Siamo con Francesco Visalli, autore dell'opera collocata, oltre due mesi fa, senza alcuna autorizzazione davanti al Circo Massimo. La curiosità di conoscere un artista di cui hanno parlato tante testate internazionali è tanta. Cominciamo con le domande. Come nasce il progetto "Inside Mondrian"?
È un progetto collaterale a quella che è la mia principale attività artistica, la pittura. Affonda le sue radici nella mia passata professione di architetto e probabilmente, a livello emotivo, cerca di trovare un legame. Inside Mondriaan, infatti, è uno studio che parte dalla pittura per approdare all'architettura. Si tratta di un progetto estremamente concettuale che, a fasi alterne, sto portando avanti da circa un anno e che non è ancora concluso. E' un'analisi teorica con la quale ho ricercato nuove matrici per una grammatica compositiva che, partendo dal piano bidimensionale pittorico e passando per una trasposizione tridimensionale applicata alla scultura, all'installazione, al design, trova compimento nell'architettura, dove si materializza attraverso la progettazione di edifici, in infinite possibilità compositive. Si tratta di una vera e propria "sublimazione" che, partendo da una visione astratta, diviene realtà materiale. In tal senso, l'opera di Mondrian, si presta perfettamente a questa ricerca, sia come percorso inverso, in quanto egli partì dal realismo per approdare all'astrattismo, sia come analisi concettuale del "principio", che nei primi del '900, ispirò il movimento olandese "De Stijl", per il quale sto cercando di trovare una evoluzione applicabile al contemporaneo. Una sorta di neoplasticismo e neorazionalismo attualizzato. Tutto questo si compie sul piano teorico e il "monolite bifronte" rappresenta un passaggio intermedio di "installazione scultorea" a livello sperimentale. Così come gli studi fin qui elaborati, ed in costante fase evolutiva, che trattano l'aggregazione di vari monoliti bifronte, creandone delle installazioni sotto forma di "standing stones". Ma i campi di applicazione dell'intera ricerca sono veramente infiniti e, ancorché concettuali, potrebbero anche trovare delle applicazioni pratiche. Come dicevo è un progetto in itinere e quando l'avrò terminato se ne potrà comprendere meglio il senso. Al momento sto elaborando degli studi che investono il campo del design ed una serie di progetti architettonici che spero di terminare quanto prima.
Raccontaci come ti è venuta l'idea di installare un'opera d'arte al centro di Roma senza chiedere alcuna autorizzazione.
Nasce in un arco di tempo durante il quale, con la curatrice del progetto Inside Mondriaan, Valeria Arnaldi, abbiamo visto l'ottusità, il lassismo, l'assenza, di chi ha in mano il potere e soffoca l'arte in generale e quella contemporanea in particolare. Nasce, dopo aver visto, nello specifico in questa città, che non si registrano fatti concreti a favore dell'arte. Dove permane un abissale vuoto istituzionale (ancorché ereditato) nel quale sta sprofondando uno dei nostri beni primari, nella totale assenza di un progetto culturale globale teso alla valorizzazione di questo immenso bene che, al momento, rappresenta invece l'ultima risorsa. Nasce, dopo aver visto che tutto questo penalizza fortemente anche tutti gli artisti che non riescono a manifestare liberamente la propria arte. Pensiamo a quanti artisti meritevoli che, venendo dal basso e non essendo "sponsorizzati", non possono esprimersi. Nasce, dopo aver visto la totale assenza di quel "fermento artistico", che invece esiste in altre città ad esempio Berlino, che proprio in virtù dell'immenso patrimonio di cui disponiamo, potrebbe fare da catalizzatore attirando artisti di tutto il mondo. Roma potrebbe veramente essere la capitale mondiale dell'arte, dove far confluire la libertà d'espressione di innumerevoli artisti, a qualsiasi settore essi appartengano, dalle arti visive, fino al teatro, cinema, musica e così via. Immaginiamo, solo come esempio, che la più importante fiera di arte contemporanea che si svolge a Basilea o Miami, si svolgesse a Roma. Insieme al fermento artistico, non porterebbe anche enormi benefici economici? Certo è un sogno, un'utopia, un ideale!! Ma a me è apparsa come una cosa concreta e realizzabile. Da qui quindi una provocazione di Valeria: occupa uno spazio, vedrai che nessuno se ne accorge, fallo come protesta contro questo stato di cose! Quella che al momento sembrava essere una provocazione quasi scherzosa e che Valeria non immaginava mettessi in atto, si è trasformata invece in un concreto atto di denuncia, di protesta, estremamente provocatorio. Con l'intento di scuotere questa situazione di totale abbandono e per invitare tutti ad una riflessione profonda sullo stato dell'Arte e della Cultura. Con la speranza, che poi, si faccia veramente qualcosa di concreto. Al di là della valenza artistica dell'opera che ho collocato, che sia piaciuta o no. Al di là delle critiche denigratorie, cose che lasciano il tempo che trovano. Sono solo pretesti per nascondere il vero significato di questa "incursione". Atto che ho compiuto senza alcuna velleità artistica, senza alcuna aspettativa di notorietà o trovata pubblicitaria.
