Nov 14

PARIGI BRUCIA. Di Maurizio Bonanni

Share
  Parlare a vanvera. Questa la missione di tutti i media nostrani e internazionali, quando si tratta di narrare in diretta avvenimenti drammatici, come quelli della terribile notte parigina, con gli attentati a sangue freddo del 13 novembre. Nota di colore: allora è proprio vero che il venerdì 13 porta sfiga! Qualcuno, però, deve chiarirmi che cosa significhi "Guerra a Daesh-Isi", con gente come questa che non è firmataria di Trattati "minimi" come la Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra e sul diritto di asilo, e non ha uno Stato riconosciuto e confini nazionali certi. Leggi il resto »
Share

Nov 14

#PARIS

Share
Foto nastro nero lutto
Share

Nov 13

LA DEMOCRAZIA? ANDATA.. Di Maurizio Bonanni

Share
  modificata Apro con un (mio) dubbio amletico. L'Italia, oggi, è ancora una.. Democrazia? O, come sostengono in molti, è divenuta da tempo un.. Regno di Cacicchi? Credete che tale ipotesi sia scritta sull'acqua? Allora, vi invito a seguire il seguente ragionamento. Se un Partito si fa Stato, indovinate un po' su quali esponenti politici convergeranno la maggior parte degli scandali di regime (locali e nazionali)? Lo vedemmo con la Dc "pura" e diluita all'acqua di.. rosa, al tempo del centro sinistra. Lo vediamo oggi, con l'epopea (certo, ancora da venire, in gran parte) del Partito Unico della Nazione. Il problema lo conosciamo (o dovremmo conoscerlo) tutti: l'effettivo esercizio della sovranità popolare delegata. Quanto ne resta, dopo riforme elettorali/costituzionali, tipo l'Italicum e il Senato delle Regioni? Se diamo ascolto a quel che dicono raffinati costituzionalisti, la deriva verso il cesarismo è progressiva ed evidente. Leggi il resto »
Share

Nov 10

UN MATTEO PER DUE. Di Maurizio Bonanni

Share
modificata Chi dei due Matteo sarà quello.. vero? Renzi, per dire, è un moderato prestato alla sinistra, o viceversa? E Salvini, chiediamoci: è di destra-destra, o sta anche lui a metà del guado per costringere tutti gli altri a seguirlo? Mi domando se Berlusconi, l'indomito Cavaliere, sia andato a finire nella Rete leghista o, come vorrebbero in molti, nel mausoleo di Arcore.. Leggi il resto »
Share

