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Lug 31

Una Chiesa per tutti, di Alessandro Bertirotti

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È tutta questione di… volontà. Ho avuto occasione, grazie alla mia appartenenza ad un gruppo di studio, il Think Tank Il Nodo di Gordio (www.nododigordio.org), di affrontare il tema  del dialogo interreligioso, e ho potuto rendermi conto, grazie al confronto, di quanto questa necessità sia profondamente sentita dalla maggioranza delle persone. Il fatto che alcuni esponenti politici delle tre culture monoteiste (cristiana, mussulmana ed ebrea), siano a volte sordi a queste istanze comuni, significa solo che le diverse rappresentanze non sono in realtà nelle condizioni di rappresentare alcunché, se non la loro stessa, ma isolata opinione. Il nostro rapporto visibile con Dio, a qualsiasi confessione religiosa ci si riferisca, è un rapporto architettonico, perché basato sulle tre dimensioni dei solidi e sulla quarta vale a dire, la dimensione temporale. Mi spiego meglio. Ogni individuo è biologicamente legato, per tutto l’arco della sua vita, alla propria madre, lo voglia o meno. Anche se ognuno di noi, una volta nato, è un individuo singolo, per ben nove mesi siamo stati, invece, plurali e doppi, perché uniti a nostra madre. È ovvio che senza l’utero materno non potrà esistere figlio, come è altrettanto vero che ci vuole il seme maschile per determinare l’incontro con la cellula da fecondare. E così, in questo dinamismo naturale, veniamo allevati da madre e padre. Essi creano per noi una vera e propria cattedrale affettiva, in cui per la madre continueremo a rimanere cuccioli anche da adulti, e grazie al padre impareremo ad esplorare il mondo. Ecco che la nostra vita si realizza cercando di ricordare il nostro passato per esplorare il futuro, ossia religendo a noi madre e padre. In effetti, il termine religione deriva da religere, ossia re ligere, cioè ri legare a noi il Sommo Bene, come fanno con noi madre e padre. Proprio sulla base di questi elementi, è stata posta la prima pietra, lo scorso 3 giugno, a Berlino, la città cosmopolita europea per eccellenza, di una nuova Chiesa, progettata dall’architetto WilfriedKuehn, studiata per contenere al suo interno le forme dei tre luoghi di culto dei cristiani, ebrei e mussulmani.  

Questa sì che è una bella notizia, perché dimostra come l’idea di un mondo migliore possa effettivamente esistere nel momento in cui creiamo veri e propri spazi in cui ci si raccoglie per colloquiare con il proprio Dio, passando però tutti dallo stesso posto, ossia provenendo dallo stesso territorio: questo nostro meraviglioso mondo.

Sarebbe stato possibile costruire qualcosa di simile anche da noi, in Italia? Di Alessandro Bertirotti, l'Antropologo della Mente
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