È tempo di feste e, anch’io, caro Babbo Natale ti scrivo.. Il primo desiderio (lo so, impossibile da esaudire..) è quello farmi trovare sotto l’Albero una Nuova Assemblea Costituente, per il 2014, che rappresenterebbe “La Soluzione” a molti nostri mali, se fossimo un Paese serio. Lo so, non lo siamo. Tu, giustamente, osservi che, per convocare un'Assemblea Costituente, la proposta relativa va: a) presentata in Parlamento con un ddl costituzionale; b) discussa e votata, con le maggioranze qualificate, previste dalla Cost. attuale ed ha le seguenti, possibili outcomes: b1) bocciatura a maggioranza; b2) adozione a maggioranza semplice. In questo caso, la legge costituzionale è sottoposta, in genere, a referendum confermativo; b3) approvazione con la maggioranza qualificata dei 2/3. Però, sotto il profilo della coerenza costituzionale, sorge un problema di non poco conto, come dici Tu: si può agire con il grimaldello dell'art. 138 Cost. per "cestinare" l'attuale Carta Fondamentale? Bel problema..
Allora, ripiego su un desiderio similare: potresti illuminare questo Parlamento di nominati-delegittimati ad adottare una riforma costituzionale, che dia il potere ai cittadini di ricorrere a referendum propositivo-confermativi? Ti spiego come la vedrei io, così, poi, ti regoli di conseguenza: il Comitato Promotore propone una legge d'iniziativa popolare -costituzionale e/o ordinaria-, sottoscritta da un x% (ad es. lo 0,1%, arrotondato all'unità superiore) degli iscritti alle liste elettorali, che può, ad es., abrogare altre leggi esistenti. L'ammissibilità deve essere sempre vincolata al vaglio preventivo della Corte Cost., per ovvi motivi. Approvando le proposte di legge d'iniziativa popolare con maggioranza qualificata (penso al 50% +1 degli “aventi diritto al voto”), allora è chiaro che possiamo fare a meno di tutti questi incapaci che vivono di spesa pubblica. Se il parere della Corte è negativo, la proposta non può essere sottoposta a referendum prop.-conf., e va modificata e ripresentata, nel senso indicato dalla Corte stessa (così evitiamo “cesarismi”, e altre brutte storie di demagogia e populismo!). Nel caso che la Corte dia semaforo verde, il Parlamento approva o respinge la proposta popolare.
In caso di respingimento, il Comitato promotore può richiedere -e l'accoglimento della richiesta "è" un atto dovuto, da parte del Presidente della Repubblica- di sottoporre la proposta di legge d'iniziativa popolare a referendum prop.-conf., che si svolge in considerazione dei quorum (partecipazione e approvazione) previsti dalla Costituzione stessa. Vedi, Caro Babbino, così, decideremmo tutto da soli (tipo Svizzera) “Chi e Cosa vogliamo essere”, come Paese sovrano.. Altrimenti, come vedi, a due passi c'è la disgregazione nazionale. E, Ti assicuro, non mi sto inventando nulla.. I "Forconi" (che ci hai portato Tu?) sono appena un primo, flebile balbettio di ciò che domani stesso potrebbe accadere.
Regalami, insomma, un grimaldello, in grado di "demolire" definitivamente tutti i blocchi sociali e di potere, tutte le lobby politico-burocratiche che, oggi, si oppongono a qualsiasi cambiamento sostanziale nel nostro Paese, e ostacolano, in ogni modo, l'esercizio delle fondamentali libertà di cittadinanza e d'intrapresa. Far leva su di un simile "grimaldello", significa evitare lo svuotamento e l'espropriazione della volontà popolare, impedendo a tutti coloro che gestiscono il potere di ricreare le condizioni di schiavitù sostanziali, che oggi ci contraddistinguono.. E, ti assicuro, che con un'arma finale del genere, non ci sarà più bisogno, in assoluto, di dare vuoti mandati di protesta a gente come Grillo. A proposito: perché non Ti porti Beppe a fare un lungo giro nell’Artico, visto che ci assorda con la sua demagogia, e mostra di non credere alla costruzione positiva di regole comuni, come quelle che sono in grado di realizzare un gioco a somma positiva, per tutti i partecipanti?! Lasciami, però, quei suoi quasi 9 milioni di voti, per convincerli a fare le riforme serie, e non quelle “ululate”, in modo da dare la spallata definitiva a questo sistema.
