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Dic 18

Forconi, maschile di “Forche”? Di Maurizio Bonanni

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 Dai “forconi” alle “forche” ci passa, forse, soltanto una differenza di.. “genere”! E non si tratta di grammatica, quanto di matrice politica. Guardiamo alla Storia, mai abbastanza “Maestra di vita”: che cosa ci insegna? Che, all’inizio di ogni rivoluzione, a mettersi in moto, fare le barricate, scontrarsi con le forze dell’ordine è la tanto vituperata “marmaglia”, coacervo di disperati e di disperazione, composta da persone incensurate, e da molte altre censuratissime, che hanno quotidiana dimestichezza con la violenza. Bene: quand’è che la miccia accesa arriva fino al barile di polvere, ovvero dilaga, diventa di massa? Ad es., quando il braccio armato dello Stato si “disarma”, per decisione dal basso, e gli uomini in divisa, pagati per tutelare l’ordine pubblico e difendere i confini della Patria, semplicemente abbassano la guardia, rifiutandosi di picchiare (o di aprire il fuoco su) persone inermi, che rassomigliano come una goccia d’acqua ai propri padri, figli, fratelli, mogli e sorelle. Basta, forse, un casco abbassato, come segnale premonitore? Si tratta, nel caso dei Forconi, della miccia giusta, o è stata già estratta “bagnata”, dal laboratorio della sofferenza sociale e dell’insofferenza unanime per una vastissima classe politica, inetta e corrotta?

Si tratta di una nuova Vandea, o di semplice folklore violento, che giustappone centri sociali (ambidestri!), black-bloc-casseurs, ultras desiderosi di allenarsi anche sulle piazze (visto che in curva stanno strettissimi e isolati), a categorie super coccolate, come quelle dell’autotrasporto assistito, ai contadini inferociti e impoveriti dagli eurodisastri della Pac e da una filiera lunghissima e feroce di intermediazione, caratterizzata da sprechi e vessazioni? Facciamo finta di non sapere, o vogliamo finalmente scandalizzarci, perché a un produttore di radicchio al Nord 1 kg di prodotto viene pagato 10 -dieci!- centesimi, mentre sui banchi dei supermercati romani, ad es., quota più di 3 €, ovvero 3/(0,1) = 30 volte tanto!? E quale percezione dell’attuale protesta “BlocchItalia” ne hanno le autorità costituite, Governo tutto, in primo luogo, e il Ministro dell’Interno, in particolare? Quanto sono affidabili le analisi dei “Servizi” sul rischio in atto? Se hanno gli infiltrati che fanno capire di avere, come mai non sono state poste in essere, tempestivamente, misure preventive e le azioni di contrasto opportune, attraverso le Questure, per un drastico ridimensionamento della mobilità delle fasce più violente del composito conglomerato protestatario?

Ricordo sempre che attendo una risposta dal Presidente Letta sugli immensi sprechi che riguardano le vetture di servizio, per dirigenti civili e militari, che non ne hanno alcun bisogno per la propria sicurezza e/o per esigenze d’istituto, pienamente tutelabili con una semplice “taxi-card”, fatturabile in base alle tariffe Consip.  Perché i Sindacati di polizia (tutti!) e dell’Esercito continuano a coprire questo immenso scandalo, che vede impegnati decine di migliaia di “giovani” effettivi in divisa, in attività di servizio che non producono il minimo beneficio per il cittadino che paga le tasse? Chiusa parentesi (ma, Presidente Letta, mi dia una risposta, altrimenti.. lo dico a Renzi!). Vogliamo parlare delle pene dei padroncini dell’autotrasporto, che fanno fatica a tenere in strada l’unico Tir che possiedono? Allora diciamola tutta: in un Paese civile che si rispetti (v. Francia, Inghilterra, etc.), da alcuni decenni la grandissima parte del traffico merci si sarebbe dovuta spostare su ferro, facendo risparmiare al Paese, e a tutti gli Italiani, ricchezze immense.