Qualche aneddoto sulla notte di installazione dell'opera.
Veri e propri aneddoti non li ho. Sono stati momenti di tensione e concentrazione, non mi stavo divertendo, non l'ho fatto per gioco. Anche se, il giorno prescelto e l'orario, hanno consentito di operare abbastanza celermente e tranquillamente, difatti non passava nessuno. Posso solo dire che una volta terminato, ho mandato una foto a Valeria, la quale, non credendo ai suoi occhi è uscita di notte per andare a vedere! Gli aneddoti, in verità, se li è inventati qualcuno. Non so, ad esempio, da dove sia venuta fuori la "leggenda metropolitana" per la quale io e Valeria abbiamo vagato per Roma per intere notti alla ricerca della piazza dove collocare il monolite!! Mi sembra di vedere Asterix e Obelix (Valerix) con sulle spalle il monolite, che girano dicendo: dove lo metto, dove lo metto!! Non è andata assolutamente così. Ho fatto io autonomamente due-tre sopralluoghi (di giorno per altro) e un po' di studi su google maps per individuare l'area. Oppure, altra "leggenda metropolitana" che vuole una Valeria burlona, la quale avrebbe affermato: "in quella notte ridevamo tutti, sembrava una scena di Amici Miei". Non solo non lo ha mai detto, ma in quella notte non era neanche presente ed io, che ero lì, tutto facevo fuorché ridere!! Vabbè, diciamo che la stampa ama colorire sempre...fa folklore!!
Quale è il legame tra l'opera e il contesto urbanistico?
Come detto è stato un intervento volutamente dissacratorio, quindi non doveva avere alcun legame con il contesto. L'ispirazione è stata quella di posizionare un qualcosa che "sembra ma non è" con l'intento che si vedesse, ma che, per dimensioni e tipologia, potesse ingannare, facendo pensare che si trattasse di una esposizione di arte contemporanea in contrasto con lo scenario storico. Ovvio, quindi, che non esiste alcun legame. Diversamente, se l'avessi collocata in un contesto anonimo, non avrebbe avuto l'effetto desiderato. La riuscita è stata proprio quella di aver collocato il monolite in quel preciso punto, in pieno centro, sotto gli occhi di tutti, a pochi metri da vari centri di controllo, laddove non c'entrava assolutamente nulla e vedere trascorrere oltre due mesi senza alcun tipo d'intervento, concertone di capodanno compreso! Fino a che non mi sono autodenunciato. E tutto questo ha manifestato concretamente, la totale assenza delle istituzioni e la totale disattenzione nei confronti dell'arte e del patrimonio storico di cui disponiamo.
Quale sarà ora il destino del monolite? Cercherai un dialogo con l'amministrazione comunale?
Del destino del monolite non ho la più pallida idea. Giustamente rimosso, ora come primo obiettivo ho quello di recuperarlo, poi non so. Circa il dialogo con l'Amministrazione, posso dire che sono stato contattato dall'Assessore Barca che voleva sapere i motivi del mio gesto. L'ho incontrata e le ho spiegato ogni cosa. Tutto qua.
I tuoi progetti per il futuro.
Incursioni tipo queste, mai più! Queste sono cose che si fanno una sola volta nella vita. All'epoca della sua messa in atto, era un progetto per il futuro, per accendere la scintilla perché si costruisse un nuovo presente. Con grande dispiacere, mi pare che sia servito a nulla. Per quanto riguarda me personalmente e la mia attività artistica, svanirò così come sono comparso, almeno in questa città. Continuerò a portare avanti la pittura, i progetti nei quali credo, cose che farò per me perché mi fanno star bene. Ritirato in silenzio da qualche parte, senza apparire e senza clamori. Non solo perché lo desidero, ma anche perché non voglio che si pensi che ho fatto tutto questo per pubblicità...lo dico veramente, non so cosa farmene della notorietà. Non ho brame di questo tipo. Le opere che realizzo, i progetti che porto avanti ed anche la "performance" del Circo Massimo, non sono per questo tempo, ma per chi verrà! Sarà la storia a stabilire se valgo.
Di Simone Di Tommaso da MP News