Gen 13

Nelle piccole imprese l’occupazione a novembre cresce ancora: +0,7% in un mese, +3,2% in un anno.

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  L’occupazione nelle piccole imprese a novembre segna +0,7% rispetto a ottobre; +3,2% in un anno; +6,7% su dicembre 2014, ultimo dato utile prima che entrasse in vigore la riforma del mercato del lavoro. Lo rileva l’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza mensilmente l’andamento dell’occupazione in un campione di 20.500 imprese artigiane, micro e piccole con 125mila dipendenti complessivi. L’ottima performance delle piccole imprese nei primi undici mesi del 2016 è frutto di un combinato disposto: la forte diminuzione delle cessazioni (-8,6%) sopravanza abbondantemente il calo delle assunzioni (-4,5%). In dettaglio, le assunzioni a tempo indeterminato segnano il passo (-39,7% rispetto ai primi undici mesi del 2015, quando erano in vigore sgravi contributivi previdenziali molto consistenti), mentre s’impennano i contratti a tempo determinato (+9,6%) e l’apprendistato (+23,1%). Nel complesso, le piccole imprese rappresentano lo zoccolo duro dell’occupazione stabile e di lunga durata. A novembre 2016 il contratto maggiormente utilizzato da artigiani, micro e piccole imprese è il tempo indeterminato (riguarda il 76%  dei lavoratori dipendenti), seguito a enorme distanza dal tempo determinato (15,1%), dall’apprendistato (7,5%) e da altre forme (1,8%). CNA Palermo
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Gen 12

Rimodulazione Patto per il Sud Fontana: in arrivo oltre 3 milioni per il Teatro Akragas e per la Torre Carlo V di Porto Empedocle

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Il deputato agrigentino Vincenzo Fontana, interviene in merito alla rimodulazione del Patto per il Sud, commentando con soddisfazione e orgoglio, le somme che l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Carlo Vermiglio, ha predisposto attraverso la modifica dell’Allegato B del Patto per il Sud – settore Beni Culturali, impegnando le risorse liberate  che provenivano dalla delibera di Giunta N. 301 del 1 settembre 2016.
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Gen 12

Inchiesta Anfe. Corrao (M5S): “Settore formazione siciliano è il più truffato d’Europa”

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L’europarlamentare siciliano da Bruxelles: “Da Crocetta due pesi e due misure, plaude l’inchiesta Anfe, che tra l’altro finanzia con una barca di soldi pubblici, ma fa orecchie da mercante sull’operato delle sue fedeli alte burocrati Corsello e Monterosso. Opportuno che la Regione si costituisca parte civile”

  Palermo 12 gennaio 2017 - “Dal presidente Crocetta due pesi e due misure. Ringrazia gli inquirenti per l’inchiesta sulla formazione che vede coinvolto uno degli enti che la stessa Regione Siciliana finanzia con una barca di soldi, dall’altro però fa orecchie da mercante sull’operato delle sue alte e fedeli dirigenti Monterosso e Corsello, ambedue a processo e il per il quale sarebbe opportuno costituirsi parte civile. Non capiamo cosa aspetti la Regione Siciliana ad intraprendere una massiccia operazione di accertamento delle responsabilità all’interno del dipartimento Formazione, che per anni ha contribuito a rendere il settore della formazione siciliana il più truffato d’Europa”. L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao interviene in questi termini relativamente alla presunta truffa dei fondi per la formazione professionale all’Anfe. “Ora Crocetta esprime soddisfazione - dice Corrao - ma soddisfazione su cosa, dove sono stati i controlli? Come è possibile che la Regione non sapesse nulla del modo in cui venivano gestiti i fondi da quello che era considerato da tutti il re della formazione in Sicilia? Possibile che non abbia mai pensato di porre sotto la lente d’ingrandimento un ente che percepiva dai 15 ai 20 milioni di fondi ogni anno? Cosa ha fatto la Regione per prevenire le truffe nel mondo della formazione? Eppure bastava, per esempio, anche solo ascoltare i tanti dipendenti dell’Anfe che denunciavano di non essere stati pagati da mesi o analizzare i prezzi fuori mercato con cui l’ente di formazione acquistava beni e servizi usando il denaro pubblico. Quello della formazione è un settore martoriato dalle truffe e dalla mala politica, dove le vere vittime sono i dipendenti non pagati. Ora in 700 rischiano il posto di lavoro e restano al palo i giovani ai quali sarebbero dovuti andare i fondi per la formazione, per esempio i ragazzi in età molto giovane. Ricordiamo anche le altre indagini, per esempio sul sistema dei finti corsi di formazione che coinvolse Mister preferenze del PD in Sicilia Francantonio Genovese e l’altro deputato PD Riggio nel cosiddetto sistema Giacchetto che ci ha costretto - conclude Corrao - a restituire milioni di euro all’Europa”. Marco Benanti
 
