scelta alternativa di Napolitano consisterebbe, invece, nell’accettare le dimissioni di Enrico Letta -senza voto di fiducia- e rimandarlo, per un nuovo Governo monocolore, alla prova del fuoco del Parlamento, con un programma di governo che conterrebbe un unico punto all’ordine del giorno: la riforma elettorale. Quest’ultima, anche nel caso delle dimissioni di Napolitano, sarebbe il primo (e, forse, l’unico obiettivo) del Presidente del Consiglio incaricato, designato dal nuovo Presidente della Repubblica. Quindi, facile prevedere che, in ogni caso, una maggioranza pro-tempore si formerà senza il Pdl, trovando un rapido compromesso -tra Pd, M5S e Sc- per la riforma urgente del Porcellum. E ci potete scommettere che le nuove regole saranno confezionate su misura per danneggiare le sorti elettorali della nuova Forza Italia.

Approvata la riforma, si aprirebbero le urne e prenderebbe il via una battaglia elettorale senza esclusione di colpi, guidata -per il centro destra- da un Cavaliere presente-assente, che potrebbe reclamare un voto plebiscitario, qualora i pm ne chiedessero addirittura, nel frattempo, la carcerazione preventiva. A questo punto, però, le incognite, per Forza Italia.2 si farebbero drammatiche. Se la sfida -com’è del tutto ragionevole presupporre- fosse tra “giustizialismo” e garantismo, quale dei due spiriti animali nazionali prevarrebbe? Il fatto di mettere a soqquadro il Paese, per le sorti di uno solo (pur trattandosi di un grande leader storico, come Berlusconi), non contribuirebbe, forse, ad allontanare altri milioni di italiani dalle urne?

FI, del resto, avrebbe il non facile compito di recuperare ben sei milioni di voti perduti dal Pdl nel 2012. Difficile, se non impossibile, con un Matteo Renzi in campo -pronto a ricostruire un fortissimo centro sinistra democristiano-, che dovrebbe guardarsi le spalle dalla dirompente protesta di M5S e di un Grillo spiritato, con gli occhi fuori dalle orbite, intenzionato a fare fuori sia la destra che la sinistra. Finita la giostra, che cosa resterebbe della futura governabilità? E se, poi, i grillini dovessero affondare il coltello nella piaga dei mali italiani e della devastante crisi economica che ci contraddistingue, chiedendo un referendum sull’euro, e ottenendo su questo loro cavallo di battaglia un nuovo, clamoroso successo elettorale, quanto ci metterebbe Frau Merkel a immunizzare la Germania dal contagio italiano, ponendoci ai margini dei processi decisionali della Ue? Siamo pronti a tornare a un’inflazione a due cifre, pur di recuperare la nostra sovranità monetaria? Meglio tener conto, prima di decidere per una rinuncia ai Trattati e all’Europa, di quanto ebbe a dire Steve Jobs a Obama, che gli chiedeva di riportare le strutture produttive a Silicon Valley, emigrate verso Cina e India: “Presidente, dalla globalizzazione non si può tornare indietro”.

E questa, infatti, è la sfida vera, da vincere nel futuro. Per farlo, occorre, da subito: smantellare lo Stato-badante, e tutte le lobby che si nutrono di spesa pubblica; rivoluzionare l’organizzazione del lavoro (magari sostituendo il 1^ articolo della Costituzione con il seguente: “L’Italia è una Repubblica fondata sulla Libertà”!); germanizzare la partecipazione dei lavoratori alle scelte e ai profitti di impresa; mettere per sempre in soffitta tutte le corporazioni sindacali, che paralizzano e ostacolano la rinascita di questo nostro disgraziato Paese! Parafrasando il famoso detto: “Il mio Regno, per un Cavallo vincente!”.

 Di Maurizio Bonanni

A scanso equivoci, preciso: Per "Nano", intendo il "geo-nano" di Bruxelles, come indicato nell'articolo.. Io, come sapete, parlo sempre di politica "alta", evitando sgradevoli riferimenti a persone..

MB

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Puoi usare i seguenti tag ed attributi HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito fa uso di cookie tecnici e di terze parti per il suo funzionamento. Per ulteriori informazioni sui cookie e su come eventualmente disabilitarli, leggere la Informativa estesa cookie. Proseguendo la navigazione, ricaricando questa pagina o cliccando sul link Accetta cookie si accetta quanto specificato nella Informativa estesa cookie. Informativa estesa cookie | Accetta cookie