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Lug 03

Ma quale è la radice del male? Il ruolo dei partiti. Ma meglio non parlarne! Di Riccardo Cappello

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Chi è fuori si propone sempre di smantellare il sistema ma una volta insediato al vertice si preoccupa solo di collocare propri uomini nei posti di comando: i piani alti trasformano i rivoluzionari in burocrati. I quali, apprezzano il verticismo nei processi decisionali, la simbiosi tra partiti e istituzioni e gli scambi di personale tra le due entità. Tutte le distorsioni della vita politica italiana, da cui nasce la corruzione, scaturiscono dal funzionamento dei partiti, dalle modalità di acquisizione del consenso e dal rapporto tra eletti ed elettori. Nati “per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” sono diventati il cancro della democrazia, associazioni all’interno dei quali nessun organo può garantire ai cittadini ed agli iscritti la democrazia interna o controllare la corretta esecuzione delle decisioni. Questi organismi, invece di realizzare la democrazia, hanno cancellato la sovranità popolare, fanno dei nostri soldi quello che vogliono ed usano la burocrazia come cinghia di trasmissione della loro volontà. La quale non si forma in Parlamento ma al loro interno. I partiti, quindi, si comportano come associazioni mafiose, costringono i cittadini ad essere accattoni ricattabili che per mestiere fanno gli elettori, presentano bilanci da società offshore delle isole Cayman, si sorreggono a vicenda e si ripartiscono le cariche in proporzione del consenso ricevuto nelle tornate elettorali. Così la democrazia è degenerata in partitocrazia, cioè in un oligopolio di gruppi che si sono impadroniti dello Stato e delle istituzioni appropriandosi delle risorse pubbliche (posti di lavoro, appalti, licenze, pensioni, sussidi, etc.) arruolando o rimuovendo i capi, i sottocapi degli apparati burocratici per costruire catene di connivenza. Come sosteneva Enrico Berlinguer “Il governo dei partiti ha occupato tutte le istituzioni. Bisogna, dunque, liberarle restituendole alla loro funzione di organi di governo depositarie dell’interesse generale e non degli interessi particolari”. Ma, tutti sono trasversalmente d’accordo nel non attuare l’art. 49 della Costituzione mentre i media ed i cani da riporto spostano l’attenzione dei cittadini sul chiacchiericcio e sulle dispute metafisiche. Di Riccardo Cappello, Il Cappio
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