Qui lasciatemi, per inciso, rinnovare la denuncia storica, verso tutta la classe politica, che si è avvicendata dal 1948 a oggi, e nei confronti di grandissime imprese come Fiat, che hanno svenduto le città alla più bieca speculazione fondiaria ed edilizia, abbandonandole (volutamente!) al più caotico sviluppo urbano dell’Occidente! Si è permesso che aree agricole completamente vergini fossero invase da una lebbra di cemento, senza pensare “prima” a dotarle di infrastrutture, come il trasporto urbano su ferro (metropolitane), che avrebbe innalzato la qualità della vita di intere generazioni, alla stregua dei Paesi più evoluti del Nord Europa! Invece no: si sono subiti gli assurdi ricatti della Fiat e del suo indotto, per disseminare milioni di brutte macchine, fortemente inquinanti, in tutto il territorio italiano, urbano e periferico! E l’agricoltura? Non ha, forse, rappresentato un immenso terreno di pascolo clientelare, per i due grandi Partiti-chiesa, Pci e Dc? Chi vuole protestare (a giusto titolo!), metta in coda agli striscioni, oltre gli slogan, i nomi di tutti i politici che hanno svenduto la nostra agricoltura in Europa, lasciando che fosse distrutta da francesi e tedeschi, grazie al nodo scorsoio della Pac! Entriamo, per cortesia, nel dettaglio più specifico delle azioni concrete da fare, per smantellare “oggi” ciò che non ci permette più di vivere e di valorizzare la nostra agricoltura di qualità, per gli assurdi regolamenti e direttive che ci vengono da Bruxelles!

Voglio dire, per parte mia, a coloro che protestano (e che in troppi, nei media, con superficialità, incoscienza e scarsa professionalità, equiparano, semplicemente, alla “marmaglia”..): come pensate che decine di milioni di italiani, martoriati dalle tasse, afflitti dagli stessi, identici vostri problemi, si possano mobilitare, mettendosi in fila dietro i trattori, se bloccate le vene e le arterie vitali di questo Paese, obbligando persone inermi e pacifiche ad abbassare coattivamente le serrande, come gesto di solidarietà? Come potete pensare di avere un consenso popolare, insultando e malmenando comunissimi cittadini come voi, che chiedono, in tutta semplicità, di raggiungere il proprio posto di lavoro? Perché, vi chiedo, questa miriade di azioni a “gatto selvaggio”, disperse, scoordinate, che ben si prestano ad ambigue regie locali, di ogni genere e grado, senza che vi siate dotati di un coordinamento politico serio, a livello nazionale, che metta duramente l’accento sulle enormi crepe di uno Stato totalmente inefficiente e di una classe politica da mandare interamente a casa, questo sì (e chi non condivide, oggi, un simile sentimento?), senza dire con “Chi” la intendete sostituire?

E ancora: perché non si chiede più libertà d’impresa, e non si impone allo Stato-amministrazione, con la forza della protesta di piazza, di diventare molto più leggero, magari obbligandolo a spostare tutte le sue attività burocratiche sul web, come accade per i servizi digitali, offerti con grande successo dalla “web-economy”? Perché non si dice, sempre allo Stato e alla sua immensa pletora di burocrati, che a noi non servono a nulla le sue attività di auto-amministrazione, pari al 90% del totale? E questo vale pari, pari per “tutti” i servizi pubblici essenziali, come trasporti, sanità, scuola, inflazionati a dismisura dalla proliferazione di livelli amministrativi, che rappresentano solo un fardello inutile e costosissimo, per la comunità! Via l’Italia dall’Euro e dall’Europa? Facciamo un referendum sulla Moneta Unica, oggi del tutto impossibile, a Costituzione vigente?

No, non è questa, a mio avviso, la strada giusta, per uscire tutti vivi da questo inferno dell’economia assistita e di una burocrazia asfissiante, onnipresente, onnivora e pasticciona. Evadere e non pagare più le tasse in massa? Sì, questa è l’arma nucleare. Ma servono milioni di persone disposte a tutto, incuranti della forza repressiva dello Stato. E chi l’organizzerebbe? Grillo e M5S? La rinata Fi? Il Pd di Renzi? Posso sorridere? Buona protesta a tutti!

Di Maurizio Bonanni

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