Lug 12
Morire d’Immigrazione, di Maurizio Bonanni
Ha ragione Papa Francesco: d'immigrazione si può..morire. Nei due sensi di marcia, però, di quelli che arrivano, e di quegli altri che li.. "ricevono". La prima faccia della medaglia (che definiremo "Croce") riguarda direttamente gli esseri umani, ovvero i disperati che fuggono (se possono!) da ogni terra, vicina o lontana, che sia ostaggio dell'odio, del sangue, della miseria, o vittima di catastrofi naturali. Il profilo del profugo cambia, tuttavia, in funzione degli scenari, come vedremo.. Il lato "Testa" coinvolge, invece, la responsabilità degli Stati, sotto assedio per l'arrivo di flussi sempre più consistenti di disperati, che provocano, non di rado, forti reazioni xenofobe, da parte dei cittadini residenti. Inoltre, l'imponenza dei numeri attuali della migrazione, che coinvolgono massivamente le aree geografiche di maggior benessere, stressa le economie, spesso già deboli, degli Stati interessati, a causa della rapida saturazione delle strutture pubbliche di accoglienza, e degli altissimi costi sociali, economici e politici, che comporta l'onere di assicurare un'adeguata ospitalità (casa, lavoro, cure mediche, sussidi, assistenza..) a centinaia di migliaia di immigrati illegali.
Nelle migrazioni di massa, interviene il diritto internazionale (e/o quello comunitario), che fa obbligo -agli Stati firmatari delle relative convenzioni- di offrire ai profughi adeguato rifugio, in campi attrezzati per l'accoglienza, concedendo "erga omnes" un permesso temporaneo di soggiorno, in genere rinnovabile, fino al termine dell'emergenza che ha determinato i motivi dell'accoglienza. In altri casi, come quello delle persecuzioni religiose, etniche, o che riguardino particolari gruppi sociali, vengono attivate, da parte dei diretti interessati, le procedure per il riconoscimento del diritto d'asilo o, meglio, della "protezione internazionale", che comprende le due fattispecie di "status di rifugiato" e di "protezione sussidiaria". La legge italiana, in particolare, prevede che sia il richiedente la protezione (anche per il tramite dell'assistenza delle associazioni di tutela dei migranti) a motivare e documentare adeguatamente la propria richiesta, che deve essere presentata "di persona" agli uffici pubblici competenti, all'atto dell'ingresso dell'interessato nel territorio dello Stato in cui chiede ospitalità. Parentesi: perché la Signora Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, non ha detto di essere stata riconosciuta rifugiata dalle autorità del Regno Unito? Se l’avesse fatto, sarebbe stata immediatamente giudicata inespellibile, a norma dei Trattati europei! Mistero..
Invece, nella maggior parte dei casi (che riguardano i così detti "profughi economici") gli Stati ospitanti -per impedire la violazione dei loro confini, da parte dei migranti non autorizzati- alzano barriere protezionistiche di ogni tipo: giuridiche; di sicurezza; preventive -come quella, ad es., del respingimento in acque internazionali dei barconi di clandestini-; di rinvio automatico al Paese extracomunitario di provenienza, in caso di accordi bi(multi)laterali; etc.. Ora, anche un bambino capirebbe che, in presenza di risorse "finite", e sempre più "limitate", esiste -oggettivamente- un numero critico massimo (in funzione dell'estensione territoriale, del Pil e della densità della popolazione autoctona) di migranti che possono essere accolti all'interno di un singolo Stato, prima che questo "imploda", in modo disastroso, a seguito del collasso economico, sociale, politico e umanitario, causato dall'afflusso abnorme di immigrati. È forse questo che vuole Papa Francesco? Ovvio che no! La sua parola è "Accogliete come fratelli coloro che arrivano, chiedendovi soccorso!". È questo è, certo, un dovere umanitario, prima ancora di formare un obbligo per i cristiani!
Poi, però, esiste un pensiero laico, che ha la sua voce in capitolo, in merito. In materia di immigrazione, siamo in presenza, infatti, di un gigantesco equivoco. Ovvero: i rifugiati più bisognosi non sono quelli che arrivano a Lampedusa (in genere, giovani, determinati e che hanno trovato parecchie migliaia di dollari per pagarsi il loro "viaggio della speranza"!), ma i molti centinaia di milioni che restano intrappolati, senza via di scampo, nei loro Paesi fatiscenti, senza Stato, o guidati da élites corrotte, rapaci e sanguinarie, che continuano, però, a mantenere i loro legittimi rappresentanti in seno all'Assemblea dell'Onu! Nessuno che vada a liberarle e soccorrerle, quelle masse abnormi di diseredati, che vediamo spesso morire a sciami, per fame, malattie, repressioni, eccidi, stupri, pulizie etniche, etc.! Perché, in tutti quei casi citati, che gridano vendetta, l'Onu non mette in piedi una coalizione di eserciti agguerriti, che impersonino -per quelle genti oppresse- gli angeli azzurri del "Libera Nos a Malo", e che abbiano il compito di estromettere e commissariare (per tutto il tempo necessario alla ricostruzione fisica, sociale, morale e economica del Paese) un potere scellerato che, invece, le stermina e le opprime? Perché, forse, quei Paesi non hanno altre risorse, che individui di ogni età da sfamare?
Comodo girare la testa dall'altra parte, anziché agire, per portare pace, benessere e libertà, laddove c'è più bisogno, magari mettendo in gioco le nostre stesse vite, pur di perseguire un ideale minimo di umanità! Perché non si ha il coraggio di dichiarare illegittimi tutti i regimi che opprimono, impoveriscono e perseguitano il proprio popolo, mettendoli fuori dalla comunità internazionale (e dalle sedi dell'Onu, in primo luogo)? Perché non si dice apertamente che l'unico rimedio alla migrazione di massa, per motivi economici, è quello di favorire al massimo la globalizzazione delle risorse tecnologiche, dei commerci e della libertà di movimento di persone, beni e servizi? Solo se i Paesi esportatori netti di flussi di immigrazione (che, spesso, li usano come arma letale, per influenzare i rapporti internazionali!) diventeranno degli Stati normali, in cui i cittadini abbiano voce in capitolo, si potranno evitare le immagini dei disperati che arrivano ai confini (marini e terrestri) di questo Occidente, ricco, inguaribilmente vecchio e egoista! Se può servire a chiarire la mia idea: se avessi avuto un figlio maschio, lo avrei chiamato Francesco! Però, mi ricordo anche che l'Angelo della Giustizia ha il Libro in una mano e la Spada nell'altra! Dio ci salvi dagli ipocriti benpensanti!
Di Maurizio Bonanni