È tutta questione di… empatia.
Siete abituati a miei articoli, dove segnalo fatti e notizie che ci portano ogni volta a riflettere su quanto il mondo sia diventato invivibile e teatro di continui scontri.
Questa volta, desidero darvi un segnale positivo riguardante sia l’importanza del web, se ben utilizzato, sia la speranza di incontrare persone diversamente uguali. Utilizzo questi due termini, anche se potrà sembrare una pubblicità al mio testo pubblicato l’anno scorso, semplicemente perché rappresentano al meglio il messaggio che voglio esprimere.
La mia posizione sia politica che ideologica credo sia chiara a tutti. Tendo a non nascondermi e spero di non farlo mai. Sono un uomo di scienza e coscienza e amo l’onestà. Ogni giorno prego per un mondo migliore, ma faccio fatica a trovare persone che dimostrino coerenza tra il dire e il fare. Con questo, non voglio esaltare la mia persona, perché in quanto uomo sono debole e con tanti limiti, come tutti. Però non desisto dal ricercare ogni giorno la forza per migliorarmi, per il bene personale e con la responsabilità di far parte di un gruppo: la società in cui vivo, per non dire il mondo.
Si dice che tutti siamo utili e nessuno è indispensabile ed è proprio vero. In un mondo dove non si contano più scontri e polemiche, se scopro qualcuno che non la pensa come me, ma è pronto pacificamente al confronto, mi viene da sorridere e inchinarmi alla sua intelligenza, felice di poter instaurare un dialogo.
Ho conosciuto, o meglio sto conoscendo sempre di più e meglio, Eugenio Cardi, attraverso il web. È un intellettuale italiano di cui abbisogna la nostra nazione. Mi chiederete perché, e giustamente. Perché è sincero, chiaro, efficace e anche forte, in molte sue espressioni letterarie e nei personaggi che racconta. È un uomo che in molte sue convinzioni, ad esempio quelle politiche e religiose, è decisamente lontano da me, dal mio sentire e dalle mie idee. E la cosa interessante è che proprio questa differenza fra noi, tanto evidente quanto importante, rende la nostra nascente amicizia e reciproca lettura, del tutto necessaria, specialmente in questo nostro mondo.
Il suo ultimo romanzo si intitola Venduta da mia madre, Profondo Rosso Edizioni, uscito in Argentina da qualche mese, e in distribuzione in Italia da marzo. È la storia dura e cruda di una bambina di 10 anni, indotta alla prostituzione dai propri genitori. Un romanzo tratto da una storia vera, raccontata ad Eugenio da chi l’ha vissuta sulla propria pelle.
Io ho avuto difficoltà a leggere il testo, nel senso che la mia sensibilità ha dovuto lottare per procedere nella lettura, di fronte a descrizioni ambientali ed emozionali che davvero toccano il cuore e sapere che esistono queste realtà crea quello sconforto cui è necessario però reagire. Una reazione che prende la forma di una denuncia a tutto tondo, che supera qualsiasi convinzione partitica e ideologica, perché qui l’interesse è antropologico e sociale: fare emergere condizioni di vita alle quali non diamo la nostra sufficiente e necessaria attenzione.
Continuo a pensare che potremmo farcela, come nazione e come Occidente, ad affrontare e risolvere in tempi accettabili queste situazioni, ma dobbiamo avere maggiore coraggio, e lo dico per primo a me stesso, proprio quello che mette in campo Eugenio al mio fianco. Noi due, diversi nel comunicare, ma uguali nel voler sconfiggere questi abomini.
Di Alessandro Bertirotti, l'Antropologo della Mente