Nov 07

Carni rosse, un veleno? Di Vanessa Seffer

Share

 
Indimenticabili le reazioni spropositate per la mucca pazza, non possiamo rischiare di ricadere in un vortice di allarmismo e finemondismo da quando l’International Agency for Research on Cancer (Iarc) ha recentemente pubblicato i dati sulla carne rossa e la sua correlazione al cancro del colon. Chiariamoci le idee con un esperto, il professor Andrea Ghiselli (nella foto), ricercatore del Consiglio per la ricerca in agricolutura e l'analisi dell'economia agraria (Crea), l’ente italiano dedicato all’agroalimentare, vigilato dal ministero delle Politiche agricole. Cosa c’è di vero nell’allarmismo delle carni rosse? C’è tutto e il contrario di tutto. Noi occidentali stiamo facendo da tempo un uso spavaldo di carni rosse, soprattutto trasformate, e sappiamo che non fanno bene alla salute. C’era già stato un documento dell’American Institute Cancer Researche nel 2007 che aveva messo un warning per contenere il consumo di carni rosse entro i 300 grammi alla settimana ed evitare il consumo di carni processate perché messe in relazione con il cancro dell’intestino. È cambiato solo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iscritto le carni rosse trasformate nella lista degli alimenti cancerogeni di Gruppo 1. Ma nel Gruppo 1 ci sono anche fumo e alcool e ogni anno muoiono nel mondo un milione di persone per il fumo e per l’alcool, anche di più. Infatti, ma che stiano nello stesso gruppo non vuol dire che abbiano la stessa pericolosità, questa pubblicazione sul “The Lancet Oncology” è stata un’operazione poco felice e il rapporto completo con tutti i dati probabilmente uscirà a fine 2016. Se così fosse, non era il caso divulgare una notizia così senza dare agli esperti della materia la possibilità di controllare i dati. Quando le pubblicazioni vengono date alla stampa, il lavoro in breve tempo viene pubblicato, se ne straparla e poi solo in seguito arrivano i dati seri. In questo caso non andava fatto. Possiamo quindi consumare ancora carne rossa fresca, e con quali accorgimenti? Sono utili il modo di cucinarla, per esempio con il rosmarino che abbassa la produzione di composti chimici pericolosi, oppure è meglio cuocerla sulla brace e non in padella perché i grassi possano non cuocere con la carne stessa? La possiamo mangiare perché tra l’altro è stata inserita nel Gruppo 2A, per cui è “probable” cioè da comprovare. C’è il sospetto che la carne rossa possa rappresentare un rischio per il cancro, ma i ricercatori non sono ancora riusciti a ripulire i dati da tutte le variabili confondenti che sono per esempio il fumo, il sesso, l’età, lo stile di vita, il consumo di frutta, l’attività fisica, ecc. Mentre per le carni rosse conservate, ossia gli insaccati, c’è più letteratura. Non abbiamo nessun dato, invece, che ci dica che se cuocio la carne col rosmarino riduco il rischio. Quindi la carne rossa fresca, se consumata in quantità superiore ai 300 grammi alla settimana aumenta il rischio di cancro del colon, però due/tre volte alla settimana la possiamo mangiare. La pasta col grano trattato, la pizza bruciacchiata sotto è cancerogena, le verdure hanno i veleni come la frutta per la conservazione, il pesce ha il mercurio. Possiamo darci all’alimentazione pranica o al respirianesimo! Dobbiamo capire che il rischio zero non esiste, anche l’acqua se consumata in grosse quantità è nociva, ma la popolazione non berrà mai tanta acqua in una volta sola e non consumerà mai chili e chili di frutta o verdura. Abbiamo avuto bambini colpiti da metaemoglobinemia perché le mamme hanno fatto bere l’acqua della cottura della verdura che contiene nitrati che vanno ad inibire l’emoglobina. Gli eccessi provocano sempre guai. Un grande rischio di avvelenamento che abbiamo in Italia è quello dell’uso sconsiderato di tisane, credendo che ci facciano bene. Stabilito che il rischio zero non esiste per nessun alimento, ci sono delle quantità di uso che sono vicine all’abuso, per cui una molecola normale diventa tossica. Il segreto è variare costantemente le scelte alimentari per introdurre i nutrienti che ci servono, non esiste un alimento che li abbia tutti e la varietà impedisce l’assunzione e l’accumulo di un solo tossico. Il problema potrebbe risiedere nella presenza del sangue della carne? La carne rossa non è piena di sangue ma di un’altra cosa, che non è emoglobina ma emioglobina. Sostanzialmente è quasi la stessa cosa, è il deposito di ferro dentro il muscolo, c’è una particolare forma di ferro, il ferro-eme che è una molecola infiammatoria. La stessa molecola anche se in quantità inferiore è nella carne bianca, che è stata assolta e si può mangiare in grande quantità, ancora su questo non si è ragionato. La carne di vitello è rossa o bianca? Per la massaia vitello e suino sono carni bianche, per i ricercatori della Iarc sono rosse tutte le carni di mammifero: bovino piccolo e grande, equino, ovino e suino; mentre il coniglio non è stato considerato perché il consumo è molto basso. Le carni bianche sono i volatili, anche l’anatra è annoverata fra le carni bianche sebbene non sia bianchissima. Di Vanessa Seffer, Da L'Opinione @vanessaseffer
Leggi il resto »
Share