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Gen 11

E la Lega a chi la dò? Di Maurizio Bonanni

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Giro, giro tondo. Finché casca il mondo, ovviamente. Il giro delle Cinque Stelle ogni tanto lo fa anche il suo capocomico, cambiando di posto all’astro polare del Movimento. Prima puntava verso il glorioso Sud del pauperismo controllato, in modalità francescana, scandito dal ritmare dei tamburi di “Onestà-ratatatà” (copyright Giuliano Ferrara), mentre oggi punta al Nord del gelido e algido Parlamento europeo, mirando ad auto-sdoganarsi per approdare su quel versante del lato oscuro della forza che esalta le virtù dell’Euro e la dittatura del liberissimo mercato delle multinazionali. Molti interessati notai ci dicono che il tutto ha profonde ragioni di denaro e opportunità politica: Farage e i suoi sono destinati a estinguersi a seguito della Brexit e, in assenza della confluenza in un gruppo più esteso, andare da soli significa, per il M5S, perdere almeno seicentomila euro di finanziamento all’anno che, guarda caso, sono molto ben accetti a Genova e a Roma, malgrado siano l’esatta fotocopia del finanziamento pubblico nostrano. Io, in verità, pensavo restituissero anche quelli. Ma, come diceva un detto al tempo dei miei nonni: “La vecchia non voleva morire perché aveva sempre qualcosa da imparare vivendo”. Quindi, i grillini sembrano sempre più dei maestri illusionisti: fanno apparire e scomparire gli avvisi di garanzia, ritraendo l’indice accusatorio in funzione di chi venga ascritto nel registro degli indagati e dei rinviati a giudizio. Un po’ come il cambio di moneta: ci acquisti pane e credibilità politica finché è in corso e, poi, la dichiari non convertibile al momento in cui qualcuno viene a fare scomodi acquisti a casa tua. Potenza e lunaticità della politica. Certo, le cose stanno diversamente, in realtà. La caduta di Roma rappresenterebbe la fine dell’impero della finta (e tarocca) democrazia on-line per gli iscritti grillini e per milioni di loro elettori. Quindi, per sopravvivere, gli avvocati della Raggi dicono che il contratto firmato con la Casaleggio & Co. è carta straccia, vista l’annunciata mala parata dell’esito positivo dei ricorsi presentati da illustri giuristi presso la giurisdizione ordinaria, per cui la sindaca e i vertici dei Cinque Stelle rischiano, addirittura, di veder dichiarato incostituzionale il loro movimento! Ma Bruxelles ci porta a ragionare anche e soprattutto sulle future alleanze elettorali, una volta che una nuova legge elettorale, quale che essa sia, venga approvata in Parlamento. Da qui il seguente interrogativo per il centrodestra: “E la Lega a chi la dò?”. Perché, se la determinazione di Matteo Salvini nel voler ribadire la sua indipendenza da Silvio Berlusconi dovesse confermarsi, allora il problema delle alleanze alternative sarebbe di per sé determinante. Soprattutto nel caso che i collegi uninominali rientrino in gioco, ripristinando così i più vari meccanismi di desistenza, in ossequio al criterio in base al quale: “Tu non mi voti contro in quel collegio dove potrei avere la maggioranza, e io farò altrettanto con te in quell’altro dove tu sei meglio posizionato degli altri, me compreso”. Questo renderebbe oltremodo felice Grillo, perché con simili accordi taciti con la Lega di Salvini danneggerebbe Forza Italia e Pd per quanto riguarda la parte maggioritaria della nuova legge elettorale. E sempre il M5S potrebbe, poi, appoggiare dall’esterno un governo Lega e altri (dal quale sia rigorosamente esclusa la sinistra) sulla parte di programma d’interesse comune, riservandosi le mani libere per tutto il resto. L’immigrazione e l’alleggerimento dei vincoli di bilancio, a favore della spesa sociale, fanno senz’altro parte dei temi condivisi tra Lega e Cinque Stelle, malgrado la prima sia l’esatto opposto dell’Alde. Ma qui siamo in Italia e non in Europa. E, del resto, populismo e antipopulismo combaciano agli estremi, esattamente come sinistra e destra. Poi, secondo me, ha perfettamente ragione chi vede nella mossa Alde un specularità con quanto accade in Italia. Poiché è ormai chiaro che il futuro sistema elettorale sarà o un proporzionale con soglia, ovvero un maggioritario temperato nella migliore delle previsioni, allora è chiaro che a questo punto non si potrà mai più riprodurre la corte dei miracoli grillina che siede nell’attuale Parlamento grazie all’inserimento degli eletti in liste bloccate a livello nazionale. È bene ricordare che quelle designazioni avvennero a seguito di “parlamentarie” farsa, per cui bastarono poche centinaia di preferenze espresse dalla Rete per entrare nelle liste del M5S. In futuro, anche da quelle parti si dovrà lasciare spazio a gente che se ne intende. A candidati, cioè, che abbiano autonomia di pensiero, credibilità, esperienza e cultura per essere poi prescelti dal libero voto popolare. Quindi, come ho già suggerito per parte mia con largo anticipo, anche la Raggi potrebbe essere rapidamente licenziata, visto che risulta indispensabile, in termini di economia della spesa, l’abbinamento tra tornata amministrativa ed elezioni legislative. Quindi, anche in questo caso si potrebbe dire “Grillo stai sereno!”.
Di Maurizio Bonanni
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Gen 10

