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Feb 10

A passi felpati verso il declino, di Riccardo Cappello

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La via del mercato, che spazzerebbe via le corporazioni, è troppo rischiosa e nessuno intende percorrerla allontanandosi dalla riva degli interessi costituiti.  La burocrazia ed i suoi privilegi non si sfiorano neppure, le risorse si reperiscono introducendo nuovi balzelli ma senza toccare la spesa pubblica per non alienarsi il consenso dei ceti protetti e dei sindacati. Un governo soporifero,di sopravvivenza, incapace di incidere sulla radice del male.  Il Governo Letta vuole salvare il sistema non il Paese!  Come tutti i governi precedenti si guarda bene dall’affrontare i nodi strutturali che impiccano il Paese. Non casualmente solo due parole non sono mai presenti negli interventi del premier: concorrenza e mercato. l’Italia resta, quindi, in mezzo al guado tra il coraggio di fare le scelte impopolari della Thatcher e l’efficienza dello Stato di Colbert. La Thatcher, per cambiare il Paese, ha rotto lo status quo ed il modello di sviluppo fondato sull’appartenenza, ha liberato i cittadini dalle categorie e dalla tirannia della burocrazia statale rimettendo al centro l’individuo ed ha eliminato con un solo colpo ed in una notte tutte le45 contee metropolitane mentre noi da anni discutiamo sulle province! Quella “rivoluzione” ha gettato le basi di una moderna democrazia basata sul merito. In Italia abbiamo bisogno di qualcuno che si faccia carico di rompere lo status quo ma non possiamo certo estrarlo dal mazzo di coloro che sono incistati nel vecchio sistema di potere o tra i giovani allevati nella logica dell’apparato. Ormai, non si tratta più di ridurre le spese del Quirinale, ma di ridisegnare lo Stato cambiando il modello organizzativo della società. Non si tratta di eliminare alcune mele marce ma di sostituire il cestino che infetta e corrompe le mele che vi si introducono. Di Riccardo Cappello
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