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Mag 22

Il Vangelo secondo Matteo (Renzi), di Maurizio Bonanni

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Matteo Renzi tra Giuda e Cristo, verso l’Ultima Cena. Quale sarà il suo “vangelo”, celebrata la messa elettorale, a partire da lunedì prossimo, a risultato consolidato per le elezioni europee? Da bravo calciatore dilettante, dopo lo sgambetto a Letta, Matteo pensa molto seriamente ad azzoppare il centravanti Grillo, prima che la rete del Pd sia stracolma di palloni targati M5S. Solo che lui ha difensori anzianotti (D’Alema, Bersani, Bindi, Delrio, Franceschini,..), mentre il Grande Urlatore può mettere in campo milioni di riserve fresche e giovani. Siccome Beppe ha i capelli dritti, ma non è scemo, in questi ultimi giorni di campagna elettorale, ha lasciato che i suoi baldi deflorassero, con le loro mirabolanti dichiarazioni, un po’ tutti i programmi e i talk politici della Tv di Stato che, addirittura, gli ha fatto.. “l’inchino” (alla Schettino), facendo inchinare la corazzata Vespa, di fronte alla sua Isola che non c’è. Ovvio che il nostro esuberante “Rottamatore” stia tentando di arginare la.. “marea gialla” (come si farebbe con le chiazze di petrolio, sversate a mare da qualche superpetroliera incagliata) con un possente cordone fitosanitario, che vada a depurare le acque una volta limpide e rosse del suo Pd. Ma deve stare molto attento al bilancino che pesa il voto dell’astensione e quello della protesta, perché, comunque sia, Grillo lo sovrasterà!

 

  Sarà per questo che la Serracchiani, seguita a ruota dalle altre amazzoni renziane, ha intonato all’unisono il canto delle sirene, dicendo che no, qualunque sia il risultato del Pd, le minacce di Grillo e Casaleggio non sortiranno alcun effetto sulla tenuta del Governo Renzi. Ovviamente, il Quirinale ha fatto subito da sponda, definendo quelle di Grillo, Berlusconi, etc., chiacchiere in libertà. E già: come sappiamo, Napolitano è il garante vero, nei confronti dell’Europa, della Bce e dei grandi speculatori della finanza internazionale, che mai e poi mai passerà l’Attila antieuro e anti Ue! Anche perché, occorre dirlo e ricordarlo con forza ai miei colleghi della carta stampata, che queste “non” sono le nostre elezioni politiche. Tanto è vero che, come sostiene Lilly Gruber (per metà tedesca) la Merkel non fa nemmeno campagna elettorale per le europee, in quanto, giustamente, non si è candidata! E perché Matteo sì?

 

Questo vuol dire che -se i gesti politici hanno una coerenza e sono conseguenti- Renzi ci mette, anche in questo caso, la faccia. Quindi, se dovesse essere bastonato nei numeri da Grillo, dovrebbe andare con il cappello in mano da Napolitano, e chiedere da subito elezioni politiche anticipate, magari resuscitando il Mattarellum (sicuramente non anticostituzionale!), con il soccorso azzurro di Fi. Con un debito pubblico a 2100 miliardi di euro non si scherza davvero. Le minacce dei poteri forti, in tal senso, sono sempre state chiarissime: o si rispettano i Trattati sul Fiscal compact e su Maastricht, oppure si va in default, punto e basta. Per questo Monti, Letta e, oggi, Renzi possono essere soltanto i meri esecutori di un’imposizione che viene da molto lontano. Mi fa davvero un po’ di tenerezza il Renzi che tenta di mettere mano al disastro burocratico, economico e sociale dell’Italia, con la sua piccola elemosina degli 80 euro al mese.

