Lug 19
Il Pasticcio in salsa kazaka, di Maurizio Bonanni
Morire per il Kazakistan? Almeno, sapessimo dov'è! Certo, qualche autore, o regista, particolarmente immaginifico, ci scriverà su una bella storia, o ne farà un film di successo, un giorno.. Ma, intanto, il Governo Letta cammina sui carboni ardenti, perché i "talebani" dei due schieramenti, che compongono l'assortita maggioranza parlamentare del "c'eravamo tanto odiati", vorrebbero riaprire l'ordalia elettorale già da ottobre prossimo, cavalcando l'onda del mare, sempre in tempesta, della politica gridata. Del resto, il Governo Letta non ha rinviato a quel periodo le tanto attese decisioni sulle misure di contenimento della spesa pubblica? Per dire: a sinistra, gli eterni "frondisti" non sono, per caso, quelli del " Mai al Governo con Berlusconi!", o chi, con accento toscano, giurava fedeltà al suo Segretario, per poi assassinarlo -metaforicamente- nel segreto dell'urna? Quindi: stiamo pronti a tutto, noi italiani, che avremmo ben altre piaghe da curare! Ne cito solo alcune: disoccupazione -soprattutto giovanile- dilagante; imprese che muoiono, o delocalizzano, e non creano più vera ricchezza da ridistribuire; una pubblica amministrazione che vive a testa in giù, avvolta come una mummia nei suoi privilegi di casta, nell'immobilismo, negli sprechi e nell'inefficienza eretta sistema; un mondo politico e istituzionale pressoché paralizzato, incapace di rinnovamento, di idee e di capacità di decidere, nell'interesse collettivo.
È, invece, di che cosa si occupano le cronache? Degli insulti leghisti alla Kyenge, e del caso di un dissidente-oligarca kazako, Mukhtar Ablyazov, rifugiatosi a Londra, dopo aver trasferito illegalmente decine di miliardi di dollari dal suo Paese, finendo così sulla lista nera di Interpol! A causa del rimpatrio forzato della moglie di Ablyazov, Alma Shalabayeva, e della figlia piccola, avvenuto in circostanze, a dir poco, rocambolesche, il Governo Letta rischia quanto meno di dover sostituire in corsa -con un comodo "rimpasto" a ottobre- personaggi del calibro del Ministro dell'Interno, Angelino Alfano (che ricopre anche gli incarichi di Vicepremier e di Segretario del Pdl: ma, detto tra noi, non sarà un po' troppo, visto che lui, di certo, non è la.. Trinità?) e degli Esteri, Emma Bonino. Malgrado la tripla blindatura preventiva di Napolitano, Epifani e Berlusconi, gli scricchiolii "sinistri" che riecheggiano nelle cronache, con dichiarazioni a ruota libera di esponenti politici del Pd e dell'opposizione, non lasciano dormire sonni tranquilli ai timonieri della "Strana Maggioranza". Alla fine, sono certo, prevarrà, nel Pd, la disciplina leninista di partito, e si lascerà ondeggiare sulla corda tesa un Governo senza alternative! Tutti sanno, infatti, che Napolitano non scioglierebbe mai le Camere, senza che si sia prima varata la riforma elettorale, con relativa rottamazione del grasso "Porcellum", con il quale hanno abbondantemente banchettato tutti i Segretari e Presidenti degli attuali Partiti politici, per la costruzione di maggioranze parlamentari abnormi e di una schiera di “nominati”, anziché di “eletti”..
Due parole, ora, sulla questione delle dimissioni dell'attuale Ministro dell'Interno. Sul merito (l'espulsione di due "inespellibili", vietata dalla Convenzione internazionale sui rifugiati e dalla stessa Bossi-Fini), si sono già espressi qualificati rappresentanti delle Ong di tutela dei rifugiati, intervenendo su materie, tra l'altro, conosciute "a memoria" dagli Uffici competenti del Ministero dell'Interno. Se le "carte" stanno a posto, il rispetto dei principi, al contrario, non lo è affatto! Quindi, chi va sanzionato, in questo caso? La catena di comando amministrativa dell'apparato "procedente", o il Ministro di tutela, o entrambi? Mettiamola così, partendo dalla mia esperienza diretta e personale. In qualità di dirigente dello Stato, mi sono trovato più volte a farmi carico di errori commessi dal mio ufficio e da miei sottoposti, di cui non mi sono accorto per tempo. Credete che io abbia denunciato ai miei superiori il(i) colpevole(i) delle relative mancanze? Ovviamente no! Ho offerto, semplicemente, la mia "testa", assumendomene tutte le responsabilità. Ovviamente, sono rimasto al mio posto, perché -a sua volta- la catena di comando ha fornito la copertura necessaria, giustificando e auto emendando l'errore intercorso. Come dovrebbe comportarsi il Ministro competente? Ognuno valuti per sé: io ho detto la mia.
Voglio, però, sottolineare qui un punto della massima importanza. Per legge di.. "natura", in sistemi complessi, in cui un solo uomo è preposto, politicamente, a dirigere migliaia di Uffici (centrali e periferici), con centinaia di migliaia di addetti, nel complesso, è del tutto impensabile che funzioni una.. vendetta dall'alto, eseguita mediante la decapitazione di alcuni vertici amministrativi "pro tempore" (come il Capo di Gabinetto e i Direttori centrali.). Infatti, fidando sul senso di responsabilità e di lealtà dei moltissimi che non vengono avvicendati, la mancata tempestiva assunzione della relativa responsabilità politica, nelle ben note vicende kazake, porterà, come minimo, un ingolfamento e a un pauroso rallentamento delle decisioni ascendenti e discendenti della catena di comando ministeriale! Sapete, voi, quante sono le innumerevoli decisioni quotidiane, che vengono autonomamente assunte da impiegati di livello inferiore, perché -in moltissimi casi- non v'è il tempo materiale per attivare le risposte e le direttive della catena gerarchica? Un mare, un oceano.. Senza questo senso di responsabilità, che va dall'impiegato al dirigente, quel poco che funziona nella Pubblica Amministrazione si bloccherebbe del tutto!
Quindi, Letta (Enrico) ci faccia, piuttosto, sapere quante decine di miliardi di euro si risparmierebbero, ad es., istituendo un comando unificato delle principali Forze di Polizia, con sale operative comuni e, magari, nomenando al vertice un Segretario Generale per la sicurezza, comandante "tecnico" supremo delle varie polizie italiane (civili e militari), scelto, a rotazione, tra Prefetti e Generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza! È perché, sempre Letta (Enrico), non ci dice quanto si risparmierebbe, se quelle decine di migliaia di operatori in divisa delle stesse Forze dell'Ordine tornassero ai loro reparti operativi, lasciando a piedi migliaia di alti dirigenti dello Stato, che potrebbero fare a meno dei loro autisti in divisa, utilizzando semplici e convenienti "taxi-card", per i loro spostamenti quotidiani (così, almeno, nelle banche dati riservate, ad acceso limitato, i responsabili politici e amministrativi potrebbero conoscere, in tempo reale, dove vanno e cosa fanno i loro alti dirigenti)? Ma, su queste cose banali, che costano l'equivalente di decine di Imu all'anno al povero contribuente, come mai i miei colleghi della carta stampata e dei media restano sordi e muti? Porro, Telese, Formichi, Santoro e Lerner, perché non organizzate una bella gazzarra televisiva su questi argomenti, che stanno veramente a cuore a tutti noi?
Di Maurizio Bonanni