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Set 13

La mesta Italia, di Maurizio Bonanni

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Avete notato? L’Italia s’è.. “mesta”! Perché, in effetti, siamo diventati così tristi.. Anche troppo, direi! La cabala dice che "Venti" è per noi un numero tragico/magico, in questa appena abbozzata Nazione post-unitaria, sempre troppo giovane (grazie al suo tratto ferocemente campanilista e familistico), a quanto pare, per occuparsi delle cose serie! Come avviene per i territori fisici, in alta montagna, la forcella dei due decenni funziona da spartiacque tra i diversi confini socio-politico-ideologici della geografia politica italiana. La numerologia nazional-popolare -per non parlare che dei cicli recenti- ha contemplato, nell’ordine: il Ventennio fascista; poi quello berlusconiano (in verità, B. ha governato “esattamente” nove anni. Tanti quanti la sinistra che, però, ci ha condannati all’euro e assoggettati alla mannaia dei Trattati di stabilità!) e, infine, dal 1992 a oggi, due decenni di strapotere giudiziario su quello politico. Domanda retorica: ma non è, per caso, la ‘Giustizia’ un mero “servizio pubblico”, come la Polizia, la Sanità e la Scuola? Del resto, in un popolo di sudditi, che avversano -in un trionfo d’individualismo e di anarchia- ogni forma di potere costituito, il "giustizialismo" è la consolazione di sempre, per chi, come noi, in fondo (figli dei Borboni, dei Savoia e dei mille e uno Tomasi di Lampedusa), non possiede un orgoglio nazionale da difendere e tutelare.

In democrazia un potere (politico) non viene decapitato dalla ghigliottina (un vero peccato, secondo alcuni!), ma dal giudice naturale, dopo che le sue fondamenta sono state lasciate marcire, per decenni, nella palude della corruzione, del familismo esasperato, nonché della dittatura assoluta degli interessi particolari, a discapito del merito e delle pari opportunità. È questo il caso italiano? La risposta è complessa, poiché la radice del problema è di matrice culturale. Sostanzialmente, la passione individuale per la "mamma" (cioè, di colei che, dalla nascita, si fa carico di noi, ci cura e ci protegge), nella versione collettiva l’abbiamo trasferita da sempre allo Stato, da cui ci aspettiamo assistenza (possibilmente gratis..) a vita. E, da qui, derivano i nostri eterni problemi, anche a causa del fatto che, da alcune decine di secoli, la nostra credenza religiosa ci ha sospinti nel grembo accomodante e sconfinato della Provvidenza, che ci rassegna ai guai (che, detto per inciso, adoriamo infliggerci da soli, nella stragrande maggioranza dei casi!). Onde per cui, il fatalismo e il pregiudizio hanno sempre avuto il sopravvento sull’Homo Faber italico, artefice del proprio destino.

Ma, qual è l’impalcatura marcescente che sorregge questo pietoso scenario? Sostanzialmente, dietro le quinte, domina una mostruosa, gigantesca forma di “Inerzia” collettiva! Perché, se lo Stato è “immanenza”, allora tutto e nulla rappresenta l’essenza dello Stato stesso e, quindi, l’immobilismo e la paralisi anticinetica regnano sovrani! Il “movimento” è il nostro nemico (e, soprattutto, lo è per la miriade attuale d’interessi costituiti!) e, con esso, qualsiasi spinta al rinnovamento! Chiarisco meglio quest’ultimo aspetto. Sapete com’è fatta la palla avvelenata che si sta divorando il futuro delle giovani generazioni? Si tratta di un pianeta grande quanto la Terra, fatto di regole, formule giuridiche e cavilli di ogni genere e forma. Prendete la Costituzione, il Diritto civile e penale, le loro procedure, gli organismi giurisdizionali amministrativi, come i Tar, il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti, i Tribunali del lavoro.. Un Paese che sia capace di guardare al futuro avrebbe, già da molto tempo, cambiato radicalmente la sua Costituzione catto-comunista (quantomeno dopo la dissoluzione dell’Urss e la fine della Guerra Fredda!), e smantellato tutto l’orrido, perverso sistema giuridico-amministrativo, che nega giustizia a chi la chiede, e brucia centinaia e centinaia di miliardi di euro per il proprio auto sostentamento!

Provatevi voi, se ne siete capaci, a cambiare le regole giuridiche, in modo tale che le nuove ci facciano passare da un Paese di feudatari dell’Alto Medioevo, a una democrazia avanzata! E che cosa farebbero mai milioni di legulei, d’impiegati e dirigenti pubblici, sindacalisti e intermediari professionisti di ogni risma e colore, senza quella formidabile diga di carta, che impedisce ai comuni mortali di avere servizi pubblici minimamente decenti e voce in capitolo nell’amministrazione delle risorse pubbliche? Oggi, il teorema Berlusconi consente di concentrare tutto il male (o il bene) possibile sulla responsabilità di un uomo solo, che nulla poteva fare (e nulla ha fatto, in effetti..) per rimuovere questo immenso blocco d’interessi che vive di spesa pubblica. Sistema industriale compreso, visto che, da noi, lo Stato è il principale (e, spesso, l’unico!) committente -per l’enorme mole di appalti pubblici erogati- delle imprese private!

Avete visto Casaleggio, immerso con il suo inedito doppiopetto nella kermesse di Cernobbio? Nel delirio del leader di M5S, il futuro della politica è il “Web Wisdom” (Il Saggio della Rete), che orizzontalizza i processi decisionali e aiuta la gente a creare, letteralmente, la democrazia “dal basso”! Se così fosse, non si capisce che ci fa la coppia Grillo-Casaleggio a decidere, per tutti noi.. “cittadini”, le sorti del Parlamento e del Governo! Sapete dove sta, invece, la soluzione di tutti i nostri mali? In una parola magica: “digitalizzazione” (o “Web-Economy”). Avremo raggiunto il paradiso in terra, quando, finalmente, saremo passati dalla carta al digitale, facendo della P.A. un gigantesco “open-space”, dove chiunque abbia titolo possa fornire al cittadino -rimanendo entrambi, operatore e richiedente, comodamente seduti nel salotto di casa!- qualsiasi “prodotto” amministrativo di cui abbia bisogno, e che vanti un valore reale per lo stesso utente! “Burocrazia zero” significa, in primis, cancellare, con un tratto di penna, quella palla avvelenata, in cui si concentrano (nel linguaggio occulto e arcaico delle mille e una burocrazie nazionali) tutti i vizi di chi, amministratore pubblico, lucra sulle proprie rendite di posizione, inviluppando soluzioni semplici in una sterminata ragnatela di procedure, che moltiplica all’infinito i livelli di intermediazione e i costi inutili per la collettività.

Ricordiamoci che i nostri unici, veri giacimenti nazionali, sono quelli della “materia grigia”: facciamo dell’Italia il Regno del Wi-Fi e dei servizi “immateriali” (che, cioè, possono essere richiesti e forniti via-web), e vedrete quanti milioni di nuovi posti di lavoro e quanta ricchezza sapranno creare per noi le nostre più giovani generazioni! Cara Politica, di destra e di sinistra, se ci sei, batti un colpo. E lascia stare l’alibi del berlusconismo e del suo opposto! È solo una nuova era culturale che ci serve!

Di Maurizio Bonanni

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