Far parte di un gruppo significa potersi confrontare con gli altri, mettere in gioco le proprie capacità, vedersi attribuire un certo valore, avere la possibilità di esprimere le proprie potenzialità e quindi poter crescere e realizzarsi.
Ma quando sei una donna e ti trovi in Sicilia e vuoi far parte del gruppo, tutto questo che sembra normale, naturale, diventa un grosso problema.
Le donne. Sono un gran bell’argomento che mi ha sempre preso molto, che mi ha fatto scrivere molto, perché uno dei più controversi che mi sia capitato di pensare. Abbiamo fatto rivoluzioni per ottenere il giusto, ma abbiamo anche finito con l’esagerare. Ci abbiamo preso gusto.
Ottenere rispetto dagli uomini in ambienti lavorativi, nel sociale, in famiglia non è cosa scontata. Una donna deve faticare tre volte di più per ottenere risultati e soddisfazioni.
Rientrando a Palermo per un periodo di lavoro, o meglio di tentativi di lavorare, alcuni mesi fa, mi sono imbattuta nei più grotteschi atteggiamenti: molti signori uomini hanno cercato di sminuire tutti i miei tentativi di voler organizzare situazioni lavorative, cercando di smontare i miei entusiasmi e le mie proposte. Qualcuno poi ha cercato di rubarmi anche le idee. Ma quello che mi è di più saltato all’occhio è stata la mancanza di cooperazione da parte di altre donne. Sguardi di sospetto, di invidia. Non si è ancora capito che l’unione fa la forza e che se ci sostenessimo a vicenda potremmo spuntarla senza fare troppa fatica.
Il culmine dello sconforto però l’ho raggiunto osservando proprio la mia città. Prima di tutto una città sporca, ferita al cuore dall’incuria, e umiliata dall’indifferenza. Dalle strade ai marciapiedi, alle panchine, al verde, alle statue e ai muri imbrattati, fino ad arrivare all’immondizia che ha sommerso tutto e agli escrementi di cani borghesi che hanno segnato oltre misura il territorio.
Ho sentito di dover fare qualcosa e mi sono avvicinata ad un illustre intellettuale palermitano, Antonio Piraino, che ha creduto in me e che ha ideato un gruppo nel quale sono ben accetti tutti coloro che hanno una visione condivisa del bene e del futuro della nostra terra, a qualunque colore politico appartengano, purchè si abbia realmente e seriamente voglia di fare. Così è nata Carta 9 gennaio ed io con lei dal primo vagìto. Ma per poter toccare più a fondo la questione del degrado urbano ho dato vita ad un’ appendice del nostro movimento con il gruppo Il Valore delle Piccole Cose. Entrambi arruolano presenze e consensi, scambi di opinione e quant’altro attraverso Facebook, che ci dà l’opportunità di essere sempre in contatto dovunque siamo, poiché per lavoro o altro siamo tutti sempre in giro. Io stessa vivo attualmente a Roma, venendo a palermo minimo due volte al mese, ma i membri dei gruppi mi sentono molto vicina, in quanto sono continuamente collegata, anche attraverso il telefono mobile, per controllare le situazioni che si creano sulla mia pagina o su quelle dei gruppi.
In particolare Il Valore delle Piccole Cose chiede ai cittadini siciliani di provare fotograficamente l’incuria delle varie amministrazioni, accogliendo i commenti degli stessi ed anche di coloro che vivono nel resto d’Italia.
Il confronto è più che mai produttivo e i membri dei gruppi, così come gli amici facebucchiani, sentono il coinvolgimento, aldilà della volontà di fare amicizia fine a se stessa. Tutti, se ben spiegato, hanno voglia di fare qualcosa, anche una cosa piccola e di poco sforzo per sentire di aver regalato un gesto per la propria città. Tutti sperano nei cambiamenti e nei miglioramenti.
Ma io arrivando a Palermo ho sentito subito il freno dell’energia, l’immobilità, l’inedia, l’accettazione passiva di queste negligenze che gioco forza s’intrecciano anche alla maleducazione di fondo di buona parte della comunità.
Da quando abbiamo fondato Carta 9 gennaio e Il Valore delle Piccole Cose sento una ventata di aria fresca, sento che il sangue ribolle nella gente, che stufa si rende conto di essere giudicata, guardata dall’esterno e accomunata alla parte sfigata e incivile della cittadinanza screanzata, senza valori e villana.
L’intento de Il Valore delle Piccole Cose è di creare una rete fra le nove città siciliane e tutti i comuni più o meno grandi della Sicilia. Scattare le foto delle cose che non funzionano, che potrebbero essere riparate con poche migliaia di Euro, piazze , vie, tratti di lungomare riportati alla dignità per lo sguardo curioso dei turisti e fiero degli ospiti. Tutte queste prove verranno esibite agli amministratori che dovranno necessariamente provvedere.
Ogni due giorni approdano al porto di Palermo navi da crociera che ci portano migliaia di visitatori. Perché questa gente dovrebbe spendere i loro soldi da noi, comprare nei nostri negozi, mangiare nei nostri ristoranti, se quello che vedono è sciatteria, noncuranza, sporcizia, strade e marciapiedi insozzati e malconci, panchine disossate, aiole tristissime, palme sofferenti, lampioni senza lampadine, graffiti sui monumenti e chi più ne ha più ne metta!?
Non devo parlare delle cose meravigliose di cui disponiamo, ma desidero ricordare che l’abito fa il monaco e che l’impressione che diamo insieme alla chiara fama che ci precede ci distrugge su tutta la linea.
Comunque se è vero che gli amministratori facilmente si disinteressano di questi problemi è anche vero che i cittadini fanno la loro parte. Di sicuro la sciatteria regnerà sovrana in molte case di molti palermitani, anche in case di lusso.
Senza un’accurata educazione sin dai primi anni di età, a casa, nelle famiglie come a scuola, sono come minimo questi i risultati che possiamo ottenere.
Ma sono orgogliosa dei passi che stiamo facendo e dei primi risultati che stiamo conquistando attraverso i gruppi. Innanzitutto un notevole risveglio di coscienze che si erano assopite perché l’atteggiamento che si genera in casi come questo è soporifero. Poi si sono registrate le prime opere di sistemazione di piccole cose sottolineate dal gruppo de Il Valore delle Piccole Cose.
Il sindaco di Palermo ha chiesto scusa ai cittadini attraverso La Repubblica, ci aspettiamo quindi quanto prima i fatti dopo le parole.
Inoltre la voce di un ingente numero di donne si sta facendo sentire.
Sono onorata di aver ricevuto l’incarico di gestire un Dipartimento della LUP, Libera Università della Politica, che s’interessa di Beni Culturali e Immigrazione, per il quale sto progettando una serie di eventi per diffondere la cultura della condivisione e dell’aggregazione con gli immigrati nella nostra terra, partendo da una conferenza e tre film dedicati all’Iran di Jafar Panahi. Per coadiuvarmi nell’organizzazione di tutti gli avvenimenti che si alterneranno, ho scelto di avvalermi di un team di sole donne, per concretizzare il mio sogno di un’intesa e una complicità al femminile.
Vanessa Seffer
Da diritti negati.eu
26 marzo 2010