La corruzione ? Accelera le procedure e Aiuta il progresso. Di Riccardo Cappello
Una volta davanti agli scandali si istituiva una Commissione oggi si istituisce un’Authority o si nomina un Commissario ma il risultato non cambia. Il riprodursi degli scandali ci costringe a ritenere che i nostri rappresentanti siano sciocchi o in malafede. La corruzione non si combatte con leggi o commissari ma delineando chiaramente il confine tra politica ed economia ed evitando che la politica interferisca nella selezione e nelle carriere della classe dirigente. Troppo semplice. Meglio ricorrere alle cure palliative che non risolvono il problema ma portano qualche voto. Così il Parlamento si riserva il diritto di scegliere il porto nel quale demolire la “Costa Concordia” ed i tecnici chiamati a decidere quale sia la soluzione più idonea. Il marcio sta nel meccanismo di rappresentanza degli interessi che consente di controllare dall’alto accessi e carriere e che, per perseguire l’aggregazione preventiva del consenso, agevola gli organismi portatori di interessi organizzati che, piano piano, sono diventati quelle cricche impediscono alle istituzioni di funzionare. Lo Stato, al servizio o prigioniero dei ladri, occlude tutte le vie autonome di accesso al lavoro, colloca nei punti nevralgici del sistema persone affidabili per chi lo rappresenta: sono le cordate a garantire il successo. Infatti, un sistema corruttivo così esteso può essersi sviluppato solo grazie ad una catena di connivenze a tutti i livelli dal management interno ai consulenti esterni, da coloro che certificavano i bilanci al Collegio dei sindaci: tutti complici di un meccanismo sul quale la politica, con l’arma legislativa, esercita un ricatto legalizzato. Questa ragnatela ha sostituito la competizione con la collusione facendo perdere alle istituzioni l’autorevolezza necessaria per chiedere sacrifici ai cittadini. Fin quando ognuno sarà costretto ad appartenere a qualcun altro sentiremo inutilmente parlare di tolleranza zero.
Di
Riccardo Cappello, Il Cappio