Così scriveva allora Anna Maria Mozzoni, riconosciuta all’unanimità come una delle intellettuali italiane più famose all’estero, all’on. Zanardelli nel 1881:
Illustre signore,
L’uomo e la donna, voi affermate, non sono chiamati agli stessi diritti e doveri, agli stessi lavori, alle stesse fatiche.
Chi ve lo ha detto on. Zanardelli? Qual Dio ve lo ha rivelato? Il contadino e la contadina non lavorano entrambi la terra? L’operaio e l’operaia non faticano entrambi pel pane quotidiano in mille modi diversi? Ii maestro e la maestra non insegnano tutti e due? L’artista uomo e l’artista donna, lo scrittore e la scrittrice, il professionista e la professionista non compiono gli stessi offici? Che la generalità degli uomini si dia di preferenza a funzioni che vogliono la forza, e la generalità delle donne s’impieghi di preferenza in lavori di pazienza e di destrezza, altro non significa se non lo spontaneo apprezzamento della propria forza fisica; apprezzamento che ogni individuo fa per proprio conto e che nessuna legge può regolare. Nelle funzioni nelle quali gli uomini si trovano soli, potete impugnare che non lo siano perché le donne ne furono escluse da leggi fatte dagli uomini? ..
Fa sorridere e rabbrividire al tempo stesso leggere le sue parole oggi e rendersi conto che nulla o troppo poco è cambiato, se ancora oggi stiamo qui a proporre la doppia preferenza di genere come un traguardo, rivendicandolo quasi in punta di piedi, sottovoce, quello che nessuno può impedirci di pretendere: gli stessi diritti.
Nulla o troppo poco è cambiato se ancora oggi tocca scorrere fino in fondo una lista dei candidati per trovarvi il nome di una donna, relegata, suo malgrado, al ruolo di comprimaria anche dagli atteggiamenti fin troppo discutibili di alcune esponenti del “gentil sesso” che hanno finito per svilire la Politica trasformandola in un esercizio di Burlesque, negando il giusto riconoscimento all’impegno di tutte quelle donne per cui la Politica è passione senza sottomissione, è partecipazione senza commissione.
Nulla o troppo poco è cambiato se oggi le donne del movimento “Se Non Ora Quando” prendono carta e penna per scrivere ai presidenti di partito, o quel che dei partiti rimane, per ribadire che non daranno il loro voto a chi non presenterà liste con il 50% delle donne tra i candidati.
Perché alle donne la Politica piace, ma hanno ben chiaro che Politica e Potere non devono continuare ad essere sinonimi e che la politica degli ultimi anni è stata gestita come un’azienda di cui servirsi, non da servire.
Anche per questo motivo chiedono che i partiti forniscano i profili dettagliati dei candidati, stanche di dover leggere di case comprate da questo o da quello “ a sua insaputa..”, di titoli di studio per corrispondenza, di nipoti acquisite o acquistate…
Perché alle donne la politica piace, ma non vogliono più accettare tassa senza rappresentanza.
Annalisa Maregotto
10 mag 2012
dal sito FLI ROMA
Mag 11