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Ott 15

Chi ha paura del virus cattivo? Di Alessandro Bertirotti

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Alessandro Bertirotti

È tutta questione di… igiene. Ora abbiamo paura di Ebola, come provammo paura per l’HIV. Il primo sta arrivando in questi giorni anche in Europa, mentre il secondo vi è giunto da tempo. Inoltre, abbiamo recrudescenze di altre malattie infettive e gravi, come la tubercolosi. I virus sono le forme di vita più primitive e presenti nel nostro pianeta da “sempre”, proprio per il loro primitivismo e per la capacità di cambiare struttura e forma. I vari tipi di virus seguono vie di trasmissione specifiche, a volte difficili da scoprire velocemente e comunque legate a comportamenti spesso occasionali degli organismi che li ospitano. Comportamenti umani che permettono ai virus il contagio e, a volte, anche la possibilità di mutare il proprio DNA diventando più forti, ossia più virulenti. Anche loro seguono esattamente i comportamenti degli esseri umani: nascono, scelgono l’ambiente che li può ospitare, si sviluppano socialmente attraverso le condotte delle persone, e moriranno quando avranno terminato il loro tempo. Questa analogia dovrebbe farci riflettere sulla presenza in natura di comportamenti che sono tanto antichi quanto contemporanei, e che richiedono l’adozione di accorgimenti riferiti ai nostri comportamenti esistenziali di base, oltre ogni profilassi scientifica. La facilità con cui oggi si viaggia sembra farci credere che quello che ci accade sotto casa sia quello che ci accadrà altrove, mentre esistono profonde differenze locali, in nome delle quali ogni organismo impara a difendersi attivando il proprio sistema immunitario e comportamenti adeguati. In questa situazione, penso che sarebbe importante parlare di cordone, non solo sanitario, ma anche culturale, perché potrebbe essere importante, ancora prima di trovarci di fronte a problemi di salute fisica, fornire informazioni precise sullo stile di vita che si incontra quando ci si sposta in altri paesi. Allo stesso modo, dovremmo fare noi in quanto italiani che ospitano nella propria terra turisti ed immigrati, cercando di comunicare che venire da noi significa arrivarci con la consapevolezza che il nostro stile di vita è legato all’idea di sanificazione degli ambienti e del corpo. Ebbene: andate a vedere quanta igiene esiste per le strade della nostra nazione, per non parlare di quello che si vede nelle stazioni delle città più importanti del Paese. Non è solo Ebola che dovrebbe farci paura, ma tutto l’inquinamento, compreso il lerciume che ci circonda, e che finiamo per assorbire anche solo respirando. E che cosa fanno i nostri politici, ed amministratori locali? Non saprei rispondervi, se non che forse dovremmo prendere noi cittadini le scope in mano e pulire ogni dove. Di Alessandro Bertirotti, l'Antropologo della Mente
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