Giu 12
Il Circo Pdl, di Maurizio Bonanni
I candidati del Pdl alle amministrative? Fenomeni da baraccone, direi, visti i risultati.. Di loro, a quanto pare, va evidenziata la scarsa spina dorsale, in assenza del “Mangiafuoco” di Arcore, che infonde forza e coraggio, con le sue apparizioni al fianco, dividendosi in mille, per le foto-manifesto! Imitando Primo Levi, diremmo: “Se questo è un Partito”! Ormai, è chiaro a tutti: quello che sopravvive del centro-destra (meglio non raccontarci storielle sulla differenza tra amministrative e legislative! Basti pensare a quando si faceva l’en-plein di entrambe!) non sono più né la Lega, né (tanto meno!) i prodi di An-Fli, e via ricombinando, di quella che fu la galassia ex-missina, rifugiatasi -per tempo- sotto l’ombrello capiente del fondatore di Forza Italia. A perdere, però, sono stati tutti i Partiti italiani, in questo turno drammatico, in cui i numeri elettorali contano quanto il Due di Picche, in una partita dove il Grande Slam consiste nella vittoria su tre fronti “invincibili”, per noi. Ovvero: globalizzazione; destrutturazione e rifondazione della Pubblica Amministrazione e del Mercato del Lavoro, Formazione compresa; crescita del Pil nazionale, “almeno” sulla falsa riga delle Nazioni occidentali che fanno meglio di noi, da questo punto di vista.
Sono molti anni (davvero troppi!) che stiamo accuratamente evitando di tagliare il nodo gordiano della nostra economia assistita, rinviando da sempre lo smantellamento di tutte quelle superfetazioni amministrative (prima organizzative e, poi, procedurali) che soffocano, come la corda l’impiccato, la libertà di impresa. Per non parlare, poi, dell’impossibilità, pagata cara da Berlusconi, di attuare il grande piano di riforme liberali del Sistema-Italia, pattuite con gli Italiani, a seguito della sua.. “discesa in campo” nel 1994! Quegli errori clamorosi -a causa dei veti trasversali di alleati e caste burocratico-sindacali, di varia natura e specie- e il successo della protesta, che ha visto la recente vittoria elettorale del M5S (ridotto a feudo dal suo leader comico..) alle legislative di febbraio scorso, sono interamente imputabili alla mancata attuazione delle promesse elettorali del ‘94, regolarmente disattese da Fi-Lega-An-Pdl, durante i, pur non brevi, otto anni in tutto di governo del centro-destra. Ripeto: “otto”, e non “venti”, come la folle propaganda di Debenedetti-Scalfari-Repubblica vuol fare intendere, grazie anche alle clamorose menzogne, in proposito, diffuse nei lunghi, stucchevoli editoriali del Direttore e del vicedirettore di “La Repubblica”, fieri alfieri -da sempre- della campagna di denigrazione contro il “Berlusconismo”.
A quando, caro Massimo Giannini, parlerai -senza la tua solita “langue-de-bois”- di quell’altra clamorosa menzogna dello “Scalfarismo”, che le ha proprio sbagliate tutte, a proposito di misure anticrisi e di rinascita istituzionale dell’Italia? Il Grande Eugenio, come noto a tutti, ha puntato e fatto puntare, regolarmente, su cavalli “zoppi” (Bersani in testa!) mai arrivati al traguardo o, in caso contrario, che hanno smarrito il biglietto vincente della lotteria, perdendo elezioni già vinte, con due decimali di scarto, rispetto all’Opposizione! Come La Repubblica ben sa, per averne favorito la strategia e coperto -in tutti questi anni, dal 1992 in poi- i successivi, clamorosi, nefasti errori, sono stati proprio i “suoi” Governi di sinistra, da lei fortissimamente sponsorizzati, ad averci ridotto in schiavitù, con la storia dell’euro e dei Trattati capestro, voluti da Berlino! Perché non si grida e si dice, fuori dai denti, da quelle pagine inchiostrate, che l’Italia muore per eccesso di corporativismo; per lo strapotere di una Triplice sindacale che, soprattutto nel Pubblico Impiego e nei settori strategici dell’istruzione secondaria e universitaria, è la vera, autentica palla al piede, che impedisce il rinnovamento di questo Paese?
Perché, come ho più volte suggerito, non si dice che occorre alleggerire il pubblico impiego di milioni di unità, o con una Cassa Integrazione speciale (che lasci nelle loro tasche, che so, l’80% degli attuali trattamenti salariali, fino alla pensione), o con la diffusione sistemica del telelavoro, risparmiando, così, più di un quarto di Pil, per dismissioni di molte migliaia immobili, riduzione delle spese fisse e di investimento della P.A., alleggerimento del traffico urbano e dell’inquinamento nelle grandi città, etc.? Perché non copiare, letteralmente, quanto stanno facendo gli Usa, in materia di insegnamento universitario a distanza, di cui beneficiano, attualmente, decine di milioni di giovani in tutto il mondo? Cos’è, avete paura che gli studenti si accorgano, in tal modo, di avere docenti ben al disotto dello standard di formazione internazionale, rispetto a quelli del Mit? Perché, soprattutto, non imitare gli Usa, per quanto riguarda il voto elettronico? Forse, perché il rischio di troppa trasparenza danneggerebbe, in primo luogo, l’apparato del Pd? E, infine: quando smantellerete i riti e le assurdità di un sistema bicamerale e di governo, nato morto dai vostri compromessi sulla Costituzione del 1948? Attendo, sconsolato, dalla riva del fiume, che passi il cadavere del Compromesso Storico..
Maurizio Bonanni