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Feb 25

Maurizio Bonanni intervista l’On. Potito Salatto parlamentare europeo

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 Foto Potito_Salatto

L’On.le Potito Salatto, parlamentare europeo uscente e non ricandidatosi, è un politico di lungo corso di area democristiana “classica”, cofondatore, assieme a Mario Mauro, Andrea Oliviero e altri, del nuovo partito di centro “Popolari per l’Italia”. Lo abbiamo incontrato, immediatamente a ridosso della presentazione della lista dei Ministri al Quirinale, da parte del Premier incaricato, Matteo Renzi.

D. On.le Salatto, Popolari per l’Italia è un tentativo di “Terzopolismo” (alla Monti-Casini-Montezemolo, per intenderci), oppure un’aspirazione di ritorno all’antico, quello della prima Dc (o del Partito Popolare sturziano), depurato dagli antichi mali (clientele, corruzione, signori delle tessere, meridionalismo senza sviluppo,..)?

R.  Oggi, di fatto, esiste uno schema tripolare, in Italia, impersonato dalla triade  Grillo-Renzi-Berlusconi. Il Partito dei Popolari per l’Italia vuole rappresentare una valida alternativa, a questo stato di cose. A nostro avviso, infatti, l’Italia ha bisogno, oggi più di ieri, di una forza centrale e popolare, lontanissima dalla matrice “populista”, di Partiti come Fi di Berlusconi e l’M5S di Grillo. Un centro che, comunque, sia alternativo alla sinistra. Per questo, in Europa, come popolari, facciamo riferimento al Ppe, mentre il Pd si riconosce nel Pse.

Noi puntiamo alla conquista del voto di chi oggi si astiene, decidendo di non votare nessuno dei tre Poli (Fi, M5S, Pd). Riteniamo che si debbano riscoprire valori, ideali, comportamenti, modi di intendere i rapporti tra politica e società, diversi da quelli manifestati dai Partiti che, fino a oggi, in questa Seconda Repubblica, hanno non solo rappresentato, ma creato, con la loro dissennatezza, le attuali condizioni di disastro di questo Paese.

La politica economica non si riprende, se non ci sono riforme istituzionali, se non c’è un salto culturale morale, ideale, che ricrei speranza e fiducia, anche nell’espressione della politica e dei suoi rapporti tra gli elettori e i loro rappresentanti. Ecco, Noi vogliamo poter essere tutto questo.

D. Che cosa ne pensa del Governo Renzi, la cui lista dei Ministri è stata appena presentata al Quirinale?

 

R. Stasera (21 febbraio) scopriamo che Renzi (il quale, come è ormai di dominio pubblico, intrattiene un rapporto sotterraneo e privilegiato con Berlusconi), per il prossimo futuro, godrà sicuramente, in Senato, del soccorso “azzurro” di FI, attraverso Verdini, perché i Popolari per l’Italia hanno ben 10 senatori su 12 (gli altri due sono dell’Udc), dato che io non credo che Renzi riesca a governare con la maggioranza minima di cui dispone sulla carta.

Questo sta a indicare che, nel rapporto sotterraneo con Berlusconi, l’obiettivo vero, finale, sarà quello di voler arrivare a elezioni anticipate, nell’impossibilità di governare questo Paese. Renzi, a quanto pare, colloca alla sua destra il Cavaliere (con il quale l’intesa è possibile), e alla sinistra Grillo, come vera opposizione. Vedremo se, nei prossimi giorni, tutto questo produrrà qualcosa di positivo per il Paese, o se, invece, non aggraverà la situazione, aggiungendo costi sociali elevati all’assenza di unità politica, che affligge l’Italia, in questa delicata fase storica. In particolare, vorrei capire come Renzi riuscirà a rappresentare compiutamente il nostro Paese, quando assumerà la presidenza Ue dal 1° luglio!

Verrebbe voglia di ritorcere all’amico Renzi la sua famosa frase: “Stai sereno”, fidati di Verdini, di Berlusconi e vai avanti. Vedremo quello che succederà immediatamente dopo.

 

D. Qual è la sua idea di “Centro”? Perché c’è bisogno di una posizione “terza”, quando è storicamente scomparsa (sulle cose da fare, almeno) la distinzione tra “Destra” e “Sinistra”?

R. E’ un fatto di ambizione,l un modo di dire “né con la destra, né con la sinistra!”. Io non mi ripresento, a livello europeo, perché ritengo di aver compiuto il mio impegno nelle istituzioni: 2 volte al comune di Roma; 2 volte alla Regione, 1 volta al Parlamento europeo. Per questo, per la costruzione di un nuovo centro, vorrei dedicarmi alla nascita di questa realtà politica, al fine di consentire a quelli più giovani di me di avere un punto di riferimento e di crescita, che premi partecipazione, meritocrazia e competenza. Spero di riuscirci.