Si può annegare di immigrazione. Di Maurizio Bonanni

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Annegati. Participio passato del verbo “annegare”. Termine che in materia di immigrazione è, come dire, “double-use”. Come quei componenti per uso civile che, nel caso dell’Iraq di Saddam e poi dell’Iran post-Khomeini, potevano servire ad alimentare la costruzione della bomba nucleare aggirando l’embargo occidentale. Annegano in migliaia quelli che affrontano in mare aperto il Mediterraneo e annegano, metaforicamente, a decine di milioni (nel malumore, nella paranoia e nella crescente xenofobia) i cittadini delle comunità autoctone italiane che accolgono a centinaia di migliaia i sopravvissuti, profughi veri (pochi) ed economici (perlopiù). Un’immagine, per chiarire il tutto: avete presente quante volte la superficie in chilometri quadrati dell’Italia sta nel Continente africano? Ebbene, come volete che sussista il principio dell’accoglienza indiscriminata? Eppure la nostra collettività politica annega nel buonismo irenico che, in tal senso, nulla sia umanamente impossibile. Ovviamente, quando il problema da politico si stempera nella più comoda gestione amministrativa dell’accoglienza, ecco allora sorgere strani indotti, dove onlus improvvisate si atteggiano a buon samaritano per svuotare il pozzo senza fondo del business dell’accoglienza. Non solo: funzionari di altissimo profilo come i prefetti si vedono costretti a fare le veci delle agenzie di viaggio per il prelievo, trasporto e collocamento di improbabili turisti per necessità. E, di conseguenza, sono i prefetti a scontrarsi (divenendo così il capro espiatorio di uno Stato inefficiente) con le comunità locali, che non ne vogliono sapere di farsi carico pro-quota dell’accoglienza. Anche perché, siamo sinceri, il giochino l’hanno capito tutti: tu Stato ti dai strumenti operativi farraginosi e anacronistici, come le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, che hanno tempi biblici per l’esame delle richieste di asilo, consentendo così lo stazionamento “legale” in territorio italiano di un numero molto elevato di immigrati irregolari, ai quali viene rilasciato “indiscriminatamente” un permesso di soggiorno provvisorio fino alla conclusione del procedimento stesso. La stragrande maggioranza dei richiedenti, pur non avendo il diritto al riconoscimento della protezione, fa automaticamente domanda d’asilo, ben sapendo che noi siamo il ventre molle dell’Europa: qui si entra anche se non si ha diritto e si resta, perché lo Stato italiano non ha i mezzi per rimandarti indietro nel Paese di origine. Così da tempo si sente ripetere il mantra delle espulsioni e dei rimpatri come se, per incanto, le parole potessero tramutarsi in fatti compiuti. Addirittura, per i foreign fighters, si chiedono a gran voce nuove Guantanamo, oltre alla riesumazione dei famigerati Centri di identificazione ed espulsione (Cie). Tutto ciò perché la follia europea e occidentale (e onusiana, ancora peggio) consiste nel non voler correre nessun rischio per mettere in sicurezza le coste libiche da dove operano impuniti i nuovi trafficanti di schiavi. Lì, e soltanto lì, bisognerebbe insediare gli hotspot internazionali con équipe europee specializzate per l’esame delle richieste di asilo, creando campi ben attrezzati e confortevoli, protetti e vigilati da un possente cordone sanitario di truppe Onu con regole di ingaggio di un fronte caldo di guerra, perimetrando una vasta area rossa in cui nessuno possa transitare armato. Non potendolo o volendolo fare, si potrebbe ragionare in alternativa nel seguente modo. Visto che, obiettivamente (anche