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Giu 26

La Tonnara Bordonaro: Il vecchio Rais e il mare, di Aldo Di Vita

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 Foto Tonnara Bordonaro

Il vecchio Rais ricorda il tempo quando dalla sua barca (la mucina) gridando, dava inizio alla mattanza, oggi nei suoi ricordi ci sono quei momenti indimenticabili. Cosi nei sogni si rivedono le barche dei suoi pescatori, le reti e i tonni, che si dibattevano con coraggio fino alla fine.

Oggi sono scomparsi anche i ricordi, l’uomo e il tempo hanno cancellato tutto. L’incuria, il vandalismo e il poco rispetto per il passato hanno inesorabilmente cancellato le memorie di un popolo.

La memoria del tempo e un patrimonio di tutti, nessun escluso. Una città gestita e amministrata efficientemente, deve garantire che ciò avvenga. Da lungo tempo Palermo giace nella totale apatia di chi ha governato fino ad oggi, lasciando una città vuota della sua memoria e del suo patrimonio storico culturale.

Allo stato odierno la Tonnara Bordonaro versa in condizioni d’abbandono e totale incuria.

Delle barche che solcavano i mari in cerca dei tonni è rimasta ben poca cosa: soltanto macerie come mostrano le foto che non hanno bisogno di commenti,  degrado e distruzione.

La sporcizia e le immondizie evidenziano una visione apocalittica, le erbacce sono alte e tutto intorno la scena è veramente sgradevole i bagnanti che stanno in spiaggia dimorano in mezzo all’immondizia, tra l’indifferenza e il poco senso della sicurezza sanitaria e ambientale.

Ironia della sorte, l’unico cartello turistico che indica la presenza della tonnara giace divelto e arrugginito a terra tra l’immondizia, come a voler che tutto quanto, svanisca nel nulla e nella totale indifferenza, anche dei suoi stessi cittadini.

Quello che oggi rimane del passato storico della tonnara e' la parte interna della struttura, che e' stata adibita a luogo d’intrattenimento, per ricevimenti, ristorazione e quant’altro.

Attualmente l’accesso alla parte interna non e' visionabile ed esclusa a visite turistiche.

In pratica, e' un luogo a disposizione di pochi eletti, non predispostoall'interesse e alla visione visione, all' attrattiva turistico-culturale.

L’amministrazione comunale in questi lunghi anni, ha fatto poco o nulla, tranne qualche piccolo intervento strutturale, poi abbandonato all’incuria, e senza una ben che minima manutenzione o pulizia periodica.

L’attuale amministrazione ancora non sì e fatta viva e se ciò avverrà, ci saranno le solite promesse o parole che poi non saranno mantenute e cosi come sempre, tutto svanirà nel nulla.

Faccio appello all’intera comunità nazionale, finche si pongano regole ben precise, a tutela della nostra storia e del nostro patrimonio.

Perché, oltre a rappresentare cultura, sono una fonte irrinunciabile dell’economia, del nostro paese.

Invito tutti i signori giornalisti e le redazioni di stampa, compreso tutte le forme di comunicazione informatiche del web di tutta Italia, a sensibilizzare l’opinione pubblica e le maestranze governative, affinché finisca questo scempio. Tutto ciò è una vergogna, e' la cancellazione della nostra storia e delle generazioni passate, che con amore ci hanno lasciato in eredita' il mondo.

N.B. Tutto il materiale da me scritto e fotografato e' a totale disposizione per chiunque voglia contribuire a salvare la storia e la memoria del nostro paese.

Di Aldo Di Vita

 

Cenni storici:

 

Storia della Tonnara Bordonaro, Vergine Maria, Palermo:

La “Tonnara di Vergine Maria”, meglio conosciuta come Tonnara Bordonaro, è un complesso di impianto tardo quattrocentesco. Ampiamente trasformato nel corso dei secoli, ha oggi una connotazione settecentesca, pur mantenendo la torre di impianto precedente.