 

D. Qual legge elettorale, secondo lei, è la migliore per questo Paese?

 

R.  Noi riteniamo che ci sia un sistema elettorale con un livello di sbarramento un po’ più alto per le coalizioni. Non il 37%, ma il 40%;. Intendiamo batterci per il superamento sia delle liste bloccate –con l’introduzione della preferenza per le elezioni dei parlamentari-, sia per una riduzione, dall’8% al 5%, della soglia per i partiti che non intendano presentarsi in coalizione. In questo Paese il bipartitismo non esiste e non potrà mai esistere. Perché le stratificazioni della nostra società sono tali, per cui è difficile che l’elettorato si riconosca in uno o nell’altro Partito. Le varie modulazioni richiedono rappresentanze diverse.

Detto questo, noi non abbiamo voluto fondare un partitino e, quindi, ci adopereremo per poter essere il punto di riferimento di quello che noi definiamo l’area dei riformisti moderati. Con l’apertura massima a tutti. In questi ultimi giorni abbiamo sollecitato il Ncd di Alfano e l’Udc di Cesa a trovare una soluzione unitaria (non solo per le note vicende elettorali, a causa delle elevate soglie di sbarramento previste dall’Italicum), per la ricomposizione unitaria dei popolari in Italia, distanti da Berlusconi, distinti dalla sinistra e lontani da Grillo!

D. In tema di alleanze, ad es. con la galassia liberale, potrebbe esserci un’alleanza organica elettorale, oppure è soltanto un parlarsi per preparare un futuro comune?

 

R. Noi su questo siamo aperti a tutto: dipende anche dalla volontà degli altri, poter seguire un percorso del genere, che riteniamo essere l’unico vincente, rispetto alla sfiducia che serpeggia e che emerge fra i cittadini, nei confronti della politica. Per noi, c’è bisogno di un soggetto nuovo, in termini di contenuti, di valori e di ideali, che riporti al centro del sistema quelli che, oggi, sono andati distrutti. Un esempio eclatante, per capire a quale livello sia oggi arrivata la politica in Italia, è rappresentato da ciò che è avvenuto, l’altro giorno, con lo streaming di Grillo, durante l’incontro di M5S con il Presidente incaricato! Veramente, c’è da rimpiangere Zatterin e i suoi dibattiti che, per quanto noiosi, erano fatti tra persone che avevano una grande dignità e che esprimevano idee, contenuti e programmi rispettabili e condivisibili.. Questo non c’è più e noi vogliamo ricostruirlo..

Non è vero, però, che si voglia ricostituire la Dc: noi vogliamo costruire un Partito che si richiami, forse, a valori obsoleti che, però, nella storia, hanno consentito all’Italia di raggiungere livelli -anche economici- di benessere e di progresso, che erano l’invidia degli altri Paesi dell’Occidente. Per questo, noi ci vogliamo ricongiungere all’Europa di De Gasperi, Shumann, e Adenauer, riconducendoci, qui in Italia, al sindaco di Firenze, ma non Renzi, bensì a La Pira, che ancora brilla per la grandezza del suo pensiero.

 

D. Che cosa ne pensa sull’introduzione del vincolo di coalizione? Nel senso che, qualora in Parlamento un Partito esca dalla coalizione, si andrà semplicemente a rivotare.

R. Io sono d’accordo. Le coalizioni, ormai è dimostrato, sono un modo per vincere, e non per governare! Un modo di stare assieme, per evitare sbarramenti e le difficoltà di essere presenti in Parlamento. Coalizioni che, una volta costituite, si sciolgono! La Margherita è un esempio. Ancora oggi, lo stesso Pd al suo interno ha una fascia di popolari che soffrono la scelta del Pse, che Renzi dovrà pur attuare, perché a livello europeo si chiede la presentazione delle liste, con l’adesione a uno dei filoni storici europei. Allora, osservo che le coalizioni fatte in questa maniera, rischiano di vincere, ma non di governare! Bisogna, quindi, cercare di capire gli errori del passato e non ripeterli in questa fase di ristrutturazione, assolutamente necessaria, delle istituzioni italiane. Renzi sta commettendo questo errore, secondo me, plagiato e molto dallo stesso Berlusconi. Ripeto, non c’è che dirgli: “Matteo, stai sereno”!

Di Maurizio Bonanni

 

 

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