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Ott 08

La Politica in Operetta, di Maurizio Bonanni

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E siamo.. all’Innominato. Così, da oggi in poi, ho deciso di riferirmi in codice all’attuale inquilino di Palazzo Chigi. Se mai il nostro Paese avesse avuto bisogno di un’iniezione.. letale, ebbene il nostro Gufo Reale (più parla lui, più l’Italia sprofonda e si avvita nella sua crisi senza fine..) provvede alla bisogna, nella sua grande infermeria dell’Art. 18, del Tfr in busta paga, della riforma costituzionale di un Senato irriformabile, composto, in futuro, da cacicchi al quadrato! Per lui, conta solo la Mogherini, candidata di successo al più inutile degli incarichi europei! Una politica da operetta, quindi, con tanto di acuti tenorili e bassi profondi, che offendono i timpani dei nostri maestri cantori di Bruxelles. Sfora “Lui” (il mezzo ducetto francese, esperto di volo cieco, come i suoi Mirage, che ci hanno regalato una Libia jihadista!), allora lo sforiamo anche noi, il deficit.. Merkel ci bacchetta? Ma, suvvia, non faccia la maestrina, che sappiamo sbagliare benissimo da soli!

 

L’Innominato è l’ultima spiaggia, prima dell’invasione della Troika? Allora mettiamo a manetta il voto di fiducia, anche per dare gratis i pannolini agli incontinenti!  Vi ricordate quei quattro poveretti in cordata, precipitati da 500 m. di altezza? Appena scivolerà lui, il nostro amato capo, indovinate un po' che fine faranno anche tutti gli altri? Mai come oggi vale il detto: “Piove, Governo ladro!”. E la Triplice che fa? Per Camusso interposta, intona l’aria di “un’ora sola ti vorrei..”. Bonanni (non io) si sfila, e l’Innominato, con sua grande gioia, si ritrova un’altra donna al tavolo verde. Intanto, il messaggio in bottiglia “famole strane, ‘ste riforme”, si è perso nel grande oceano dell’indifferenza popolare. La tragedia vera è che nemmeno Grillo fa più ridere! Con la storia dell’Isis buono, vittima di un Occidente ostile e miscredente, a M5S di stella non ne è rimasta nemmeno una, all’interno del suo simbolo.

 

Una cosa importante, da non dimenticare: l’Innominabile deve, per forza, vincere al tavolo verde della contrattazione con le parti sociali e alla lotteria del Parlamento, per portare qualche “fiche” buona a quelli che, in Europa, hanno in mano le nostre cambiali. Tutti vorrebbero crescere e stare a galla ma, intanto, aumentano le falle sul Titanic dello Stato fallito. Nessuno, però, che faccia mente locale sulle responsabilità politiche vere. Nessuno che riconosca che tutto ciò che stiamo vivendo, in fondo, è il frutto avvelenato del Compromesso Storico, che ha sovvenzionato, con denaro pubblico, tutti i somari di regime (umiliando oltremodo il merito individuale!), siano essi imprenditori, registi, manager pubblici, etc., tutti ignoranti ma fedeli nei secoli!

 

E che dire, poi, del monopolio culturale della sinistra, che ha ucciso, con il suo.. "centralismo democratico", ogni spirito creativo di questo Paese, una volta intelligentissimo? Poi, metteteci pure Apple, Windows, i videogiochi, e tutti gli spassamenti digitali che, essendo preconfezionati (quindi, per costruzione, con varianti e combinazioni ridotte, a causa dei software "finiti"), riducono di un fattore 10.000 le capacità creative delle generazioni più giovani. Dall'Homo oculare, siamo passati a quello virtuale.. Cioè, l'antisociale puro.. Senza più capacità di contaminazione vera con il mondo reale.

 

Stiamo andando con il cappello in mano (o, meglio: con la spada di legno) da Frau Merkel a chiederle più flessibilità? In cambio di che cosa? E il popolo che dice? Nulla, a quanto pare. Intanto, le file per prenotare l’ultimo nato degli smart-phone Apple (l’i-phone 6, venduto in Italia al modico prezzo di 700€) sono più lunghe di quelle per il pane, nei peggiori momenti di carestia della Russia sovietica! Parliamo, ormai da quarant’anni, di riformare/abolire l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, credendo che, in questo modo, quasi per miracolo, riusciremo a rilanciare l’occupazione in Italia. Ma noi non saremo mai come l’America, dove chi perde un lavoro ha ottime probabilità di trovarne un altro, dandosi da fare.. Da noi, in realtà, chi rimane disoccupato fa le barricate e pretende dallo Stato il suo futuro mantenimento, perché il sistema è ingessato e bloccato, a causa delle inamovibili rigidità degli interessi corporativi!

 

In America, dove esistono ottime Università private, non ci sono milioni di giovani disoccupati intellettuali, costretti a trovare rifugio all'estero. Mentre qui in Italia, cresce a dismisura l’esercito di giovani “neet” (che, cioè, non studiano, né cercano più lavoro, per eccesso di sfiducia, dato che in questo Bel Paese conta solo il.. “merito del compare”!), che vanno a stordirsi di alcool davanti alle vinerie dei centri urbani, piccoli e grandi! Qui da noi, c'è un immenso problema educativo, prima di ogni altra cosa. Chi ha insegnato a milioni di giovani adulti il gusto del sacrificio da lavoro e della libera intrapresa? Perché, per esempio, invece di lasciarli lamentare in massa, non li si educa a consorziarsi tra di loro, per fornire servizi utili al mercato? Perché resiste ancora la follia del posto fisso?

 

Ci rendiamo conto, o no, che milioni di persone sopravvivono solo grazie all’assistenza economica, che viene loro generosamente offerta dai parenti pensionati? Più che Operetta, vedo bene che si tratta di un.. Dramma nazionale, e di certo non a lieto fine, se si continuerà a dare ascolto alle grida manzoniane del nostro giovane Gufo Reale..

Di Maurizio Bonanni

 

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