Il complesso ha perso la sua funzione originaria negli anni ’50, così come, gradualmente, le altre intorno a Palermo. A parte un breve periodo, durante le riprese del film “Il Gattopardo”, nel quale fu parzialmente abitato dal regista Luchino Visconti e da alcuni degli attori, la tonnara è stata abbandonata per oltre quaranta anni.

 

La storia della Tonnara di Vergine Maria e dell’omonima borgata segue una modalità di sviluppo propria dei centri marittimi nati in relazione all’attività della pesca e lavorazione del tonno. E’ quindi molto probabile che, come in tanti altri casi meglio documentati, la sua data di fondazione sia molto antica. Pur non conoscendo documenti in merito, è facile supporre che la fondazione della tonnara sia di pochi anni successiva a quella dell’Arenella di cui, in un documento del 1320, si riconosce in certo Giovanni Calvello un proprietario dell’epoca.

Il D’Amico, grande studioso di tonnare e pesca del tonno dell’800, indica quale documento più antico una Real concessione, emessa per conto del re Alfonso negli anni 1455-1456 e registrata alla Real Cancelleria al foglio 48. Nel documento si assegna l’uso delle tre tonnare di Mondello, Vergine Maria e Arenella a Federico di Bonomia. Le tre tonnare furono concesse ad uno stesso padrone per ovviare al problema che la loro disposizione lungo la costa non rispettava la distanza minima, prevista in tre miglia, tra diverse tonnare e che già in passato aveva causato interminabili diatribe giuridiche tra i differenti proprietari.

 

La presenza della torre fa sì che il sito entri a far parte del circuito difensivo delle coste siciliane, e per tal motivo alla fine del 1500 essa diventa oggetto di studi.

Lo Spanocchi già nel 1578, in seguito a numerose indagini, ne denunzierà le avanzate condizioni di degrado prescrivendo per essa i necessari lavori di restauro.

Cinque anni più tardi, nel 1583, Camillo Camilliani, nella sua ricognizione delle coste siciliane, non mancherà di descriverne le fattezze e la collocazione. Nella relazione da lui redatta si legge: “...seguendo per spazio di un miglio le rocche difficoltose a camminarvi, conducono a uno scaro artificialmente fatto, là dove più avanti esce una punta talmente acconcia, che diede occasione a fabbricarvi una torre, con suo baglio, siccome oggi si esercita, ed è la Tonnara di Nostra Signora del Ruotolo”.

 

Tale nome nasceva da un racconto tramandato dalla tradizione orale secondo cui un quadro della Vergine trovato in mare fu posto in una piccola grotta della costa, nelle vicinanze della rocca dei Rotoli. Nello stesso periodo la tonnara viene citata nell’opera di Alfonso Crivella “Trattato di Sicilia” del 1593, in cui viene pubblicato l’elenco delle tonnare rimaste in possesso della corte regia e, tra le altre, la tonnara risulta affittata al proprietario dell’epoca per una somma pari a 1400 scudi.

Successivamente il Marchese di Villabianca descrive la tonnara nel suo “Le tonnare di Sicilia” del 1754 in cui si legge “tonnara a torre messa del mare della Vergine Maria così dalla cala dove si da a pescare che colla detta voce di Vergine Maria si appella (...). La possiede oggi la famiglia degli Oneto dè duchi di Sperlinga ripartita restando né (...) rami principe e cadetto di detta casa. Fazio di Genova ne fu il primo acquistatore dalle mani della corte”.

