Il 26 giugno del 2016, alla vigilia del 36° anniversario della strage di Ustica, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dichiarava: “ Rimuovere le opacità persistenti”.
Abbiamo sperato che, finalmente, ci fosse una presa di posizione netta ma, ancora oggi, sull'“opacità” grave della falsa radiazione del Capitano Ciancarella dalle forze armate non si è tentato minimamente di riportare la trasparenza.
Eppure falsificare un atto di radiazione e soprattutto la firma di un Presidente della Repubblica (allora era Sandro Pertini) dovrebbe essere, a nostro avviso, una delle prima opacità da ripulire con molta energia, visto che già la sentenza del Tribunale di Firenze, ha levato ogni ombra di dubbio.
Si sono citate, come in tutte le ricorrenze, le 81 Vittime, si sono usati i soliti verbi coniugati al futuro e quindi, come nella migliore tradizione italiana, si è tornati a casa come chi va alla messa di Natale, con tutti i buoni propositi e la coscienza a posto per essersi battuti il petto pubblicamente, mondi di tutti i peccati.
Ma per coloro che da anni cercano la Verità a tutto tondo non c’è spazio né nelle sedi istituzionali, né sulle maggiori testate italiane (ma siamo nelle retrovie per libertà di informazione e questo è noto).
Probabilmente il Presidente della Repubblica, che era Ministro della Difesa quando era stata appena depositata la sentenza ordinanza di Priore e che ordino' un'inchiesta a livello disciplinare sul generale Cavatorta e sui radaristi di Marsala inerente al loro comportamento nella vicenda di Ustica, non considera che nella strage di Ustica le Vittime sono più di 81.
Ma questo lo dimenticano in tanti e quel che è più grave, molti lo negano e quelle morti legate alla strage le definiscono coincidenze.
Eppure a noi sembra lapalissiano che un numero così alto di morti tra chi ha avuto a che fare anche indirettamente alla sera del 27 giugno 1980 non può semplicemente definirsi frutto di un disegno del destino cinico e baro.
Per non parlare poi che neanche la sfortuna più totale avrebbe consegnato alla storia la perdita dei tracciati radar a Boccadifalco di Grosseto e il rogo del registro del controllore del traffico aereo dei voli su Grosseto compreso il 27 giugno 1980. (tracciati di quel radar dietro al quale si trovava il Maresciallo Mario Alberto Dettori ... "suicidato").
In Italia si sono fatte commissioni di inchiesta per molto meno eppure per tutte queste strane coincidenze niente. Neanche la voglia di scoprire come e perchè si è arrivati in questo Paese a radiare un Capitano dell’Aeronautica Militare.
Un assordante e immobile niente.
Sembrava che un alito di vento si stesse alzando quando la propaganda di Stato dichiarò la declassificazione del segreto di Stato sulla strage di Ustica.
Ma a noi gli aliti di vento non bastano per alzare le vele e siamo andati a darci un'occhiata, fiduciosi che finalmente si potesse, tanto era stata definitiva la dichiarazione.
Ma, guarda un po', la documentazione non è stata resa interamente pubblica visto che sulla strage di Ustica molti documenti non è possibile consultarli perché coperti dal segreto militare.
Un bel gioco delle tre carte...Giusto per fare un esempio:
- C’è ancora il segreto di Militare sulla documentazione inerente all’esercitazione militare che si svolse con l’Awacs, i caccia militari di Grosseto e Cameri, il Pd 808 , ll C47 , il Mig inoffensivo. (Dietro il radar a Poggio Ballone c’era Mario Alberto Dettori).
-Non esistono o non sono consultabili o sono secretati i verbali di distruzione dei volumi con le strip dei piano di volo e progresso volo dei voli di Cameri , Grosseto, Pisa, Pratica di Mare, Licola e Marsala.
- Non sono consultabili i registri della R.i.v di Roma, la maggior parte dei registri e della documentazione radaristica nelle basi aeree militari italiane di Cameri, Grosseto, Pisa, Pratica di Mare, Licola e Marsala, i libretti di volo di chi partecipò all’esercitazione militare: l’Awacs Usa, i caccia di Grosseto e Cameri, il Pd 808 , il C47 e la documentazione del pilota del Mig.
Al Presidente della Repubblica, al Governo Italiano e al Parlamento tutto chiediamo se davvero, come dicono ad ogni commemorazione, si vuole far luce sulla strage di Ustica.
Perché se la risposta è un si allora la documentazione deve essere tutta consultabile e si deve dare la possibilità alle famiglie (quelle delle vittime che non vengono considerate tali) di far luce sulla morte per “suicidio” e/o “incidente” dei loro congiunti.
Il silenzio delle principali testate giornalistiche e televisive favorisce la possibilità a chi di dovere di non rispondere.
Come chi sta sicuro nella propria tiepida casa, che tanto non è successo a me.
La responsabilità della mancanza di verità nei buchi neri della storia italiana risiede tutta in una mentalità diffusa che consente ingiustizie e copre i colpevoli, che consente di far finta che non ci sia qualcuno che fa domande, anche quando quelle domande vengono urlate.
Ma noi continueremo a fare domande e a cercare risposte e ognuno si dovrà assumere le responsabilità politiche di tanta retorica commemorativa non seguita da fatti concreti.
Associazione Antimafie Rita Atria
Io ho un concetto etico di giornalismo. Un giornalismo fatto di verità, impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, sollecita la costante attuazione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo si fa carico di vite umane. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare, le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze, che non è stato capace di combattere."
Giuseppe Fava
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