«

»

Nov 08

L’ultimo libro di Gianrico Carofiglio, Il bordo vertiginoso delle cose, recensito da Maurizio Bonanni

Share
Ho incontrato alla Feltrinelli di Via del Babuino lo scrittore Carofiglio, per un incontro con i lettori, senza presentazione di sorta dell'opera  (che avevo letto e approfondito già qualche giorno prima).
Il libro (certamente di significativo pregio letterario..) è votato a un formidabile successo editoriale e, del resto, lo si vede anche dall'investimento pubblicitario della RCS libri.
Spero che i nostri lettori apprezzeranno..

Gianrico Carofiglio ha pubblicato per Rizzoli il suo nuovo romanzo : “Il bordo vertiginoso delle cose”. D’impasto nettamente autobiografico (l’ambientazione è quella della Bari di molti anni fa e di oggi), l’opera ha i colori del grano maturo, pronto per la macina e, poi, per l’assimilazione, da parte di un gran numero di lettori, fidelizzati e non. Il libro è perennemente “in movimento”, con cadenzati “feed-back”, tra presente, passato e, alla fine, un sorprendente futuro, per una vita capace di rinnovarsi, anche e soprattutto in età matura. Le emozioni sono rappresentate come autentici flussi, che scorrono impetuosi attraverso la prima infanzia -di cui l’autore ci regala una bruciante vergogna, vissuta il primo giorno di scuola, in prima elementare-, intrecciandosi, poi, un po’ vorticosamente, nel periodo più difficile dell’adolescenza e dei primi anni del liceo, in una Bari degli anni ’70, agli albori del periodo più tragico degli Anni di Piombo. Oltre a fluire, il racconto si accomoda sulla matrice ribollente degli affetti e delle loro accezioni, dolorose, drammatiche e sfibranti, articolate lungo i variegati registri dell’incomunicabilità, padre-figlio, fratello con fratello..

All’interno dell’anello più vicino al centro delle questioni fondamentali del cuore e dell’intelletto, vi è una Ragion Perduta, l’eterno ritorno del mito del Buon Guerriero, una sorta di Lancillotto Rosso (impersonato dalla tragica figura di Salvatore, compagno di classe di Enrico Vallesi, il protagonista, romanziere di successo, incapace di andare oltre la sua opera prima), che coltiva gli stessi nemici del mito brigatista: i fascisti; l’impero delle multinazionali; la lotta al cuore dello Stato. Ed è dalla caduta rovinosa e mortale di Salvatore, che inizia il romanzo, aprendosi con una chiave di accesso del tutto casuale. Come avvalorato dalla mia successiva, fertile conversazione con l’Autore, la narrazione (cruda, ricca di particolari violenti, che vede scorrere tutti i toni violetti dell’ira e quelli rosso sangue delle azioni) non fa la morale, ma la.. racconta, attraverso tutti i sensi, presenti passati e futuri, del protagonista, che ci rimandano una luce riflessa, di inconfondibile natura autobiografica. Grazie alla costruzione di un perfetto equilibro, incentrato sul rigetto di tutte le forme dell’estremismo politico violento, di destra come di sinistra, il compito del giudizio, quale che esso sia, spetta esclusivamente al lettore.

Seguendo il filo di Arianna di un dramma sconosciuto e solo intuito, il protagonista opera una sua personalissima discesa dantesca agli inferi, analizzando da sempre più vicino i suoi fallimenti esistenziali: una lunga convivenza finita nell’indifferenza e nel tradimento di lei; il blocco autorale di creatività letteraria, che gli impedisce, come l’Angelo Sterminatore di Luis Buñuel, di muovere un solo passo, oltre quella soglia immaginaria del terrore di Se.“Vertigo” di blocco creativo, che Carofiglio (incontrato in prima persona, nella Libreria Feltrinelli di Via del Babuino a Roma, in predicato di chiusura definitiva, per il prossimo dicembre) suggerisce -per averlo sperimentato personalmente!- di superare, un po’ come si fa con i dolori artrosici, rifiutando le posture antalgiche: ovvero, continuando a scrivere, sempre e comunque, perché l’azione incessante è la sola in grado di superare quel tipo di angoscia esistenziale.

I ricordi di Enrico si fanno gradualmente più precisi, nel corso della discesa nel suo personalissimo Ade, addensandosi su quelle linee di confine, quei bordi davvero vertiginosi delle cose (esattamente a quanto accade nella Teoria delle Catastrofi, quando il battito d’ali di una farfalla può scatenare un uragano terrificante, come l’ultima pagliuzza che spezza la schiena del cammello..), in cui basta un nonnulla, un’esistenza che tarda un solo attimo a incrociarne un’altra, per precipitare in una storia completamente diversa, saltando in un solo tratto la zona grigia che separa il Bene dal Male, la Libertà dalla Prigionia. E i veli, si sa, possono cadere a cascata, uno dopo l’altro: un fratello che ritrovi e riscopri, e ti danni per non averlo mai conosciuto prima; una compagna di classe, diversa in tutto, che ritrovi un’esistenza più tardi, quando tutto il male è accaduto, ma lei rinasce a una nuova vita, a una rinnovata speranza.

E, poi, c’è “Lei”, Celeste -di nome e di fatto!-, la figura straordinaria di un’insegnante di filosofia, molto giovane, bella e intelligente, che incide sulla personalità di Enrico, come una scure sulla corteccia viva di un albero dalle radici così poco profonde, ma che sente, annusa la sua strada e il suo destino, chiedendo un solo, enorme regalo per sé: una Lettera 22, per fissare tutti i canoni ermeneutici del suo futuro di scrittore. Celeste è seme di conoscenza, di desiderio sessuale che fa impazzire, fino a scatenare una violenza irrefrenabile. Ma è anche vittima di se stessa, senza mai essere una Cattiva Maestra, solidale e co-occupante, assieme ai suoi studenti, all’epoca della protesta nei licei degli anni ’70, in cui partecipa attivamente alla rottura degli schemi, lasciandosi andare a un amore breve, intenso e impossibile con un suo allievo non più adolescente. Memorabile è una sua lezione magistrale, nell’aula occupata, incentrata sul ruolo delle donne nella storia delle civiltà umane, a partire dalla prima moglie di Adamo, Lilith, illustre sconosciuta, che gli oppose il gran rifiuto.

È lo stesso Carofiglio a raccontarci di persona l’amore per quella figura di donna, con la promessa di dedicare all’universo femminile, così sempre poco esplorato, costantemente misterioso, le risorse creative del suo prossimo romanzo. Che aspetteremo a braccia aperte, come sempre..

Di Maurizio Bonanni
Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Puoi usare i seguenti tag ed attributi HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito fa uso di cookie tecnici e di terze parti per il suo funzionamento. Per ulteriori informazioni sui cookie e su come eventualmente disabilitarli, leggere la Informativa estesa cookie. Proseguendo la navigazione, ricaricando questa pagina o cliccando sul link Accetta cookie si accetta quanto specificato nella Informativa estesa cookie. Informativa estesa cookie | Accetta cookie