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Feb 19

GABER E IL GRANDE DITTATORE. Di Maurizio Bonanni

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Quando il Teatro gioca a.. tennis! Tra il Piccolo e il Grande Eliseo la pallina vola sopra la rete sempre tesa delle emozioni. Da una parte, "Gaber, io e le cose" (in scena al Piccolo fino al 21 febbraio) splendidamente cantato e diretto da Maria Laura Baccarini, accompagnata dal violinista Régis Huby, su testi di Luporini-Gaber. Recital intimista, dove la visione fosca e decisamente pessimistica, tutta giocata nel girone dell'intellettualismo cinico, profetico e doloroso, si fa presente, passato e futuro. Scruta con gli occhi di gatto, nascosti nella penombra, i movimenti più intimi dell'animo umano: i tradimenti, le inutili resurrezioni come ne "L'Uomo Muore" ed è meglio così, perché nella sua vita lo ha già fatto simbolicamente innumerevoli volte, credendo di compiere gesti e fare cose.. normali! Accompagnati dalla bellissima voce e interpretazione magistrale della Baccarini, scivoliamo nel roseto senza fiori di "Non insegnate ai bambini", in cui lo spirito dell'epnel mare tempestoso dei versi, sempre tra Scilla e Cariddi, oca attuale è ridotto in esili filamenti che, se tesi, si spezzano alla minima trazione. Non cercate il bimbo "fico", che fa tante attività extrascolastiche "interessanti", come il bel canto, il teatro, la danza; non siate così imprudenti da lasciare i bambini "in balia di una falsa coscienza [..] non divulgate illusioni sociali, non gli riempite il futuro di vecchi ideali: l'unica cosa sicura è tenerli lontano dalla nostra cultura. [..]; ma se proprio volete insegnate [loro] soltanto la magia della vita; raccontategli il sogno di un'antica speranza". E così via, in una mare tempestoso di versi tra Scilla e Cariddi, in modo che tutti ci si senta sulla barca di Caronte, a un solo passo dal "tutto è compiuto". Nell'altro campo, invece, il Giocatore è la Storia, quella recente e tragica messa in farsa da Chaplin con il suo "Il Grande Dittatore", che l'Eliseo propone in una originale riduzione teatrale, in scena fino al 6 marzo. La commedia musicale omonima ha come protagonisti Tosca (artisticamente matura a tutto tondo) e Massimo Venturiello, che ne è anche il regista e riveste i ruoli principali del barbiere e del dittatore. Ma nulla è riso, nemmeno amaro, quando si tratta di spiegare l'inspiegabile: le ragioni, cioè, che fanno di un piccolo popolo, di una minoranza permanentemente ghettizzata, un capro espiatorio biblico, nonostante la sua disperata ricerca di pace e di convivenza pacifica. Interessanti le contrapposizioni tra i due gruppi di civili, da un lato, e paramilitari dall'altro, in cui la violenza delle divise è sempre di gruppo, mentre la soccombenza degli altri è sia individuale che collettiva. La vita del ghetto è descritta con i suoi ritmi, le sue false illusioni, dissolte dalla voce rauca e possente degli altoparlanti che accerchiano ogni via della città, che non lasciano alle sue vittime altra sordità che quella del proprio dolore. Tosca canta splendidamente anche alcune parti in Iddish, diventando appena un po' leggera nell'interpretazione della moglie di Napoloni, l'altro Dittatore italiano che sfida nella sua componente narcisistica, retorica e caricaturale, il suo collega baffuto d'Oltralpe, al quale oppone fiero la propria testa rasata, in opposizione alla folta capigliatura costantemente spettinata del padre-padrone del nazismo. La scenografia accompagna i cambi scena con un corpo rotante bifacciale, in cui il diritto è rappresentato dagli esterni/interni della vita del ghetto, mentre il rovescio è a supporto degli interni aulici dello studio del Dittatore, assediato dai suoi collaboratori da operetta. Naturalmente, la scena dello smedagliamento furioso del sosia di Goering è ripetuta più volte, anche se il Goebbels di turno appare sempre con la schiena un po' troppo.. eretta! Impagabile l'incontro tra i due dittatori, come il tentativo di inserire un eroe (il capitano d'aviazione salvato in guerra dal barbiere) che rappresenta il dissenso aperto dei settori più tradizionali e nobiliari della Wehrmacht, che tenteranno più volte di disfarsi invano di un Hitler invasato e folle. Se ve la sentite di fare.. l'elastico, entrambi gli spettacoli sono vivamente consigliati! Maurizio Bonanni
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