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Mar 27

LETTERA A UN PAZZO, di Maurizio Bonanni

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  modificata   Prologo: Direttore Sallusti, secondo me, il titolo di oggi, 27 marzo 2015 (" SCHETTINEN"), del tuo "Giornale" è una cazzata. Queste le mie ragioni. Primo: lo Schettino pilota tedesco, semmai, avrebbe perduto quota, perché impegnato a palpeggiare una bionda ostess prosperosa, seduta sulle sue ginocchia, sfiorando una montagna alta un metro di più di quello che lui aveva previsto. Uno spaccone, sfortunato e incosciente, ma nulla di più. Secondo: Lui, lo Schettino vero, no che non aveva visto negli occhi quei trenta morti e passa, che rappresentano il bilancio finale della tragedia Costa Concordia. Invece, il co-pilota Guenter Lubitz li aveva visti negli occhi quei suoi 149 assistiti. Sapeva che molti di loro avevano tutta la vita davanti, e un'immensa gioia di vivere, che li accompagnava in quel viaggio. Allora: "Perché?", Guenter? Perché? Ho chiesto alla mia strizzacervelli personale (l'ho sposata, in via cautelativa..) di spiegarmi, appunto, "Perché?". Zero risposte. Non ci sono. La depressione feroce, annebbia, questo sì, ma alla fine, se proprio devi, ti togli di mezzo, tu solo, in modo rapido e in silenzio. Fatta la tara sulle follie post-Settembre 2001, con porte superblindate delle cabine di pilotaggio, che non si aprono nemmeno con l'intervento dell'Arcangelo Gabriele, o sull'incoscienza di chi controlla un bel nulla, a proposito di idoneità psico-fisica (per timore, poi, di doversi subire una causa di lavoro e feroci proteste sindacali), rimane la solitudine dell'uomo, la sua coscienza, la sua percezione del mondo circostante. Quello che a me interessa, ora, è di stabilire se esista un confine netto, tra il kamikaze integralista, che si farebbe esplodere a occhi chiusi, potendo, portandosi dietro il doppio dei passeggeri dell'Airbus 320, e Guenter. Direi questo, a fiuto (mi scusino gli psichiatri: non ho studiato abbastanza..): tra la Guenter-depression e la jihad-exaltation il salto energetico, esistente tra uno stato di "normality" e un altro di estrema eccitazione (gli allontanamenti dalla linea mediana della curva comportamentale hanno l'andamento, rispettivamente, di picco verso l'alto -esaltazione- e di un altro diretto in basso -depressione grave) è, in valore assoluto -tralasciando, cioè il.. segno!- esattamente lo stesso. Questo mostro energetico qualcuno lo chiama Demonio. Io, XX-Ray. Cioè, una radiazione perversa della mente, potente come una carica nucleare! A questo punto, ha importanza se dietro l'Otello-Guenter ci sia uno Iago (che, certamente, esiste per lo jihadista, etero diretto dai suoi imam radicali), o no? Quello che qui a me appare interessante rappresentare è la.. Decisione, nell'uno, come nell'altro caso. Un numero impressionante di terroristi (ricordate, ad es., gli attentati nei luoghi pubblici, in Israele?) si sono fatti esplodere tra la folla, avendo prima, con assoluta calma e freddezza, guardato bene negli occhi le loro future vittime: bimbi, donne, anziani, civili innocenti. Che cosa vedevano in loro? Semplice, in fondo: quello che vedevano i medici nazisti quando sottoponevano a ogni genere di torture e di esperimenti (ricordate quelli sui gemelli?) le loro piccole vittime. Direi semplicemente che, nella follia lucida dell'ideologia della razza, della classe e della religione, non c'è più l'Umanità, di fronte al bisturi, all'AK-47, al tritolo e alle fiamme; ma soltanto una.. Cosa. Ecco: la cosificazione, dello spazio, del tempo e della carne. Ovvero, quella pastura in cui si avvolge, come in una farina nera, avvelenata, l'Altro da sé; perché il suo volto divenga levigato e anonimo, come nei manichini antropomorfi e lobotomizzati dei quadri di De Chirico, rendendolo, appunto, Diverso da noi; alla stregua di un cristallo, da rompere con un martello, che rappresenta, appunto, la Decisione; l'energia XX-Ray. Hitler, Stalin, Boko Haram, Al Qaeda, Daesh-Isi, e moltissimi Satana come loro la vedono così. E, purtroppo, questi sono in grado di distruggere il mondo, perché sostituiscono, con incredibile leggerezza cosciente, la Morte alla Vita. A me dispiace solo di non aver potuto accogliere quei 140 ragazzi qui da noi, in Italia, vivi e vitali, per continuare assieme a lasciarci irraggiare e riscaldare dal soffio caldo e sensuale della vita. Sarà per la prossima! Per chi crede! Di Maurizio Bonanni
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