Nov 25
Regioni “Kaputt”? Di Maurizio Bonanni
C'era una volta la "Politica", recita il Prologo. Scomparso anche il buon giornalismo, impersonato ancora da qualche panda di razza, abbarbicato al suo albero del pane, sempre più isolato nel suo maniacale perfezionismo. Perché, diciamoci la verità, mai come ora il livello è estremamente scarso, dato che per fare l'una (la politica) e l'altro (il giornalismo) bastano solo le chiacchiere. Nessuno che vada a fondo dei problemi reali, perché costa fatica, impegno e studio: qualità che non sono per nulla apprezzate da un elettorato stanco e disilluso. Come dare torto ai nostri concittadini, che passano da un.. Tassator cortese a un altro, sempre più scostumato e avido? Ci voleva poi tanto a scoprire che il potere è una giostrina di paese, dove scendono e salgono sempre e soltanto i soliti "noti", per spartirsi, a turno, le poltrone disponibili? Intanto, talk e quotidiani tracimano dei peana e delle lacrime di coccodrillo, per un'astensione che, nella felice isola rossa emiliana, terra di Peppone e Don Camillo, ha sfiorato quasi i due terzi dell'elettorato.
Siamo, quindi, giunti al fondo della buca di potenziale, che ci intrappola senza via d'uscita? A sentire il Segretario del Pd, tout va bien, Madame la Marquise: vinciamo noi, e tanto basta. Poi, diciamoci la verità: perché stracciarsi le vesti, per il crollo di un'affluenza che, in caso di grave conflitto sociale, potrebbe tornare ai numeri plebiscitari degli anni '60? Visto che nessuno gradisce, o se la sente, provo fare io l'Avvocato del Diavolo. Prima questione: servono i Partiti? Secondo aspetto: il mito della democrazia plebiscitaria e del suffragio universale è definitivamente superato, in questa società liquida? Terzo e ultimo corno del problema: come ridare tutto il potere al cittadino, rivoluzionando la funzione di rappresentanza? Provo a rispondere, rispettando la sequenza che mi sono autoimposta. In Italia, i Partiti, da risorsa della società, si sono trasfigurati e degenerati nella sua malattia incurabile! Un vero cancro, un tumore maligno che ha metastizzato ovunque, laddove ci sia un centro di potere da presidiare, raccomandazioni, prebende e favori da spartire. La morte civile, come si è visto.
I sistemi elettorali, le candidature, le primarie, sono tutte armi offensive, puntate contro il cittadino inerme e indifeso, che da molto tempo non è più in grado di selezionare una classe politica e dirigente, degna di rispetto. Dove sono, infatti, in questo sistema al collasso, i filtri invalicabili, che selezionino rigorosamente, per elevata preparazione intellettuale, morale ed etica, i leader presenti e futuri di questo Paese? Da tempo, basta entrare in qualche.. cerchio magico, per essere elevati e cooptati negli incarichi più prestigiosi di questa Italia repubblicana. Storicamente, quale differenza vedete voi con il passato, rispetto al potere assoluto dei re e alla prepotenza del notabilato? Pertanto, l'astensione contiene in sé un ragionamento implicito, ma chiarissimo, del tipo: "è inutile andare a votare, perché, intanto, non cambia mai niente". Ovviamente, poiché comanda soltanto chi vota, si rischia una forte concentrazione dei poteri, a favore dei gruppi politici più coesi, che possono contare sulla fidelizzazione di una minoranza elettorale, destinata a pesare come una maggioranza relativa vera e propria, in caso di un elevato tasso di astensione.
Quindi, l'attuale deriva della rappresentanza vede in crisi profonda il principio della democrazia rappresentativa, dato che, ormai, non sono i cittadini, bensì gli "interessi" (soprattutto, quelli della finanza internazionale) ad aver diritto di rappresentanza. Del resto, in una società liquida (a-ideologica) non esiste più la stabilità del voto, visto che ciascuno di noi, inseguendo esclusivamente il proprio interesse particolare, punta sul cavallo che, in quel momento, gli appare vincente. Da molti anni, preconizzando la crisi attuale, sostengo che occorra disaccoppiare rappresentanza e funzione di governo, sorteggiando la prima (previa verifica della necessaria competenza, da parte dei sorteggiandi, scelti nel rispetto dei tre parametri fondamentali della classe d'età, del sesso e del territorio), ed eleggendo direttamente il Primo Ministro, in base a un programma di Governo, che godrà di opportune corsie preferenziali, per una sua rapida discussione e approvazione parlamentare.
In questo rivoluzionato quadro istituzionale, il Presidente della Repubblica avrà un ruolo fondamentale di mediazione tra potere legislativo ed esecutivo, conservando i poteri di scioglimento anticipato dell'Assemblea, che può essere richiesto, motivatamente, dal Primo Ministro. Nel nuovo sistema, la Balance of Power deve, necessariamente, prevedere un rafforzamento significativo dell'iter delle leggi d'iniziativa popolare, in modo da far ridiscendere verso il basso il potere reale delle scelte collettive. Ecco, non mi sembra granché difficile moralizzare la politica, restituendo al Cittadino le sue prerogative sovrane.
Di Maurizio Bonanni