Nov 04

Il grande Satana: abbiamo sacralizzato il denaro e profanato il sacro. Di Enzo Coniglio

Share
Foto Enzo Coniglio   In una delle pillole di saggezza dal suo blog, il Preside, prof. Alfonso Sciacca, si chiede che differenza ci sia tra Roma “capitale” e il Vaticano, escluso Bergoglio, e che fine hanno fatto la Commissione Episcopale Italiana (CEI) e i suoi vescovi moralisti, preso atto che è venuta meno la parola tutto d’un tratto. La sua risposta è lapidaria: “SE tornasse Cristo e varcasse la soglia del Vaticano, li caccerebbe via come fece con i mercanti dal tempio. I confini tra sacro e profano sono caduti. Abbiamo sacralizzato il profano (cioé il denaro) e profanato il sacro”. Quasi a conferma – aggiungo io -di quanto Cristo aveva già detto a chiare lettere: ” Non si può servire nello stesso tempo Dio e mammona”.  Leggi il resto »
Share

Nov 02

E se abolissimo le tasse e legalizzassimo il pizzo? Di Riccardo Cappello

Share
 
Gli uomini, come scriveva Hobbes nel 1651, “si uniscono nella società e nello Stato per sfuggire alla condizione di precarietà e insicurezza e nella prospettiva di perseguire tali finalità accettano di essere guidati e governati da un’unica volontà”. Lo Stato, quindi, nasce per garantire la libertà e la sicurezza ma in Italia sono, ormai, in molti a ritenere che la nostra organizzazione statale non sia in grado di farlo.  Il diritto di proprietà viene eroso dal mancato funzionamento della giustizia, la libertà d’impresa è ostacolata dall’inefficienza della pubblica amministrazione e la sicurezza è solo un pretesto per tutelare le lobbies dall’invadenza degli abusivi. Lo Stato sta esplicitamente abdicando al suo ruolo per cui aumenta il numero di coloro che, per difendersi da furti, scippi e stupri acquistano armi mentre nelle città si ricorre ad una patetica forma di giustizia fai da te, affidata a gruppi di volontari, che setacciano i quartieri più a rischio mentre si moltiplicano i seminari per insegnare alle famiglie a gestire i sequestri ed a trattare con i banditi. Il Parlamento, intanto, scrive, con la testa nell’urna, leggi incomprensibili e mal coordinate tra loro, per inasprire le pene delegando alla magistratura il compito e la responsabilità di interpretarle. Aumenta le pene ma non attribuisce alle “forse” dell’ordine gli strumenti necessari per il controllo del territorio, destinando più risorse alle scorte per i politici che alla sicurezza dei cittadini. Stabilire pene elevate, se non si riesce a catturare i responsabili, a celebrare i processi ed a garantire che vengano scontate per intero quelle già previste, è solo propaganda elettorale. Così, l’uomo qualunque diventa qualunquista per la sfiducia nei confronti dell’amministrazione. Se lo Stato non è in grado di garantire la sicurezza può impedire ai cittadini di armarsi per difendersi ? Molti, purtroppo, cominciano a pensare sia meglio legalizzare il “pizzo” al quale, in fondo, corrisponde una protezione effettiva Di Riccardo Cappello, Il Cappio
Leggi il resto »
Share

