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Set 23

Elezioni. La crisi regionale alla luce del vuoto programmatico

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di Enzo Coniglio

 

Fra un mese andremo alle elezioni e dovremo selezionare 90 rappresentanti tra i candidati di 47 liste oltre naturalmente il nuovo Presidente tra pochi Kapò ben noti ai più, almeno di nome (in ordine alfabetico): Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 stelle; Rosario Crocetta sostenuto dal PD e dall’UDC; Cateno De Luca di Rivoluzione siciliana; Giacomo Di Leo del PC dei lavoratori; Claudio Fava sostenuto da IDV, SEL, Federazione della Sinistra e Verdi; Mariano Ferro leader storico del Movimento dei Forconi; Davide Giacalone per Ali alla Sicilia; Giancarlo Miccichè in rappresentanza di Grande Sud e del Partito dei Siciliani; Nello Musumeci sostenuto da PDL, PID e La Destra; Roberto Saureborn vincolato alla Unione democratica per i consumatori e Noi Sicilia – Movimento anti Equitalia e infine Gaspare Sturzo con il nuovo movimento Italiani Liberi e forti.

 

Si tratta sostanzialmente delle forze politiche presenti sul territorio prima della crisi costretti a coalizzarsi per poter più facilmente superare la sfida elettorale; coalizioni che hanno un senso in termini di vecchie ideologie ma che non hanno molto senso alla luce della complessa e tragica realtà siciliana attuale.

 

A noi Siciliani quello che dovrebbe interessare realmente è analizzare a fondo il programma effettivo che questa destra intende realizzare per la Sicilia nei singoli settori. Certamente abbiamo una grande fiducia in Nello Musumeci, nella sua etica e nella sua lunga esperienza politica ma nonbasta. Avremmo voluto esaminare un programma che purtroppo non esiste ad eccezione di alcune indicazioni generiche.

 

Le cose vanno un poco meglio nella cosiddetta Sinistra dove Rosario Crocetta ha presentato delle linee guida  interessanti anche se ancora troppo generiche per potersi chiamare “programmi effettivi,strutturati in obiettivi, risorse e impieghi”. In quest’area, la criticità maggiore risiede nell’alleanza tra il PD che occupa certamente l’area di centro-sinistra e un UDC che giura e spergiura che non andrà mai a sinistra e che la sua vocazione è l’area del centro. Ma allora perchè si allea con con il PD in Sicilia mentre rigetta la stessa alleanza a livello nazionale? Si ha l’impressione che si tratti di un “matrimonio di convenienza” che potrebbe non reggere alla luce delle alleanze decise fuori dai confini siciliani e da noi molto spesso subiti.

 

Ma le cose non vanno meglio nell’area del centro rappresentato dal Grande Sud e dall’ex MPA, oggi denominato Partito dei siciliani. Si tratta di un’area di centro dimezzata e azzoppata che non ha certo brillato fino ad ora per le proposte programmatiche. Ha tutta l’area di essere un centro – destra e allora in questo caso non si capisce perchè non si è alleata con Nello Musumeci. O meglio, si capisce fin troppo bene!

 

La sinistra coagulata attorno alla personalità di Claudio Fava non è più omogenea delle altre aree se si considerano le notevoli tensioni esistenti e non risolte tra SEL e IDV.  E potremmo continuare ma ci fermiamo qui perchè appare ormai evidente che in questi mesi non si è proceduto a realizzare un confronto duro se volete ma a tutto campo che interessasse i diversi settori con il preciso impegno di superare le numerose criticità incontrate.

 

Troppa area trita e ritrita!  Cosa c’è da aspettarsi da questa situazione? il persistere e il rafforzarsi dell’errore fatto nel passato e che consiste non nel confrontarsi sui programmi e sull' elaborare dei progetti.

 

Al contrario. Si continua a unirsi o a scontrarsi sulle personalità, sui polli presenti nel grande pollaio siciliano e non sulle cose da fare.

 

E questo i Siciliani di destra, di sinistra o di centro, non lo possono più tollerare perchè significherebbe condannare definitvamente alla miseria i propri figli e rimanere subalterni di un Nord che non ha cambiato affatto il proprio atteggiamento verso il Sud.  Facciamo uno sforzo quindi per mantenere la coerenza politica delle nostre idee ma nello stesso tempo smussiamo il più possibile gli angoli; ampliamo le nostre alleanze e soprattutto confrontiamoci non all’interno dei partiti morti e sepolti, ma nelle istituzioni vive e vibranti della nostra società civile sulle proposte concrete da adottare tutti insieme nell’interesse dei nostri figli che non sono nè di destra, nè di centro, nè di sinistra; che non sono i figli di Musumeci, di Miccichè, di Bersani, di Casini o di Crocetta. Sono i nostri figli luminosi come tutti i colori dell’arcobaleno.  Questo ci impone la durissima realtà di oggi, il nostro senso etico e morale e il buon senso del padre di famiglia.

 

Purtroppo si tratta soltanto di un sogno che non potrà diventare realtà nel breve e medio periodo a causa di una supponenza ed ignoranza che non si fermano neppure di fronte alla tragedia che stiamo riservando ai nostri figli.

 

E questa è la vera tragedia che caratterizza la nostra Isola da troppo tempo: vivere nel nulla e per il nulla. E così sia!

Da SiciliaInformazioni del21/9/2012

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