Dic 15
La strana situazione della guerriglia romana
Il 15 ottobre scorso hanno sfilato per le strade del centro di Roma migliaia di giovani, donne, uomini, di famiglie provenienti da tutta Italia con bambini, che chiedevano un futuro, un lavoro, un tempo migliore, perché la sensazione è davvero quella di avere perso il controllo della propria vita e di non avere idea di quale sia il nostro futuro. Ma un gruppo, circa un centinaio, di ragazzi violenti si sono impossessati di una notissima Piazza, la nota San Giovanni, quella dove si trova la Cattedrale di Roma e dove si svolgono le più significative manifestazioni politiche, anche travestite da feste canore come quella del 1° Maggio, per ridurla un colabrodo, in barba alle forze dell’ordine che apparivano decisamente impreparate ad affrontrare la rivolta prevedibile degli infiltrati delinquenti.
Mentre pacificamente si protestava in tutto il mondo, in 952 città per l’appunto, oltre 80 Paesi, compresa quella Grecia dove il tasso di suicidi ogni giorno, dato di cui non si parla perché fa rabbrividire, che vede palcoscenico di simili fatti soprattutto il Partenone scelto simbolicamente per dire “basta!”, vedendo protagonisti aggregazioni di giovani fare amicizia in questo momento terribile di difficoltà per tutti, cercando di trovare insieme delle soluzioni, di riflettere sostanzialmente senza trincerarsi dietro a bandiere, simboli o ideologie che in questo momento non servono a nulla ma solo a sfuggire sempre di più alla soluzione, a distrarre dal problema e a restare poveri e senza energie, qui a Roma si è trovato il modo e il tempo per dare sfoggio dell’ennesima prova di stupidità, dell’immoralità che ci sovrasta, dell’indegnità che ci attanaglia.
Ma tutto questo avrà avuto qualcosa a che fare con il voto in più che ha confermato la fiducia al Governo con 316 si e 301 no? E con le nomine – lampo di nuovi vice ministri e un sottosegretario, che stanno costando agli italiani solo 4 milioni e mezzo di Euro? Perché il Governo Berlusconi è una tassa occulta per tutti gli italiani e di questo siamo un po’ stanchi dal momento che, sia chi lo ha votato che chi non lo ha fatto, fa fatica ad arrivare a fine mese e non può accettare in silenzio questi giochetti di palazzo attendendo la manna dal cielo!
Parlando con la gente che ha sfilato per le strade di Roma, andando personalmente a fare un giro per curiosità, per stanchezza e senso del dovere, mi sono resa conto che questa manifestazione è stata davvero il frutto di un movimento interiore che esercita una pressione e la sensazione di essere tutti ormai vicini alla soglia della povertà, con il terrore di poter non avere un tetto sulla testa un giorno o l’latro, di poter non avere un’istruzione decente per i nostri figli o le cure necessarie fra poco, perché tutti stiamo invecchiando e i nostri bisogni si accomunano. Il popolo del 15 ottobre era un popolo che si muoveva per fame, perché servo in un modo o nell’altro del sistema, perché spaventato di non avere più nulla su cui contare. La manifestazione del 15 ottobre somigliava a quella di cui abbiamo studiato sui libri di Storia, è simile a quella dell’inizio della Rivoluzione francese, 1789/99, periodo di radicale sconvolgimento sociale che costituì un momento epocale di cambiamento della storia del mondo, la cui principale conseguenza fu l’abolizione dell’Ancien Règime.
Vanessa Seffer