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Dic 16

I giovani professionisti e il miraggio della pensione…di Riccardo Cappello

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Gli aspiranti avvocati devono pagare, tacere e sperare di poter percepire una pensione che sarà certamente non commisurabile ai contributi corrisposti. I quali, previsti come condizione di esercizio, sono dovuti anche da chi non ha reddito: i debiti dei padri li pagano i figli. Purtroppo, non abbiamo ancora ascoltato l’autocritica di un presidente di una delle tante casse che abbia ammesso che, forse, ci si poteva, e doveva, muoversi diversamente. Il perverso coniugio fra cassa e ordini ha fissato il principio che l’unica garanzia per la stabilità sarebbe la pianta organica, il numero chiuso e l’immobilismo. Ma l’Europa ce lo impedisce. E allora ?. Gli iscritti sono sempre meno, i redditi sono in costante calo e le Casse, benché private, sono assoggettate alla spending review e subiscono gli stessi tagli degli enti pubblici. Questa è la conseguenza dell’aver difeso un ruolo pubblico, che ha posto l’avvocatura sotto il tallone dell’esecutivo, piuttosto che pretendere l’assimilazione dell’esercizio professionale all’attività d’impresa e la natura privatistica degli ordini per liberarsi dalla contiguità con la politica. Ad aggravare la già precaria condizione delle Casse è intervenuta anche una recente sentenza della Cassazione (n. 17892/2014) che, salvando i diritti acquisiti, rischia di far scoppiare una guerra generazionale. Infatti, la Corte, accogliendo il ricorso di un ragioniere che aveva chiesto di andare in pensione con il vecchio sistema retributivo, costringe la Cassa di previdenza dei ragionieri a sborsare ogni anno oltre 17 milioni di euro in più, facendo saltare i vecchi calcoli. Inoltre, se tutti i ragionieri pensionati facessero ricorso la Cassa dovrebbe tirar fuori circa 200 milioni di euro di arretrati. Peraltro, questa decisione impedisce di apportare correzzioni al meccanismo: Il principio introdotto, secondo la quale gli interventi retroattivi non possono essere giustificati neppure da un interesse generale, riguarda solo la cassa dei ragionieri ma potrebbe avere effetti anche sulle altre casse sulle quali pende la minaccia di una valanga di ricorsi. Per non alterare l’equilibrio delle Casse la Corte avrebbe dovuto decidere in funzione dell’effetto: ma, evidentemente, se lo facesse travalicherebbe il suo ruolo. Forse, nelle passate gestioni, sono mancate prudenza e lungimiranza o forse si è esagerato con le spese di rappresentanza, comunque il sistema non regge più ma ancora si rifiuta di disancorare le professioni da ogni intervento statale. Per avere la pensione ogni giovane dovrebbe, metaforicamente, far fuori un pensionato a meno che non si decida di abolire l’età pensionabile !
Di Riccardo Cappello, Il Cappio
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