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Feb 09

Germania-Grecia: e il lupo si mangiò l’agnello. Di Enzo Coniglio

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Foto Enzo Coniglio Quando 2500 fa, Esopo scriveva la favoletta del “lupo e l’agnello” non avrebbe potuto immaginare che milioni di persone l’avrebbero letto e commentato in tutto il mondo nella versione originale o nelle traduzioni e adattamenti di Fedro, di Jean de la Fontaine o di Trilussa; ma soprattutto non avrebbe potuto immaginare che si materializzasse addirittura nell’Unione Europea del 2015. Eppure è così e nessun accostamento potrebbe essere più appropriato. Il lupo è rappresentato dal barbaro sassone, Wolfgang Schaeuble, che dall’alto della sua posizione, incontrando, per conto della sua kapò, Frau Merkel, la pecorella greca, Yanis Varoufakis – che sta in basso e che chiede comprensione dopo una crisi che ha sfiancato il suo intero gregge – risponde come sa rispondere un vero lupo di razza sassone: “Su un punto siamo d’accordo: che non siamo d’accordo”. Una risposta degna della più saggia sibilla barbarico-lupesca. E la pecorella di rimando: ” Ma come? Ti ho illustrato la nostra tragedia; ti ho offerto una masssa enorme di dati e argomentazioni; ci siamo impegnati a pagare per intero il nostro debito ma abbiamo bisogno di un pò di tempo per fare le riforme e guadagnare i soldini per poterti soddisfare… In fondo è nell’interesse tuo e del branco famelico di lupi… non chiediamo altro”. E il lupo, ancora più inferocito per la spavalderia della pecorella che ha osato contraddirlo, sordo e sprezzante ad ogni chiarimento, già pregusta la preda e ne vuole far partecipe a tempo debito, tutto il branco che si prepara intanto al banchetto annunciato: tra loro c’è anche uno scarcagnato lupacchione italiano noto come lo spavaldo fiorentino dalle mille facce. Intanto, si assiste ad un imprevisto disdicevole e imperdonabile per il Grande lupo che lo manda su tutte le furie: il capo del branco dei draghi, osa concedere alla pecorella un prestito provvisorio di ben 60 miliardi in attesa di avviare le riforme e pagare il debito. Ma come osa, lui che è stato messo lì a quel posto, proprio dal branco dei lupi e, con la bava alla bocca, fa annullare il prestito dei draghi e accelera la data finale del banchetto, togliendo alla pecorella le ultime speranze. Ma la pecorella non si scoraggia, reagisce con forza e fa presente che ella è appena entrata nel tenzone e non può essere accusata di colpe che non ha commesso. Povera illusa, risponde il gran lupo ancora con la bocca che gronda una bava mista a sangue: “Se non sei stata tu, è stato tuo padre, tua madre, tuo fratello, chiunque tu voglia, ma sia chiaro:in ogni caso io ti mangio, perchè questa è la LEGGE DEL LUPO!” Che potesse finire così la versione 2015 della storiella ricordata, lo avevamo ampiamente anticipato negli articoli recenti, per lo stesso motivo ricordato da Esopo: il lupo non può cambiare la sua natura e il suo istinto brutale nei confronti della pecorella. La barbarie ha una sua logica inflessibile! Ma vi rendete conto cosa succederebbe se nel mondo reale la pecorella avesse ragione sul lupo? Se l’Europa delle Persone prendesse il sopravvento sull’Europa dei banksters? Se all’Europa del Barbarism si sostituisse l’Europa dell’Humanism? Consolatevi non succederà e voi, da bravi carnefici, da nuovi lupetti minkionelli e imbastarditi, al seguito del lupacchietto fiorentino, sgangherato e schiavizzato, preparatevi per il meschino banchetto, dove potrete sgranocchiare se vi va bene, quattro ossa. P.S. La favoletta nella versione italiana del 2015, ha una parte grigia, non ben definita: sembre che in queste ore in Italia ci sia un nuovo capo branco chiamato mattarella e un nuovo capo dei capi chiamato bergoglio… che ruolo avranno in questa storia – se mai l’avranno – non è dato ancora sapere; vi informeremo tempestivamente durante il lupanaio di Bruxelles, nello spirito del grande Esopo che, incidentalmente, scriveva le favole da schiavo, per far prendere coscienza agli schiavi dei loro diritti brutalmente calpestati.
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