Feb 11
FÀ CHE T’INCONTRI.. di Maurizio Bonanni
"Sliding doors"? Metti una giovane coppia di italiani, a tarda notte a Parigi. Che cosa potrà mai accadere se entrambi, per puro caso, da perfetti sconosciuti, perdessero, contemporaneamente, l'ultimo metrò? La parte pratica dice che, smoccolando nella stessa lingua, scopriranno l'idioma comune e si attrezzeranno per cercare un taxi da.. "smezzare". La parte romantica, invece, mette al primo posto la speranza che si innamorino e perfino si.. sposino! Ecco: avete azzeccato. Questo è esattamente l'inizio della (solo un po'..) divertente pièce "Mi piaci perché sei così", che va in scena al Teatro Quirino fino al 22 febbraio, con interpreti principali Vanessa Incontrada (Monica) e Gabriele Pignotta (Marco), che è anche l'autore-regista dello stesso spettacolo. Lui e Lei coppia perfetta d'avvio, che perde rapidamente colpi con lo scorrere del tempo. Lui si guadagna da vivere con i fumetti. Lei, con un lavoro in banca. Menage usuale (costellato di esilaranti gag, in tutta la prima parte), per la coppia italiana, in cui Lei lavora sia fuori che dentro casa, mentre lui, grazie al virtuale, può starsene comodamente sul divano tutto il santo giorno, a occuparsi delle sue creazioni.
Accanto a loro, a prova di parete sottile, vive una seconda coppia di sposi giovani, ma stagionati, con una lunga convivenza in comune, senza figli. Tanto belli e à la page, i primi, quanto coatti i secondi, perennemente in tenuta da jogging, goffamente vestiti con una tuta rosso bordò, che li rende ospiti del tutto inadeguati, nella casa moderna di Monica e Marco, stile Ikea. Ma, come si vedrà, l'una è la matrioska dell'altra, nel senso di coppie.. disaccoppiate, tenute assieme da una facciata perbenista, ipocrita e molto convenzionale, che pretende di dare di sé stessa l'immagine della felicità all'esterno, avvolgendo in un involucro energetico multistrato il nucleo gelido del disagio di chi, in realtà, ha consumato tutto l'entusiasmo di cui disponeva inizialmente. Così i due vicini, Stefano e Francesca (interpretati, rispettivamente, da Fabio Avaro e Siddhartha Prestinari), apparentemente tutto "micio-micio", sfregamenti di naso e sorrisi idioti, una volta sotterrati nel sarcofago delle loro lenzuola spente, si rivelano per quel che sono: una coppia che non si sopporta più; dove l'uno pensa tutto il male possibile dell'altro, pur fingendosi reciprocamente innamoratissimi.
Quanti di voi si riconoscono in questo schema? Intanto, dopo appena tre anni, il ménage di Marco e Monica degenera in rissa, con lei che minaccia di fare sfracelli del preziosissimo notebook del marito -dove è conservato il lavoro da consegnare il giorno dopo-, qualora quest'ultimo non si dia da fare per mettere a posto il suo personalissimo disordine, con indumenti intimi sparsi qua e là, slip e calzini fumiganti compresi! E Lui che, per vendetta, si impadronisce di un preziosissimo unguento di Lei, rendendole la pariglia, riscombinando quanto in precedenza frettolosamente sistemato. A questo punto, è chiaro a entrambi che serve loro un.. aiuto esterno (leggi terapia di coppia). E la magia è proprio quella di un'ipnosi in grado di invertire, per un tempo limitato, i due modi di pensare e di vedere il mondo. Ed è così che, per soli 90 giorni, Marco diventerà (mentalmente) Monica, e viceversa. Ovviamente, lascio a voi immaginare quali paradossi verranno fuori, coniugando un artista scapestrato con un casalingo provetto, e una rigida impiegata di banca, convertita in una sorta di bad girl, che guida la motocicletta, legge Tuttosport e si appassiona alle partite di calcio.
Ovviamente, scoprendo l'uno il proprio lato femmineo e l'altra, quello mascolino, non trovano di meglio che sperimentare questi inediti luoghi del carattere sui loro vicini che, molto volentieri si prestano a fare da cavia, creando le premesse per un inedito quadrilatero, in cui Stefano si riscopre conquistatore, grazie a Monica, e Francesca denuda la sua prorompente sensualità (piagata dalla consuetudine di un malsano e terrorizzante, per entrambi, unico e solo rapporto sessuale bimensile!), muovendo passi conturbanti di danza assieme a Marco. Il finale è di quelli che "C'è poco da ridere!". Per i forzati del "volemose bene a tutti i costi" non ci sarà che la deflagrazione pacata del mandarsi reciprocamente a quel paese; mentre per l'altra versione double-face della coppia, allietata dall'arrivo di un figlio, il cammino sarà appena un po' ritardato, rispetto agli omologhi più anziani.
L'idea di partenza (lo scambio temporaneo dei punti di osservazione delle cose del mondo, viste dai due versanti del Giano bisessuale), pur essendo affascinante, si trova invece affaticata dal tentativo di tenere sempre alta la vis comica, perdendo, così, di vista la ricerca e la scoperta dell'emotività, diversamente pensata e vissuta dalle due emisfere del maschile e del femminile. Tutta la colpa dei dissesti di coppia è attribuita, pertanto, alla stanchezza del ménage, a causa dell'iterazione infinita degli stessi gesti, di identici rituali, dentro e fuori del letto coniugale. Sarebbe stato interessante invece, portare fino in fondo l'interazione tra i due Doppi, nel senso (lacaniano) che, forse, sono proprio questi ultimi a essere fondamentali e determinanti nella scelta del partner. Comunque, certamente uno spettacolo adatto a tutti, ottimo per passare una serata di puro relax!
Di Maurizio Bonanni