se, ripeto, non lo si può dire), le mafie meridionali rappresentano un invisibile e impenetrabile cordone sanitario che contribuisce ad impedire alla “armada invisibile” del Califfo di introdurre armi ed esplosivi per condurre stragi e attentati in Italia, si potrebbe partire da lì per un ragionamento da Nuova Frontiera. Avete mai pensato a quanto renda il traffico dei migranti e all’indubbia collaborazione tra le mafie delle due sponde del Mediterraneo? Volete che i negrieri libici non sappiano chi stanno imbarcando, soprattutto qualora siano foreign fighters o combattenti siriani dell’Isis, e non li segnalino ai loro corrispondenti siculi? Ora, basterebbe mettere una “taglia” per ogni potenziale terrorista denunciato, da pagare presso una sorta di “Sportello ombra” a chi abbia presentato denuncia, una volta che le verifiche di sicurezza ed, eventualmente, la giurisdizione penale abbiano dato un riscontro fattuale positivo. Dopodiché, sarebbe sufficiente elaborare per questi nuovi “nemici non combattenti” un originale “41-bis” (surrogato di Guantanamo) per tenerli un tempo sufficientemente lungo nelle patrie galere e in isolamento. Qualcuno avrebbe un pensiero ancora più originale?
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Gen 10

Aeroporto del Mela, Coltraro sul no dell’Enac: ” L’Ente faccia valutazioni tecniche, non rosee considerazioni”

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Giambattista Coltraro, capogruppo all'Ars di Sicilia Democratica, interviene sul caso 'Aeroporto nella valle del Mela, il no dell'Enac":
" Apprendo del no dell'Enac alla proposta di realizzare un aeroporto nella Valle del Mela - commenta il deputato- inoltrata da una holding indiana che ha pure aggiunto che il tutto avverrebbe a proprie spese e garantendo la salvaguardia ambientale e l'occupazione a centinaia di lavoratori del posto. L'iniziativa, peraltro, era stata ben accolta anche dall'assessore competente alla Regione, Mariella Lo Bello, il che lasciava intendere che data la bontà della proposta e lo sviluppo che tale realizzazione avrebbe rappresentato in termini di economia e facilità nei trasporti, la holding indiana avrebbe trovato tutte le strade aperte. Ma ecco che a bocciare il progetto arriva l'Ente Nazionale Aviazione Civica, che per bocca del suo presidente, Vito Riggio, sostiene che la Sicilia sia già sufficientemente fornita da aeroporti. Ed è qui che trovo opportuno intervenire: sulla motivazione addotta dal presidente Riggio. Che la nostra regione sia 'sufficientemente' fornita di aeroporti, infatti, mi pare 'rosea' considerazione dei trasporti aerei 'da e per la Sicilia'. Riggio consideri che realizzare un aeroporto proprio in quella parte di isola sgraverebbe di parecchio i disagi di chi, da Milazzo o Barcellona, ad esempio, deve percorrere un lungo tratto autostradale per raggiungere l'aeroporto di Catania o addirittura attraversare lo Stretto per quello di Reggio, peraltro quest'ultimo con una ridotta attività di volo. Ritengo, invece - continua Coltraro- che le valutazioni dell'Enac debbano essere di natura tecnica, visto che rappresenta la massima autorità italiana sugli aeroporti e deve rispondere solo al governo del proprio operato. E allora - conclude il parlamentare - l'Enac, come di competenza, verifichi eventuali rischi, aspetti amministrativi ed economici della proposta indiana e, laddove esistessero crepe, offra anche eventuali soluzioni per un buon piano aeroportuale. Ecco perchè invito l'Enac ad aiutare lo sviluppo della Sicilia, non a bloccarlo con motivazioni che non attengono alla realtà: la nostra terra ha bisogno di un nuovo aeroporto."
 