Penultimo desiderio. Regalami una vera abolizione del finanziamento pubblico ai Partiti e, già che ci sei, come appendice, fammi pure avere da questo Parlamento appena nato, e già decotto, una bella legge che regoli lo Statuto obbligatorio per Partiti e Sindacati, fissando regole per la rappresentanza. Tu non lo sai (o forse è arrivato anche laggiù?) che il mago Letta Henry fa dei grandi giochi di prestigio, per cui -tacitando al volo un altro maghetto, che agitava pericolosamente la sua bacchetta magica nuova di zecca- ha varato un decreto-legge che, dal 2017 (un po’ di pazienza, che diamine!), ci dà facoltà di fare donazioni o un obolo del 2%° ai Partiti. Solo che, ti sembrerà strano, ma gli italiani non sono scemi: il Governo fa (ovvero, finge..), e il Parlamento disfa: che ne sarà di quel decretino lettiano, dopo che sarà stato azzannato, squarciato, ridotto in fin di vita da quelle fameliche belve cattocomuniste di Senato e Camera? Proteggimi da questi furbetti, perché scommetto che il 2%° non assegnato dai cittadini, sarà equamente ripartito, in automatico, su tutti i Partiti che vantano eletti, in modo proporzionale alla loro rappresentanza parlamentare.
Ultimo desiderio (lo so, esagero solo un poco..): portami in dono uno “Stato leggero”, quello (udite, udite!) che hanno sempre voluto da noi Bruxelles e la Bce (altro che aumento della tassazione, come l’hanno interpretato Monti e Letta!). Tutti sappiamo che il problema di avere “più” occupazione e “meno” tasse lo si risolve solo e soltanto mettendo in riga il pubblico impiego. Partendo da un principio equo (costituzionalmente coerente!), del tipo: perché un lavoratore privato, per prendere lo stipendio a fine mese, "deve" aver prodotto per l'azienda -o per un altro privato-, quanto meno, la ricchezza che serve per pagarglielo, quello stipendio, e il lavoratore pubblico no? Basterebbe un discorso del tipo: ti do un minimo di base e, poi, il resto te lo guadagni con quello che ti dà il cittadino (tipo ticket), per fornirgli ciò che serve a lui, e non a te!
Il dono finale, quindi, è una “webA” (“web-Administration”) e una “webU” (“webUniversity”): con la prima, mandiamo a casa -a lavorare per davvero!- tutti i burocrati imboscati negli uffici; con la seconda portiamo sul pc di casa di ogni studente il meglio del meglio della formazione universitaria, e pre-universitaria, che esista al mondo (così facciamo vera uguaglianza, magari finanziando gli indigenti con un congruo credito allo studio!). Pensa, basta regalare ai burocrati una scrivania virtuale e digitalizzare i documenti che servono, in modo che, invece di scambiarsi montagne di carte inutili tra di loro, producano solo ciò che desidera il cittadino. Tipo, questa cosa me la dai, perché ne ho diritto, alla svelta e fatta bene, sennò non ti pago. Voglio vederli, i burocrati, a vivere soltanto, che so, con il 60% dell’attuale stipendio base! Sarebbe (la webA) un regalo a me e a tutti gli altri cittadini come me, perché lo Stato risparmierebbe, così, centinaia di miliardi di ogni anno!
Come dici? Questo Natale non passerai da me.. Ci avrei scommesso!
Di Maurizio Bonanni