M5S all’Ars: “Il cavidotto sottomarino è la soluzione più razionale dal punto di vista economico e ambientale. Ora, tavolo tecnico che coinvolga comitati di cittadini”.
Palermo 21 marzo 2017 - Dopo un lungo braccio di ferro tra comitati e cittadini di Favignana e la SEA Imprese Elettriche Minori di Favignana, è stato sospeso l’iter per l’approvazione del progetto sull’ampliamento della centrale elettrica che sarebbe dovuta sorgere a circa 350 metri dal mare di Cala Azzurra e a 500 da quello del Bue Marino. A darne notizia è il deputato regionale M5S Giampiero Trizzino al termine dell’audizione in commissione ambiente tenutasi oggi all’Ars in cui era tra i punti all’ordine del giorno proprio la proposta di ampliamento della centrale elettrica a gasolio sull’isola trapanese. “Con quello che costa ai contribuenti, basterebbe un solo anno di rimborsi che la SEA percepisce della Cassa Settore Elettrico Ambientale, ovvero circa 12 milioni di euro, per costruire un cavidotto sottomarino da Trapani all’isola ad impatto zero”. L’audizione, fortemente voluta anche dal senatore M5S Maurizio Sant’Angelo ha visto la presenza tra gli altri del sindaco di Favignana, di un dirigente dell'assessorato al Territorio e Ambiente e del dirigente dell'assessorato Energia e Rifiuti Domenico Armenio. “Possiamo ritenerci soddisfatti - aggiunge Trizzino - perché nonostante la società SEA ritenga che la costruzione della centrale non sia impattante, in realtà gli effetti sull'ambiente sarebbero di certo significativi, considerando anche che con il costo di costruzione dell’elettrodotto sommerso, da realizzare peraltro una sola volta, si spenderebbe meno di un terzo di quanto ha incassato la Sea in tre anni, ovvero circa 40 milioni di euro dal 2013 al 2016. Dopo questa prima risposta positiva - sottolinea il deputato M5S - chiederemo la ripresa del tavolo tecnico che coinvolge anche i comitati dei cittadini per realizzare un cavidotto sottomarino che rispetti sostenibilità ambientale, le esigenze di approvvigionamento dell'isola ed il mantenimento dei livelli occupazionali”.
Marco Benanti