Ott 30

Vaccino, per tutti è un’opportunità. Di Vanessa Seffer

Share

 
In questi giorni si sta parlando tanto dei vaccini, una scoperta rivoluzionaria, fra le più importanti dell’umanità, che permette di salvare milioni di vite consentendo al nostro corpo di anticipare la malattia anziché curarla, stimolandone gli anticorpi. L’influenza di quest’anno metterà a letto fra i 4 e i 5 milioni di italiani, i ceppi in circolo sono diversi, fra questi l’H1N1 che nel 2009 si è diffusa in tutto il mondo e che da allora torna ciclicamente. Per alcuni è solo una seccatura che terrà a letto qualche giorno, ma per altri, le cosiddette categorie a rischio, si potrà incorrere in problemi gravi, con il rischio anche della vita. La massima copertura si raggiunge fra i 10 e i 15 giorni dalla vaccinazione, pertanto gli esperti dicono di non attendere troppo per fare l’iniezione. Con gli attuali sbalzi termici, altri virus provocano forme meno pesanti della vera influenza che invece costringe a letto con dolori muscolari, febbre alta e sintomi respiratori. L’influenza arriva per davvero quando il freddo è continuativo e le temperature si abbassano drasticamente, in genere da Natale in avanti. Una malattia apparentemente banale che tiene a casa, richiede coccole e attenzioni dei familiari, per alcuni soggetti un po più fragili può diventare un elemento che peggiora le condizioni di base. Quando si ha un raffreddore, anche con il coinvolgimento dello stomaco o una febbre leggera, diciamo subito “mi sono influenzato”, parole abusate perché si fa facilmente confusione. La febbretta non è influenza. E per molti al momento giusto non saranno sufficienti i farmaci da banco, che inizialmente riducono i sintomi ma non curano la malattia, o la vitamina C, o la medicina alternativa, o un’alimentazione sana per rinforzare le difese immunitarie. Lo scorso anno c’è stato un calo drastico delle vaccinazioni a causa dell’allarmismo suscitato per precauzione, che causò il ritiro di un lotto di vaccini da parte dell’Agenzia del Farmaco, poi rivelatosi innocuo. Il risultato è stato che un milione e mezzo di persone in più hanno preso l’influenza. Di tutto è stato detto per scoraggiare le vaccinazioni: che queste contenessero il mercurio o il metilmercurio (quello che si trova dentro ai termometri), che fossero addirittura la causa dell’autismo, notizia falsa diffusa sulla nota rivista scientifica internazionale “The Lancet” da un gruppo di medici inglesi che volevano commercializzare un loro vaccino facendo false diagnosi di autismo, a danno di un altro che copriva realmente dal morbillo senza controindicazioni, questi sono stati radiati dall’albo e per un certo tempo i casi di morbillo in Europa sono aumentati a dismisura. Nessuno, se non in malafede, può affermare che i vaccini abbiano effetti collaterali, non più almeno di qualunque altra sostanza che in taluni casi provoca delle allergie locali. La verità è che di malattie infettive si muore, pertanto, non potendole spesso curare è meglio prevenirle. Le vaccinazioni per i piccoli sono obbligatorie per legge, ma cosa succede ad un adulto che non ha ricevuto la vaccinazione antinfluenzale? “In un recente question time con il Ministro Lorenzin alla Camera dei Deputati sono state presentate le tabelle ministeriali aggiornate – spiega il Prof. Franco Perticone, Presidente della SIMI (Società Italiana di Medicina Interna) – che dichiarano che fra il 2011/2012 c’era il 63% della popolazione vaccinata e nel 2013/2014 si era passati al 55%, sempre quindi al di sotto degli standard, peggiorando nel 2014/15 poichè siamo passati al 49%, perdendo 14 punti corrispondenti ad alcuni milioni di persone, che in un paese come il nostro che sta invecchiando, è molto grave. Se un paziente anziano, spesso con polipatologie, fa una polmonite, ci sono studi che affermano che dopo un mese od entro l’anno, ci possono essere complicanze che portano alla morte, dopo questa infezione virale. Finora si è sottovalutato il problema, perché le evidenze epidemiologiche non erano solide, mentre oggi dalla letteratura internazionale sono emersi dati certi che riconoscono nella polmonite una condizione a rischio di morte