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Gen 28

Intervista di Barbara Romani a Claudio Velardi

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«Occhio Matteo, i magistrati sono terrorizzati da te e faranno di tutto 
per farti fuori».
A lanciare l’allarme al segretario del Pd non è Silvio 
Berlusconi, ma Claudio Velardi, ex Lothar di Massimo D’Alema e oggi 
Cassandra di Renzi: «I tuoi veri nemici non stanno nel partito, ma nelle 
procure, che hanno fiutato l’uomo nuovo e si stanno già attrezzando per 
abbatterti».

*Velardi, quali elementi ha in mano per dire una cosa simile?*

  «Questa previsione la faccio sulla base di un’analisi del sistema 
politico italiano. Da 20 anni, non appena esce fuori il protagonista di 
un partito su scala nazionale o locale, i magistrati puntano a impallinarlo.

Fin quando un politico sta nelle retrovie, le toghe se ne 
disinteressano. Non appena emerge, gli fanno lo screening e cercano di 
condizionarlo».

*E secondo lei perché accade questo?*

«Perché i magistrati puntano a mantenere il loro predominio sul sistema. 
È un meccanismo che scatta in automatico ed è reso esasperato dalle 
smanie di protagonismo dei singoli procuratori e dai timori della 
corporazione dei magistrati che la politica possa tornare ad avere una 
sua centralità.

Anche i grandi burocrati, i sindacalisti e i giornalisti - la prego di 
non omettere la nostra venerata categoria - hanno paura che il sistema 
possa rimettersi in moto. L’Italia è come un malato allettato da 20 
anni. È chiaro che quando si deve alzare avverte tremendi dolori alle 
ossa e ai muscoli atrofizzati».

*Renzi ha già fatto scattare l’allarme nelle procure?*

«Non c’è alcun dubbio. Matteo può avere mille limiti. Può anche fallire. 
Possiamo pure scoprire di qui a poco che è un cialtrone. Ma una cosa è 
certa: i magistrati sono letteralmente terrorizzati da lui.

La casta giudiziaria sta reagendo al fenomeno Renzi nello stesso modo in 
cui reagì all’entrata in scena di Berlusconi».****

*Anche lei è di quelli che «Matteo uguale Silvio»?*

  «La similitudine è evidente: entrambi rappresentano altro rispetto a 
un sistema che non vuole scossoni. Quindi, così come ha rigettato 
Berlusconi, il sistema adesso è in grado di rigettare Renzi ».

*La magistratura teme più Renzi o Berlusconi?*

«Il segretario del Pd indubbiamente fa più paura, perché è più diverso 
dal sistema rispetto a Berlusconi. Vuoi per l’età del Cavaliere, che non 
era quella di Renzi nemmeno quando scese in campo, vuoi per la sua 
consuetudine col potere. Silvio ha caratteristiche più italiote. Matteo 
è un italiano atipico ed è più difficile  rinchiuderlo negli schemi».

*Quali toghe oserebbero incriminare il leader del centrosinistra?*

«Già la procura di Firenze gli ha dato qualche noia, ma non conta quale 
sia il tribunale. Se la procura di Trani si occupa delle grandi 
multinazionali, per come funziona la giustizia in Italia, qualunque 
magistrato può svegliarsi un giorno e avviare un’indagine sul fatto che 
Renzi s’è messo le dita nel naso».****

*La Corte dei Conti ha già aperto un’inchiesta su 600 euro spesi da 
Renzi quando era presidente della Provincia di Firenze.*

  «Vede? Non mi stupirò di qualsivoglia iniziativa verrà presa dalla 
magistratura contro Renzi. Mia cara, viviamo nel Paese che vede 
circolare i video di Riina che parla col capo della Sacra Corona Unita, 
tutti solidarizzano con Grasso e Di Matteo e non uno che chieda chi ha 
fatto uscire quei video e perché. Quando è evidente che una simile 
infamità è stata compiuta da qualche pezzo del sistema giudiziario in 
combutta con qualche esimio collega giornalista ».

*Lei dice «non mi stupirò». Quindi dà per certa un’offensiva giudiziaria 
contro il leader Pd.*

«Il sistema Italia da vent’anni funziona così. Che la magistratura sia 
il potere dominante in questo Paese e che i suoi lacché siano i 
giornalisti nessuno lo può contestare ».**

*Quale corrente della magistratura ha messo Renzi nel mirino?*

  «Non penso che ci sia un disegno, una Spectre dietro queste mosse. Le 
procure si muovo per conto loro.Magari il giudice che aprirà un 
fascicolo su Renzi sarà di Magistratura democratica o di Magistratura 
indipendente. Queste sono vecchie divisioni ormai. Veniamo al punto vero».

* E qual è?*

  «Tutti i pm puntano alla visibilità. Il 90% delle loro iniziative sono 
farlocche e finiscono con il non luogo a procedere. Ma l’inquisito è già 
condannato e il magistrato si è guadagnato la sua fetta di visibilità. 
Se poi è talmente incapace che neppure la categoria lo difende, si butta 
in politica. Vedi Ingroia, De Magistris e Trifuoggi».

*Renzi ha fiutato il pericolo?*

  «Sì, tant’è che ha cominciato a parlare della necessità di una riforma 
della giustizia durante le primarie. Non era scontato, perché questo è 
un tema impopolare a sinistra».

* E avrà il coraggio di farla, questa riforma?*

  «Se porterà a casa il suo trittico di riforme - legge elettorale, 
eliminazione del Senato e Titolo V – si rafforzerà e la sinistra del Pd 
dovrà bersi la riforma della giustizia. Ma la magistratura farà di tutto 
per non fargliela mandare in porto, recapitandogli un bell’avviso di 
garanzia».

*Prima o dopo che arriverà a Palazzo Chigi?*

«È una corsa contro il tempo. Se arrivano prima i magistrati e lo 
fottono perché ha attraversato con la bicicletta le strisce pedonali, 
Renzi non ce la farà».

Di Barbara Romano
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