Di grande importanza storica risulta la cartografia allegata all’opera “The Hydrography of Sicily, Malta and the adiacent Islands”, scritta dal capitano W. H. Smith, in cui grande attenzione viene dedicata a tutto ciò che definisce il disegno delle coste, com’è uso nella redazione delle carte nautiche. In tale pubblicazione si riconosce facilmente la fabbrica della tonnara, riconoscibile dalla presenza di corpi molto grandi. Si evidenzia inoltre la conformazione della borgata caratterizzata da piccole costruzioni che si distribuiscono lungo i fianchi del marfaraggio sull’odierna via Bordonaro, probabilmente i vari piccoli edifici impiegati in attività affini all’attività della tonnara. Da una più attenta osservazione della cartografia si nota che la fabbrica sembrava essere costituita soltanto da due corpi di fabbrica rispetto agli attuali tre. Si riconosce infatti il marfaraggio, che segue l’andamento della strada, e il corpo d’ingresso, mentre non si riscontra la presenza del corpo residenziale e della cappella esterna che furono edificati dai Chiaramonte non appena ne divennero i proprietari. Si notano inoltre, sull’angolo nord-ovest, sia la presenza di una costruzione che probabilmente era una parte del piano terra dell’odierna fabbrica, sia la presenza di una vecchia cappella, entrambe collocate in quella zona che allora risultava la più protetta della scogliera.

Anche l’andamento della costa risulta sostanzialmente differente dallo stato attuale. Questa si presentava con un andamento molto irregolare caratterizzato dalla presenza di ammassi rocciosi. L’attuale spiaggia si formerà solo intorno al 1950 quando la zona divenne discarica di materiali edili che si accumularono a tal punto da formare anche l’attuale rocca posta sul margine nord, interrompendo il contatto visivo che la torre aveva con la torre del Rotolo.

Orazio Cancila, nel suo “Storia dell’industria in Sicilia”, descrivendo e confrontando i piccoli e grandi centri diretti da imprenditori illuminati, riferisce di come piccole realtà come quella della tonnara di Vergine Maria siano ancora caratterizzate da schemi d’uso con organizzazione feudale, in cui i proprietari preferiscono facili ed immediati guadagni, prevalentemente derivati dall’affitto della loro proprietà, rispetto ad investimenti a lungo termine puntati sulla produttività. Si comincia a determinare per la tonnara in questione, ma tale discorso potrebbe aver riscontro per le tonnare in genere, un lento ma inesorabile processo di trascuratezza che all’inizio del 1900 degenerò in abbandono da parte della famiglia Bordonaro. La tonnara venne utilizzata come scuola dai giovani della borgata per poi divenire, nel periodo prebellico, una postazione difensiva. Sulla copertura della torre fu costruita nel 1935 una piattaforma in cemento su cui venne posizionato un cannone e nella parte del basamento apparvero numerose feritoie.

 

Nell’immediato dopoguerra la tonnara fu acquistata dalla famiglia Caputo La Vecchia, che preservò l’aspetto e l’organizzazione storica della fabbrica con piccoli interventi di manutenzione straordinaria.

Qualche anno più tardi il regista Luchino Visconti, in occasione della riprese del film “Il Gattopardo”, prese in affitto la tonnara facendo apportare alcuni ritocchi alla facciata e piccoli lavori agli interni.

Gli ultimi trenta anni furono per la tonnara un periodo di completo abbandono ed eventi disastrosi. Nel 1986, in seguito ad una violenta mareggiata, crollò parte della volta del marfaraggio nel cui interno sono ancora visibili delle grosse barche usate per le mattanze. Successivamente, in data e circostanze poco note, crollarono una scala esterna, costituita da due rampe e posta sul lato nord-ovest, e successivamente crollò pure parte del corpo residenziale.

 

Ultimamente parte del corpo residenziale fu occupato da privati, mentre il corpo dell’ingresso principale accoglie l’abitazione del custode.

Recentemente la tonnara è stata restaurata, e all'inizio dell'estate del 2006 è diventata luogo di ritrovo serale, con il nome di "Kursaal Tonnara - Vergine Maria" grazie alla presenza di un ristorante, di un bar e di una zona dove è possibile consumare un drink ascoltando musica.

 

 

 

 

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