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Gen 09

Aggressione medici pronto soccorso. Mozione M5S: “Coinvolgere i prefetti per garantire sicurezza”

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Il componente della commissione sanità Ars Francesco Cappello: “Solidarietà a medici e infermieri, vittime di un sistema sanitario carnefice per personale e pazienti. Gucciardi coinvolga sindaci e forze dell’ordine”

Palermo 9 gennaio 2017 - “I fatti di Catania ed ancor prima di Canicattì pongono ancora una volta forte l’accento sulla necessità ormai inderogabile di azioni concrete volte a garantire la sicurezza del personale operante nei pronto soccorso siciliani. Lo denunciamo da tempo ed oggi abbiamo depositato una mozione che impegna il governo regionale su questo aspetto”. A dichiararlo è il deputato M5S all’Ars Francesco Cappello, componente della commissione Sanità e primo firmatario di una mozione che impegna il Governo Regionale a coinvolgere sindaci e Prefetti per preservare la sicurezza del personale che opera nei pronto soccorso siciliani. Mozione che arriva all’indomani dell’aggressione subita da un medico all’interno dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania. “Esprimiamo la nostra solidarietà  - aggiunge Cappello - in favore dei medici, degli infermieri e di tutto il personale ospedaliero lasciato alla mercè di un sistema sanitario che lascia molte vittime sul campo, essendo al tempo stesso carnefice del personale e dei pazienti. Un sistema che ha trasformato persino il pronto soccorso, ove per antonomasia si dovrebbe prestare subito soccorso, in dopo soccorso con estenuanti file per i corridoi e su barelle (spesso di ambulanze private) mortificando gli sforzi titanici di tutto il personale ospedaliero. Nel frattempo già nei primi dieci giorni dell'anno - ricorda Cappello - si sono registrati ben due casi di aggressione, ai medici del PS di Catania al Vittorio Emanuele e all'ospedale di Canicattì. Mentre l'assessore alla salute ed il Ministro stanno a guardare, il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle in Ars denuncia da tempo tale stato di degrado e chiede che in tutte le province i Prefetti istituiscano immediatamente dei tavoli permanenti a cui siedano tutte le istituzioni interessate a garantire l'ordine pubblico. Occorre - conclude il deputato - che vengano coinvolti i sindaci, i direttori generali delle aziende ospedaliere senza escludere i questori di ciascun capoluogo di libero consorzio”.
 
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Gen 05

Aggressione al Vittorio Emanuele di Catania. Giuffrida (SD): ” Intervenga il Governo a tutela della sicurezza degli operatori sanitari”

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Sull'ennesimo episodio di aggressione a un medico, avvenuto all'ospedale Vittorio Emanuele di Catania, in cui un esponente della Sanità siciliana è stato aggredito da un gruppo di uomini e pestato a sangue perchè - da quanto riportato dalla cronaca- si era rifiutato di fornire le generalità di una donna che si era recata al pronto soccorso della stessa struttura sanitaria, interviene il deputato all'Ars di Sicilia Democratica, Salvatore Giuffrida.