 

Signor Presidente del Consiglio, ma Lei lo sa perché veramente questo Paese affonda? Ignora, per caso, che il nostro declino manifatturiero non è colpa della Merkel, ma di “tutti” i responsabili politici italiani ed europei, che hanno voluto la globalizzazione, senza essere noi delle autentiche economie “globalizzate”? Lo sa, vero, che i nostri mirabili prodotti artigianali manifatturieri (tessile, arte del metallo, meccanica fine e di precisione, lavorazione delle pelli, etc.) non avrebbero potuto resistere nemmeno un solo anno all’inondazione delle merci di bassa qualità, ma a prezzi pari a un decimo di quelli italiani, provenienti dall’Asia e da altri Paesi emergenti?  Lo sa, vero, che la nostra splendida agricoltura è stata seppellita, distrutta e umiliata da prodotti di qualità nettamente inferiore, provenienti da altre aree geografiche dell’Unione? Distrutti allevamenti eccellenti e secolari, con il loro latte da fare invidia anche a produttori Nord europei; desertificati centinaia di migliaia di ettari di ottimi agrumeti; aperte indiscriminatamente le porte a milioni di extracomunitari, che trovano da vivere gestendo bancarelle di stracci e cianfrusaglie “Made in China”, in ogni angolo della strada delle nostre città grandi e piccole; detto tutto questo, come può pensare, Signor Presidente, di rilanciare l’occupazione e la produzione qui da noi?

 

Lei, Grillo e Alfano, per caso, avete oggi la forza (morale, economica e politica) per andare a rimettere in discussione Trattati, come quello particolarmente odioso sulla PAC (Politica Agricola Comune), che assassina la nostra agricoltura di qualità, affogando in un mare di sussidi (pagati da noi!) le vacche francesi e tedesche? Chi saranno i vostri alleati per emendare, addirittura, Euro, Fiscal Compact e Maastricht? Voi, tutti, nessuno escluso, fate campagna per le europee, come se l’Europa non esistesse! Ma lo sapete quali sono i compiti, a norma del Trattato di Lisbona, del Parlamento Europeo, del Consiglio dei Capi di Stato e di Governo e della Commissione Europea? Perché a me, francamente, è parso proprio di no. E fareste bene a rimediare, in futuro.  Per esempio, sappiate che i Trattati e le loro eventuali modifiche non le discute Strasburgo, essendo, a norma del diritto internazionale primario, una faccenda dei singoli Stati nazionali che li sottoscrivono e, quindi, eventuali accordi devono essere trovati, “all’unanimità”, all’interno del Consiglio Europeo e, poi, ratificati dai singoli Parlamenti nazionali. Di che cosa blatera Grillo, con la sua mega follia del referendum consultivo sull’Euro? Ha letto mai l’attuale Costituzione italiana, che sottrae, per l’appunto, i Trattati internazionali al referendum abrogativo?

 

Quanti anni ci vogliono, e quale vittoria schiacciante dei Cinque Stelle è necessaria, alle prossime politiche nazionali, per iniziare il percorso, lungo e sofferto, di riforme costituzionali, che portino all’introduzione del referendum propositivo/ consultivo? Perché, invece di sbandierare la vendita di quattro carrette blu su Ebay, Lei, Presidente Renzi, non va a scardinare, a Costituzione invariata, gli ignobili privilegi dell’impiego pubblico, rispetto a quello privato? Caro Matteo, quelli come me glielo hanno detto e ripetuto cento volte, ai Governi come il suo, come si può e si “deve” fare, per equiparare lavoro pubblico e privato. Altro che la foglia di fico del tetto ai dirigenti e manager pubblici (tra l’altro, una brutta copia dello slogan “Non più alto del Colle”, lanciato tempo fa dal Movimento di Michele Boldrin!), che salva la sua coscienza, forse, ma non toglie un solo grammo al macigno burocratico che opprime lo sviluppo delle imprese e aggrava enormemente la tassazione per i cittadini!

 

Gli Italiani dovrebbero preoccuparsi non poco per lo scarso livello di conoscenze politiche, in campo internazionale e comunitario, posseduto da Lei, Signor Presidente del Consiglio, e dalle sue  Ministre-veline, che rivestiranno, necessariamente, un ruolo di primo piano nella trattativa con la Germania e Bruxelles, per cercare (con scarsissimi risultati, come posso fin da ora assicurare!) di attenuare il rigorismo dell’Unione sui parametri della nostra spesa pubblica, in modo da rilanciare investimenti e occupazione. Cari concittadini, teniamoci forte, perché qui il naufragio è sicuro!

Di Maurizio Bonanni, de L'Opinione

 

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