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Gen 12

L’orgoglio di essere italiani? Di Riccardo Cappello

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Il messaggio del Presidente della Repubblica non era rivolto a tutti ma solo a coloro che sono discrezionalmente chiamati a contribuire allo sviluppo di un Paese che degli altri si ricorda solo quando si tratta di pagare le tasse. Orgoglioso dell’italianità può essere Lapo Pistilli “gettato” da Renzi alla vicepresidenza dell’Eni dalla quale, può prevedersi anche senza la palla di vetro, magari per l’intervento di qualche solerte magistrato e senza colpo ferire, andrà alla presidenza di un Ente che vale almeno tre ministeri. Perché dovrebbero essere orgogliosi della propria italianità i tanti che emigrano in cerca di opportunità e di quelle gratificazioni che l’Italia riserva ai suoi figli peggiori ?

Può sentirsi orgogliosa l’economista Maristella Botticini, chiamata ad insegnare alla Boston University ma esclusa dal concorso bandito dall’Università di Modena da una commissione, i cui membri, possedevano meno titoli di lei ? Come può rivendicare l’italianità Massimo Zevia il ricercatore che, arrivato a 56 anni senza riuscire ad approdare ad una cattedra universitaria, ha inviato il curriculum e dopo un colloquio ha ottenuto la cattedra all’Università di Cambridge ? Perché dovrebbero sentirsi orgogliosi di essere italiani Mark Dincecco, Alessandro Nuvolari e Giovanni Vecchi che, nel recente 2014, erano esclusi dall’insegnamento accademico pur vantando un curriculum largamente superiore a quello dei membri della commissione esaminatrice. Una bocciatura che suscitava l’appello, rivolto al ministro dell’istruzione ed al premier Renzi, da dodici autorevoli esponenti del mondo accademico (da North, Premio Nobel per l’Economia a Broadberry, professore alla London School of Economics a Williamson, già capo del Dipartimento di Economia ad Harvard). I quali manifestavano il loro sdegno per “la bocciatura di tre candidati con un eccellente curriculum ben noti fuori dall’Italia per le loro pubblicazioni, gli interventi a conferenze e seminari, gli articoli per importanti riviste e la collaborazione a progetti di ricerca internazionale …. mentre a superare l’esame erano candidati con un curriculum assai limitato”. Ma gli appelli non servono in un Paese in cui pubblico e privato si confondono ed in cui non esiste alcun limite alla discrezionalità politica. C’è molto da vergognarsi e poco da essere orgogliosi di un Paese in cui ognuno è costretto ad appartenere a qualcun altro. Questo  non è un paese ma, come scriveva Montanelli, il rimpianto di un paese.

Di Riccardo Cappello, Il Cappio

 

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