anche a distanza dall’episodio acuto e la percentuale è molto alta. Il vaccino riduce la mortalità, perché i soggetti che hanno fatto la polmonite o la broncopolmonite sono a rischio elevatissimo di morte. La risposta individuale è sempre imprevedibile, anche con una forma attenuata di influenza in un paziente con polipatologia si può verificare il decesso”. Qual è la soluzione allora, servirebbe forse una campagna informativa mirata alla popolazione al di sopra dei 65 anni? Si è parlato poco e male degli effetti collaterali dei vaccini, se ne hanno, pertanto come si può spiegare che servono gli antibiotici per le malattie batteriche e per quelle virali è assolutamente necessaria la prevenzione esercitata dal vaccino? “La soluzione – continua il Prof. Perticone - è che tutti i medici, a partire da quelli di famiglia, devono adoperarsi di più spiegando ai pazienti che i vaccini non sono pericolosi e non servono per attenuare il sintomo influenzale, servono soprattutto a prevenire le possibili complicanze. I medici di base hanno l’obbligo morale di curare la malattia ma anche di prevenirla e di informare correttamente il paziente educandolo alle procedure salvavita. Per conquistare la fiducia dei pazienti basterebbe rispondere con “pazienza” a tutte le domande che fanno i familiari, i neo genitori, fare un esame anamnestico prima e seguire bene dopo, a iniziare dai pediatri fino a tutti i medici in generale. Inoltre va spiegato che i vaccini fanno azione preventiva salvando la vita di molti. Il dato drammatico è che gli stessi medici non si vaccinano pur essendo a contatto con pazienti con più patologie: solo un medico su 5 si vaccina.” Anche per i piccoli si riscontrano molte ostilità da parte dei neo genitori di vaccinare il proprio figlio. Perché viene contestata la Scienza pur rischiando di pagare un prezzo così alto come la vita? Le famiglie italiane, specie quelle più abbienti e culturalmente elevate, oggi sono più attente alla salute, alla qualità del cibo, desiderano il meglio per i propri figli. Ma una quota di popolazione non si vaccina e non vaccina i suoi figli. In molte parti d’Italia è accettato il dissenso informato e in Veneto si sta compiendo un esperimento pilota dal 2008: lasciare liberi i genitori di scegliere se vaccinare o meno i figli, e questo non ha portato a un calo dei bimbi vaccinati. Giuridicamente si ha l’obbligo di quattro vaccini (difterite, epatite b, poliomelite e tetano). Formalmente chi non ha adempiuto a questo obbligo non può iscrivere il bambino a scuola. Ma le scappatoie si trovano sempre. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stimato un milione e mezzo di decessi fra i bambini ogni anno e il 40% di questi a causa del morbillo. Come si può accettare che nel ns paese si muoia per il morbillo? I maggiori paesi a rischio sono proprio quelli in via di sviluppo. Il ruolo del medico di famiglia è importante per confidenzialità, perché il primo riferimento dei pazienti malati e anche di quelli sani. Inoltre il medico di base o di famiglia, che spesso è un internista, prende in carico il paziente nella sua totalità, ed è l’intermediario fra il cittadino, sano o malato che sia, e le istituzioni. I vaccini sono vittime del loro stesso trionfo, perché una volta che hanno debellato la malattia, come nel caso del vaiolo, della difterite, la poliomelite, il tetano, poi riteniamo erroneamente che la malattia sia stata debellata dalla faccia della terra per cui si pensa che il rischio di contrarre quel tipo di malattia sia nullo. “Tutti i dubbi e le paure vengono riferite generalmente al medico curante dove generalmente la famiglia va a consigliarsi, il quale ha l’obbligo di informare educando - ribadisce il Prof. Perticone - Alcuni medici sconsiderati sconsigliano il vaccino purtroppo e poi ci sono i messaggi forvianti che si trovano on line che senza alcuna verifica scientifica terrorizzano le mamme. Il Ministero della Salute si sta adoperando perché la classe medica torni a dare fiducia, che distrugga questo scetticismo dilagante, imponendo anche delle sanzioni ai medici. Negli anni avevamo raggiunto un livello accettabile di copertura che proteggeva l’intera