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Ott 15

Immigrazione: una guerra per procura? Di Maurizio Bonanni

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modificata A proposito delle recenti tragedie di Lampedusa..... Prima, Seconda, Terza Repubblica: solite leggende giornalistiche.. Vale, per noi, da secoli, il motto di Tomasi di Lampedusa: “Lasciate che tutto cambi, affinché nulla cambi”.. Dal 1948 in poi, la Repubblica italiana è sempre stata catto-comunista, e tale resta, anche sotto le attuali, mentite spoglie (v. curricula di Letta, Alfano, Franceschini, Lupi, Cicchitto, Napolitano, etc.). Da sempre, il fenomeno delle immigrazioni di massa è "metternichiano", ovvero: fare politica internazionale, con altri mezzi.. Lo sapeva benissimo Gheddafi, che ci spedì decine di migliaia di disperati, in partenza dalle coste libiche. Lo sa ancora meglio Assad, come lo sanno la Tunisia, l'Algeria, la Somalia e l'Eritrea.. Per la Siria attuale, darei (per esperienza) un'avvertenza per l'uso: verifichiamo che, nel frattempo, Al Qaeda non abbia già infiltrato molte decine dei suoi, attraverso le migrazioni recenti. Nel quadro più strettamente mediorientale (tralascio, per ora, la fascia magrebina..) l’epicentro dell’attuale terremoto politico va situato in Egitto, per il quale è intervenuta, di recente, una quanto mai tardiva e inutile sospensione degli aiuti USA.   Osservo, dalle recenti dichiarazioni di Obama (che accompagnano la decisione di sospensione degli aiuti), che le elezioni " inclusive", reclamate dal Presidente Usa (con la partecipazione, quindi, anche dei “Fratelli”), non potrebbero che alimentare e acuire la guerra civile già in atto. Dal punto di vista geostrategico, del resto, l'errore gravissimo Usa è avvenuto "prima", quando stampa, media e Amministrazione americana commisero l’errore di non far succedere a Mubarak un autocrate altrettanto carismatico e deciso, che rendesse impossibile ai Fratelli la conquista del potere.. Idem per quanto riguarda la situazione in Libia, Tunisia, Siria. Ora, ne stiamo pagando (e continueremo a farlo nel prossimo futuro!) le gravissime conseguenze. Mi chiedo, a proposito delle stragi di naufraghi sulle nostre coste: gli Usa non potrebbero attivarsi, presso il Consiglio di Sicurezza, per dare mandato straordinario all'Unhcr di sovrintendere (assieme a una rappresentanza qualificata degli Stati occidentali che dovranno ospitare i profughi riconosciuti) uno screening preventivo di massa -cogestito con gli Stati ospitanti stessi-, nelle regioni-cuscinetto dell'Africa e del Medio Oriente, dove si addensano decine di migliaia di immigrati, pronti a partire -a qualunque prezzo- per l'Italia?   A me pare, del resto, che l’Occidente abbia enormi responsabilità in merito, per aver improvvidamente gridato alle meraviglie delle “Primavere arabe”, dimenticandosi dei gravissimi errori commessi, dal 2003 in poi (a proposito di “esportazione della democrazia”!), invadendo l'Iraq senza motivo, cosa che ha rafforzato a dismisura i fondamentalisti sunniti e Al Qaeda. L’Italia è, oggi, al centro del disastro immigrazione (che, per ora, vede noi in piena emergenza..), non gestito dai poteri occidentali sovranazionali (Ue, Usa, Onu, etc.), perché questi ultimi non hanno saputo (o voluto) mettere in atto dure forme di contrasto, nei confronti delle organizzazioni criminali dei mercanti di uomini (che fanno leva, per i loro loschi traffici, su migliaia di funzionari corrotti, che operano all’interno delle frontiere dei Paesi cuscinetto, lì dove si formano le navi dei disperati!). Ovvio, poi, aspettarsi che gli immigrati clandestini, arrivati in forze a Lampedusa e nelle coste siciliane, si sottraggano alle procedure di identificazione, fuggendo in massa dai centri di accoglienza.   Infatti, grazie alle numerose comunità etniche (che hanno solide roccaforti nei quartieri ad alta densità d’immigrazione, nelle maggiori città europee) dei Paesi di provenienza dei migranti, gli interessati hanno scoperto le seguenti cose: a) sfuggire all’identificazione, una volta approdati in territorio italiano, permette ai clandestini di attraversare abusivamente i nostri confini, per chiedere asilo nei Paesi Ue più benestanti di noi (Germania, Svezia, Olanda, etc., caratterizzati da generosi sistemi di assistenza ai profughi riconosciuti). Se fossero identificati e intercettati in Italia, le loro impronte sarebbero inserite nel sistema “Eurodac”, e gli immigrati verrebbero obbligati, a norma del Trattato Dublino 2, a chiedere asilo qui da noi, dato che i Paesi firmatari sono autorizzati comunque a rispedirceli, in base al Trattato stesso; b) l'Italia è l'anello debole dei confini esterni della Ue, grazie alle sue maglie molto, ma molto larghe, in tema di: sicurezza costiera; verifica dei requisiti degli asilanti, etc.; c) nelle commissioni territoriali -alle quali compete la verifica dei requisiti per la concessione dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria- è presente, con diritto di voto, un rappresentante dell'Unhcr, cosa che negli altri Paesi Ue non è assolutamente contemplata.   Con tutto il rispetto per un Organismo dell’Onu che vanta molti meriti, in materia di protezione internazionale, osservo come, in questo caso, sussista -a mio avviso- un’imbarazzante coincidenza tra le figure (incompatibili) di controllore-controllato, in tema di diritti umani. Ecco perché nessun Paese della Ue consente all'Unhcr, né ad alcuna altra Ong internazionale, di condizionare le decisioni di prima istanza sui rifugiati, mentre ammette la presenza dell’Agenzia nella posizione di osservatore/ consulente, per quanto riguarda i ricorsi e i procedimenti di seconda istanza.  Spero che il Governo Letta ne prenda atto, e provveda a sanare tale situazione, magari istituendo Sezioni ultra specializzate, presso i principali Tribunali, sulla falsariga di quelle esistenti, in materia di Lavoro, assistita da una robusta struttura informativa per le informazioni sui Paesi di origine dei richiedenti la protezione internazionale. Pochi, infatti, conoscono l’enorme gravame che grava sugli organismi giudiziari e sulle Commissioni Territoriali, a causa dell’elevatissimo tenore di contenzioso esistente. Qui non si tratta di attenuare i diritti di chicchessia, ma di rendere molto più efficiente l’apparato che li deve far rispettare. Di Maurizio Bonanni  
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