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Ott 03

UOMINI e DONNE o MASCHI E FEMMINE?

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Sarebbe meglio chiamarli “maschi” e “femmine”

perché i loro comportamenti si avvicinano

a quelli delle nostre antenate e progenitrici scimmie antropomorfe

Un titolo originale per una trasmissione che vuole parlare a un target così esteso. Tutti sono coinvolti e direi che lo spirito con cui è nata era nobile. Chi conduce lo sappiamo, e di sicuro il gruppo di autori che curano i contenuti sono capaci di trovare ogni anno e per ogni edizione esempi di giovani e meno, in grado di rappresentare la società nel suo modo di esprimersi più attuale. Il dubbio è che con il passare degli anni sia il popolo ad evolversi per diventare il modello per la trasmissione invece di essere il format tv ad ispirare il pubblico a casa. Dal punto di vista antropologico, è naturale che esista il target aspirazionale, una tipologia di persone che aspirano a diventare quello che vedono. Da sempre si seguono modelli nella musica, nella moda, nel teatro, nel cinema e di conseguenza in tv. Della responsabilità degli autori (ne) ho parlato settimana scorsa. Mi soffermerei sui concorrenti che partecipano e animano la trasmissione. Sarebbe meglio chiamarli “maschi” e “femmine”, perché, dal mio punto di vista, i loro comportamenti si avvicinano a quelli delle nostre antenate e progenitrici scimmie antropomorfe, le quali, senza parlare (e nella maggioranza dei casi, lo consiglierei ai concorrenti della trasmissione…), adottavano appunto comportamenti e atteggiamenti del tipo che vediamo riprodotti in questa trasmissione. Visioni rovinose della vita quotidiana seduttiva italiana, questi concorrenti rischiano di essere appunto apprezzati come se il maschile e femminile che esprimono si potesse, o si dovesse, trasformare in quegli Uomini e Donne. Ecco, volevo ricordare a tutti noi, che gli Uomini e le Donne sono altra cosa rispetto ai comportamenti che vengono indotti per incrementare l’audience. Nella realtà di tutti i giorni, in genere, le persone che lavorano per portare a casa la loro pagnotta, sono riuscite ad evolversi, imparando a gestire umanamente il versante animalesco della propria sessualità, il linguaggio, le emozioni e i comportamenti. E, per ultimo, queste persone sono persino consapevoli della responsabilità che hanno verso le nuove generazioni. Certo, capisco che parlare di responsabilità in queste trasmissioni, come di etica, sia davvero originale. Ma, sapete, a me piace davvero essere originale. E non è difficile quando la banalità è così evidente.
Di Alessandro Bertirotti, l'Antropologo della Mente
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