Giu 17
Un Grillo per la testa, di Maurizio Bonanni
“Non avere i grilli per la testa!”, dicevano le nostre nonne alle figlie nubili e volubili.. Anche il Parlamento ha il suo Grillo in testa! Il problema che lui non esisterebbe, senza la cassa di risonanza mediatica che noi, modesti lavoratori dei media, gli garantiamo ogni giorno che ha fatto il Signore. A più riprese, ho cercato di dare una soluzione operativa, per venire rapidamente a capo del velleitarismo del M5S e della sua presunta “democrazia diretta”, via web. Ricapitolo: invece che questa democrazia di nominati o, in futuro, di eletti con la preferenza, non è meglio che la Res Publica l’amministriamo da noi stessi, autorappresentandoci? Come? Facile: iscriviamoci in massa a una lista unica nazionale di Aspiranti parlamentari, dopo aver superato un equo e severo “esame della patente” (chi si iscrive, infatti, deve dimostrare di conoscere il diritto e la contabilità dello Stato, oltre ad avere la capacità pratica di illustrare e proporre leggi..). Dopo di che, sorteggiamo ogni tot anni i designati, tenuto conto di tre parametri elementari: età, sesso, luogo di residenza. In tal modo, se ripetessimo lo schema anche per le Assemblee locali, avremmo, praticamente, azzerato i costi della politica!
Poi, accanto a questo, operiamo pure una profonda revisione dei poteri del Primo Ministro e del Presidente della Repubblica. Io preferirei l’elezione diretta del primo (garantendogli una corsia preferenziale in Parlamento, per attuare il programma sottoscritto con gli elettori), e quella di 2^ grado, per il secondo, in modo che venga garantita una posizione di assoluta terzietà tra Premier e Parlamento. Questo per.. l’utopia. In passato, ho avuto modo di chiarire come il “grillismo” sia un vuoto a perdere, dato che il suo condottiero regna su un certo numero di indirizzi Ip, senza volto e competenza alcuna, politicamente parlando. Poi, alcuni di quegli “Avatar” si sono improvvisamente manifestati nel mondo reale, assumendo le sembianze di deputati e senatori, di cui nessun aveva mai sentito parlare e che il “Maestro” aveva messo nelle sue liste “porcellate”, solo perché i prescelti avevano ricevuto un pugno di web-preferenze, all’interno del loro circolo Pickwick telematico. Quindi, non solo i “prescelti dal popolo” erano illustri sconosciuti, per i milioni di lettori che li hanno scelti, ma, per di più, nessuno di loro aveva avuto sufficienti esperienze sul campo, per candidarsi a gestire decentemente la cosa pubblica!
Le conseguenze, pertanto, erano del tutto ovvie: Grillo, fuori dal Parlamento, avrebbe progressivamente perduto il potere di controllo sui parlamentari del M5S, e il pollaio sarebbe stato presto decimato dalle numerose volpi che popolano Camera e Senato. Del resto, era noto: nessuno può obbligare un parlamentare a dimettersi (tra l’altro, anche se lo facesse, occorre poi un voto parlamentare per sancirne la rinuncia volontaria al mandato!), vuoi perché esistono attrattori formidabili, all’interno dei singoli gruppi parlamentari (soprattutto il Pd), che farebbero carte false per accrescere il loro peso numerico, in seno alle rispettive Assemblee, garantendo la rielezione “a vita” ai transfughi. Infatti, oggi Grillo, assediato dalle sempre più numerose contestazioni al suo operato, è costretto a mettere in gioco la sua leadership, pur di mantenere fede all’anatema delle espulsioni, nei confronti dei “dissidenti”. Il Beppe si scaglia contro i simboli del potere, Presidente della Repubblica in testa, senza fare un minimo di autocritica, soprattutto per la mancata elezione di Prodi. Solo quest’ultimo, infatti, avrebbe avuto il rispetto e il carisma per mettere quella “Spada di Brenno”, tanto auspicata dal fondatore di M5S, sul tavolo delle trattative con la Germania e Bruxelles, per attenuare i vincoli di bilancio ed economici, che ci legano le mani, per quanto riguarda la nostra ripresa.
Del resto, i rischi enormi di una “democrazia diretta”, come quella che Grillo va gridando nelle piazze, sono del tutto evidenti: se ogni decisione politica è soggetta allo “streaming”, per la trasparenza, e al consenso digitale sulle scelte, allora ogni decisione sull’imposizione di sacrifici al cittadino è del tutto improponibile. Chi, potendo, direbbe “sì” a nuove tasse o, peggio ancora, all’attenuazione delle coperture per il “welfare” sociale? Ed è così che, inevitabilmente, si consumerà l’immenso patrimonio elettorale di Grillo, nell’assoluta vacuità del “fare” e nella vana attesa che il sistema “imploda” da solo, cosa impossibile in politica, che ha orrore del vuoto.. Infatti, a Monti è succeduto Letta e, se dovesse continuare la sterile opposizione di Grillo, tra un po’ ci sarà un Governo Renzi, con una maggioranza Pd+Monti + transfughi da M5S. Perché, anche i giovani pentastellati, in fondo, “tengono famiglia”, socialmente e politicamente!
Di Maurizio Bonanni