"In riferimento alle recenti aggressioni, sia fisiche che verbali, avvenute al pronto soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania, esprimo  piena solidarietà, da uomo e da cittadino, assumendomi la diretta responsabilità, da rappresentante politico e membro della Commissione Sanità ARS, di approfondire la vicenda, per cercare di porre rimedio ai troppi casi di violenza che avvengono sempre più frequentemente e che vedono coinvolti gli operatori del SSR.
Ritengo pertanto doveroso- continua il deputato - analizzare con particolare attenzione le criticità attualmente esistenti, nell’interesse esclusivo di assicurare adeguate condizioni di sicurezza, sia al personale medico preposto all’esercizio delle proprie funzioni, sia ai cittadini, fruitori di fondamentali servizi sanitari.
A tal fine, invierò subito una nota al Ministro dell’Interno ed al Ministro della Salute per sollecitare un loro diretto intervento e, dopo un incontro avuto con il dr. Casabianca, (AASI), sotto suo impulso e quello degli iscritti, chiederò all’Assessorato regionale alla Salute la creazione di una campagna stampa rivolta al rispetto degli operatori sanitari e dei mezzi di soccorso.
Inoltre, mi rendo disponibile al confronto con tutte le parti sociali per individuare insieme, mediante adeguate e concrete modalità di coinvolgimento interattivo, le giuste politiche di prevenzione del fenomeno, nel contesto di un generale programma di ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici sanitari".
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Gen 04

M5S: “36 milioni di buco nei conti Regione? Un pugno allo stomaco dei cittadini che avranno meno servizi dai comuni”

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Il deputato all’Ars Giancarlo Cancelleri: “Se non è uno scherzo, è una tegola enorme che, grazie a Crocetta e Baccei,  piove sui siciliani, che già scontano servizi al minimo. L'assessore venga immediatamente a riferire in Aula”

Palermo 4 gennaio 2016 - “Chiamare errore tecnico una svista colossale è un fatto gravissimo che pagheranno i comuni. Per questo errore tecnico della giunta Crocetta, i comuni siciliani vedranno tagliarsi oltre 36 milioni di euro di trasferimenti. Se non è uno scherzo, è proprio un pugno allo stomaco per i cittadini siciliani che vedranno sottrarsi dai propri Enti Locali, altri servizi già peraltro al lumicino”. A dichiararlo è il deputato M5S Giancarlo Cancelleri che appresa dall’agenzia Ansa del buco nei conti della Regione, chiede di conoscere materialmente quale sia la svista contabile di Palazzo d’Orleans. “Lo scaricabarile del Governo Crocetta - aggiunge Cancelleri - non ha nulla di eticamente accettabile, tanto nelle mille inadempienze di questa maggioranza, quanto, soprattutto, in questo caso in cui viene sottratto ai comuni, sempre più sul lastrico, denaro che serve materialmente per fare andare avanti gli Enti Locali. Una svista che si unisce a quella già segnalata in fase di manovra quando a novembre il governo Crocetta ha attivato un mutuo da 40 milioni proprio per i comuni. Le due cose insieme fanno capire la capacità di attenzione  ai comuni stessi. A pagare sono sempre i cittadini - sottolinea Cancelleri - e lo faranno due volte, uno per un mutuo per gli anni a seguire, uno per il taglio dei servizi su questi 36 milioni. Pretendiamo che l’assessore Baccei - conclude - venga a riferire in Aula all’Ars nella prima seduta disponibile già la settimana prossima”.

Marco Benanti

Gruppo parlamentare M5S ARS

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Dic 29

Precari, Coltraro (SD): “L’ok alla proroga avvia la stabilizzazione e nello stesso tempo favorisce attività comunali carenti”

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"Con l'approvazione del ddl che proroga i contratti del personale precario
degli enti locali in Sicilia, da parte dell'Ars, si apre un percorso ad
ampio respiro e sanare così la piaga ventennale del settore occupazionale
Pubblica Amministrazione siciliano, prolungatasi per un ventennio". Lo ha
detto Giambattista Coltraro, capogruppo all'Ars di Sicilia Democratica,
sulla scia dei commenti politici all'avvio della stabilizzazione dei
precari.
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