popolazione, oggi invece siamo a rischio elevatissimo, dimenticando che con i fenomeni migratori attuali sentiamo nuovamente parlare di alcune malattie che avevamo cancellato dal nostro quotidiano, come la tubercolosi e la malaria. Ci sono milioni di bambini e di adulti che si spostano da territori oltre i nostri confini europei, da paesi in cui infervorano guerre, che non hanno mai fatto alcuna vaccinazione; così anche i virus si spostano e certe malattie dimenticate possono essere reintrodotte, quindi bisogna tenere sempre alta la guardia. Se fossimo più attenti non ci penseremmo due volte a vaccinare i nostri bambini, i nostri anziani e tutti i soggetti fragili. Anni fa a Bologna ci sono stati 16 decessi per tubercolosi da batterio multiresistente alla terapia antibiotica”. Da un Congresso internazionale di Geriatria e Gerontologia svoltosi a Dublino recentemente, si è venuti a conoscenza che se con il vaccino antinfluenzale si coprisse il 75% della popolazione ci risparmieremmo almeno 3 milioni e mezzo di casi d’influenza nel mondo, novantamila ricoveri ospedalieri ed eviteremmo cinquantamila morti ogni anno. Fra le categorie a rischio di complicanze, per cui il vaccino è fortemente raccomandato, non ci sono solo gli anziani over 65 anni (e più si è anziani maggiore è il rischio di andare incontro ad infezioni batteriche come polmoniti e broncopolmoniti), aumentando così le ospedalizzazioni, il consumo di farmaci, antibiotici in particolare, pertanto si avrebbe un notevole risparmio delle spese sanitarie in materia di appropriatezza, ma ci sono anche quelli con malattie croniche, malattie cardiache e respiratorie, i diabetici, i neurolesi, i disabili, i prematuri che hanno fra i sei mesi e i due anni, compreso i genitori e tutti coloro che stanno intorno, come badanti e baby sitter. Più gente si vaccina più la copertura funziona per tutti. Se negli anziani non sempre il vaccino è efficacissimo, se si vaccinano anche quelli che stanno vicino si crea la cosiddetta “immunità di gregge”, il virus fatica a circolare e arriva di meno dentro le loro case. Negli USA vengono vaccinati i bambini per salvaguardare i nonni. La puntura unica esavalente è uno dei terreni di scontro per quanto riguarda le resistenze di alcuni genitori, perché non si può scegliere di vaccinare il bambino da una o due malattie soltanto. Sembra molto complicato reperire i singoli vaccini. Sarà che le case farmaceutiche ne traggono vantaggio? “ Nessun vantaggio per le industrie - conferma deciso il Prof. Perticone - con una sola puntura si protegge un bambino da molte malattie e le vaccinazioni fatte in età pediatrica offre una copertura efficace per la vita contro le malattie infettive. Una mamma che deve far fare sei punture diverse è probabile che almeno una o due le dimentichi. In più con l’esavalente si riduce il rischio di effetti collaterali, perché ci può essere qualche effetto anche se modesto. Gli immunodepressi però non hanno un sistema immunitario sufficiente a rispondere alla vaccinazione, quando noi ci vacciniamo andiamo a stimolare il nostro sistema immunitario che produce anticorpi specifici verso quell’agente per il quale vogliamo vaccinarci, loro non rispondono allo stimolo e restano soggetti ad alto rischio, che aumenta se questi soggetti si ritrovano in comunità di non vaccinati, mentre si riduce se la comunità si è vaccinata per una grossa parte. Negli anni ‘20 ci fu una epidemia di spagnola che decimò milioni di persone che morirono per un virus influenzale”. L’unica vera prevenzione dell’influenza è la vaccinazione, ed è doveroso dire che la vaccinazione viene dispensata gratuitamente alle persone affette da patologie croniche che è una percentuale altissima della popolazione e viene somministrata dai medici di famiglia o dalle ASL territoriali. In termini di appropriatezza economica la vaccinazione ha dei costi drasticamente inferiori rispetto alle cure delle eventuali complicanze. Il costo della vaccinazione, unica vera profilassi verso la cura della patologia o delle sue complicanze, incide pochissimo sull’intera spesa farmaceutica italiana annuale, nemmeno il 2%. @vanessaseffer da L'Opinione
Leggi il resto »
Share

