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Giu 25

Appesi all’intimo, di Maurizio Bonanni

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  Quando la biancheria intima condiziona la grande politica! Fu così nel passato dei Regni europei di Francia e Inghilterra. Per non parlare di Troia -senza ironia..-, dalla quale pur origina, per mano del suo Enea, la storia di Roma! Lo stesso è avvenuto, in epoca moderna, con Kennedy e Clinton, sebbene abbiano fatto cose assai rilevanti in politica estera e interna. Certo, non tutte le loro scelte si sono rivelate positive, a posteriori. Anzi: errori clamorosi e ingiustificabili sono stati fatti da tutti i Presidenti Usa, dal Secondo Dopoguerra in poi, nell'accompagnare, creare e sostenere -con fiumi di miliardi di dollari- i regimi più totalitari, sanguinari e oscurantisti del mondo, dall'Asia, al Medio Oriente, all'America Latina. Quindi, potremmo dire, "ben gli sta!", a Kennedy e Clinton, se qualcuno (prima o dopo la loro scomparsa politica: vedi Marilyn, per il "dopo" e, per il "prima", la famosa stagista, che conservò come una reliquia il liquido seminale del suo Presidente!) è andato a curiosare impietosamente sotto le loro lenzuola, per abbatterne il mito! Ma, Berlusconi? È, forse, la stessa cosa? Direi di no, ovviamente. Primo, perché noi siamo del tutto irrilevanti e marginali, nello scenario internazionale. Secondo, perché al posto di Silvio, a godersi tutto quel ben di Dio di avvenenti fanciulle, avrebbe voluto esserci il 99% della popolazione maschile mondiale!   Mi sa che, se volessimo andare a fondo, le galere si dovrebbero aprire per molte migliaia di clienti ignari, che hanno avuto rapporti con ragazze e donne di cui non conoscevano la vera età, invitandole a festini e seminando corruzione a destra e a manca, tanto da fare impallidire i fasti e i peccati di Arcore.. Poi, tutto si tiene, in realtà: la supplenza ultra decennale della Magistratura, invocata da più parti (soprattutto a sinistra) per mettere un argine alla corruzione dilagante in questo nostro Paese; le politiche dell'inciucio e dei piccoli e grandi scandali, che coinvolgono da decenni la nostra classe politica, tali da consentire a quest'ultima di continuare a parlare del sesso degli angeli, anziché dei durissimi "circenses", che l'Italia si dovrebbe subire, per preparare la sua rinascita politica, sociale ed economica! Quindi, grazie ai media di ogni segno e colore politico, da venti anni ci stiamo trastullando con l'aria fritta dei processi a Berlusconi, come se, eliminato lui, si potesse spalmare il 30% del voto moderato su quel feretro storico rappresentato dalla sinistra italiana o, ancora peggio, sul M5S, del cui capo carismatico si vede solo la desolante ugola profonda, che “insulta, minaccia e se la piglia cu' me!" (vi ricordate del favoloso "Don Raffae' " di De Andrè?).   Andiamo, colleghi, di chi la colpa se ci manca una Merkel o un Blair? Noi italiani soltanto siamo i veri colpevoli del nostro amaro destino! Lo ripeto: dalla mia parte, rimprovero a B. di non aver mai realizzato quelle riforme liberali, pur indispensabili, scritte come inchiostro sull'acqua, nel suo famoso "Patto con gli Italiani" del 1994. Ora, mi capita, addirittura, di leggere centinaia di pagine sul tentativo di ricostruzione della destra liberal-conservatrice italiana, da parte di ex An.. Ma di che cosa stiamo parlando? Semmai, ci sarebbe da creare un vero epifenomeno ideologico, prettamente italiano, sconvolgendo tutto ciò che è stato detto e scritto negli ultimi due secoli di storia occidentale.. Per esempio, perché non affermare con forza che i lavoratori debbano essere i veri e soli "padroni" del proprio lavoro? Posso concedermi un soldino di utopia? Pensate se gli addetti ai grandi comparti produttivi (metalmeccanici, edili, commercianti, professioni liberali..) costituissero dei trust comparabili, per consistenza finanziaria, a quelli delle grandi holding industrial-finanziarie che dominano oggi il mondo, mettendo interamente capitale proprio, e facendo di ogni lavoratore-azionista l'unico beneficiario del valore aggiunto prodotto dalle aziende e dalle banche del Trust!   Fare esempi è facile:  se milioni di metalmeccanici italiani versassero ciascuno un paio di migliaia di euro/anno (interamente defiscalizzati) a un Fondo di investimento ad hoc, potrebbero, in poco tempo, comprarsi la nostra Fiat decotta e tutte le altre aziende del settore, scegliendo democraticamente: i propri rappresentanti nei Cda; il management; le quote di risparmio da reinvestire. Di più: potrebbero battere i grandi monopoli dei fabbricanti delle onnivore (energeticamente parlando..) e obsolete auto con motore a scoppio (scoperto nell’Ottocento!), dando un formidabile impulso alla ricerca e alla produzione, a basso costo, di auto elettriche! In questo caso, se i lavoratori diventassero i veri padroni, a che cosa servirebbe il Sindacato? Già, questo è il vero problema (e non la biancheria intima di Arcore..): le enormi, totalmente ingiustificate rendite di posizione della rappresentanza politico-sindacale nostrana, che nessuno ha il coraggio di rimuovere. Pur di mantenere intatti i loro privilegi e diritti di veto di sempre, ci troviamo a pagare un prezzo terribile, per tassazione abnorme del reddito, costosissimi servizi pubblici da terzo mondo, disoccupazione dilagante, mafiosità inespugnabile del territorio, etc.. Solo un grande sogno, in realtà, ci salverà! Di Maurizio Bonanni
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