Ott 15

Quando il legislatore brucia il futuro. Di Riccardo Cappello

Share
E se gli esercenti attività protette costringessero lo Stato, a risarcire gli investimenti fatti per l’acquisto delle licenze ? Da almeno un decennio la politica, legiferando con la testa nell’urna,   alimenta l’illusione che alcune attività possano garantire un reddito ed uno status. Così molti hanno investito nell’acquisto di licenze (taxi, farmacisti) e nell’apertura di studi professionali (avvocati, commercialisti) restando in balia del mercato ora che le regole imbrigliano invece di proteggere. Infatti la tecnologia, introducendo nuove modalità di esercizio di vecchi lavori, sta sgretolando il sistema di inquadramento professionale aprendo all’ingresso di nuovi operatori e cancellando i problemi che le norme avrebbero voluto  regolare.    L’economia della condivisione (Sharing Economy) ha partorito, ma non siamo che all’inizio di una rivoluzione, UberPop e Airbnb. La prima è un’applicazione per smartphone che consente a migliaia di cittadini di prestare la propria auto ed il proprio tempo per arrotondare ed a centinaia di migliaia di altri cittadini di disporre di un servizio affidabile ed economico per spostarsi in città. Di fronte a questa minaccia i tassisti sono scesi in piazza e si sono rivolti alla magistratura che ha inibito la prestazione del servizio. In modo analogo un portale (Airbnb), attraverso il web, mette in contatto chi ha qualche stanza libera da affittare e chi vuole risparmiare sui costi del pernottamento. Queste innovazioni tecnologiche si traducono in un duplice vantaggio per i cittadini che, come utenti, dispongono di un servizio migliore a costi inferiori e, come possibili erogatori del servizio, hanno l’opportunità di poter integrare il reddito familiare. Ma di fronte alle lobbies dei tassisti, che chiedono l’aumento delle tariffe ed il blocco del rilascio di nuove licenze, e degli albergatori, interessati a mantenere il monopolio della ricettività, i partiti si compattano a difesa delle categorie, ancorché minoritarie, in nome di una presunta “concorrenza sleale”. La quale, secondo principi universalmente riconosciuti, esiste non per tutelare gruppi specifici o per creare e consolidare posizioni di monopolio ma in funzione dei consumatori. I quali, peraltro, sono assenti in un dibattito in cui dovrebbero essere protagonisti. Il mondo vola ma in Italia è in corso il dibattito sulla vendita dei giornali fuori dalle edicole e sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia “C”. Mentre ogni servizio che soddisfa le esigenze dei consumatori meglio del precedente è destinato ad affermarsi nonostante i vincoli normativi e le resistenze corporative, le leggi arrivano sempre in ritardo rispetto al fenomeno da regolare, le licenze diventano carta straccia ed i giovani professionisti lottano per sopravvivere. Di Riccardo Cappello, Il Cappio
Leggi il resto »
Share

Ott 09

LOTTERIA ROMA. Di Maurizio Bonanni

Share
Conoscete il gioco "Lo schiaffo del Soldato?". Bene: sono almeno venti anni che i romani vengono maltrattati da giunte e amministrazioni locali che hanno lasciato ferite profonde nella storia di Roma, con una Capitale oggi devastata (definitivamente?) dall'incuria e che affonda nel suo maleodorante dissesto urbano e morale, voluto e causato dalla politica. Davvero basterà aver estromesso il "Marziano" Marino per cambiare rotta? Leggi il resto »
Share

Post precedenti «

» Post successivi

Questo sito fa uso di cookie tecnici e di terze parti per il suo funzionamento. Per ulteriori informazioni sui cookie e su come eventualmente disabilitarli, leggere la Informativa estesa cookie. Proseguendo la navigazione, ricaricando questa pagina o cliccando sul link Accetta cookie si accetta quanto specificato nella Informativa estesa cookie. Informativa estesa cookie | Accetta cookie