Gen 12
CHI SIAMO NOI? Di Maurizio Bonanni
Gen 12
Charlie Hebdo e Nigeria: l’ennesima gerarchia di martiri…di Alessandro Bertirotti
Gen 10
LA ROULETTE ISLAM, di Maurizio Bonanni
Gen 08
SIAMO TUTTI “CHARLIE”.. CHAPLIN? Di Maurizio Bonanni
Dic 20
Palermo. L’Uditore apre le porte la mattina del 25 dicembre per “Natale al parco”. Gare, cibo e concerto degli allievi VokalMusik Academy
Dic 16
I giovani professionisti e il miraggio della pensione…di Riccardo Cappello
Dic 14
UN NATALE SPECIALE, IN CASA CUPIELLO. Di Maurizio Bonanni
Dic 12
Come si combatte la corruzione? Nominando un’Authority! Di Riccardo Cappello
C’è una ragnatela di corpi intermedi che avviluppa il Paese emarginando chiunque non abbia una lobby a proteggerne gli interessi. Creata col pretesto di avvicinare le istituzioni ai cittadini, ne complica il rapporto per trarre profitto dalle disfunzioni. Gli eletti intrattengono rapporti solo con i protetti, ai quali i disperati, non avendo alcun rapporto con gli eletti, sono costretti ad affidare la gestione del proprio consenso. I protetti, quindi, sono grandi elettori, collettori di voti che vivono in quel mondo di mezzo in cui si sviluppa la corruzione. La quale è il portato delle modalità di acquisizione del consenso. Le leggi anticorruzione hanno un forte impatto emotivo ma non risolvono il problema anzi finiscono con il complicarlo. Una volta in presenza di una scandalo si nominava una Commissione oggi, invece, si crea un’Authority o un assessorato alla trasparenza cercando qualcuno che metta sul piatto la sua credibilità: crede di aiutare il Paese mentre aiuta chi è insediato al vertice a restarci. Finita l’emergenza, l’arma legislativa fa tornare tutto come prima. Il Parlamento non ha né la forza né l’interesse a disinquinare la palude tra pubblico e privato ed a definire in modo chiaro i confini tra politica e affari nelle cui intercapedini si annida la corruzione. Così, “fare pulizia” è uno slogan per prendere in giro gli italiani e l’interesse pubblico una definizione vuota utile solo a moralizzare comportamenti truffaldini. Chi, favorendo assunzioni e carriere, ha favorito gli appartenenti incompetenti, dovrebbe evitare di nominare anche l’usciere del più inutile dei ministeri. Tutte le nomine dovrebbero essere estratti a sorte da un elenco, come avveniva ad Atene ai tempi di Solone e come avviene per i giudici popolari. Il sorteggio offrirebbe molte più garanzie degli accordi tra partiti.
Di Riccardo Cappello, Il CappioDic 10
Palermo. La comunità scientifica e le associazioni ambientaliste contro le trivellazioni. Vincolare i Banchi del Canale di Sicilia per salvare un ecosistema unico al mondo
Palermo. Far diventare i Banchi del Canale di Sicilia patrimonio dell’umanità per salvare un ecosistema unico al mondo contro le trivellazioni e un devastante parco eolico. E’ questa la sintesi dell’incontro di studio che si è svolto presso la sede della Soprintendenza del Mare a Palermo a cui hanno preso parte docenti universitari, ricercatori ed esponenti di associazioni ambientaliste.
I Banchi sono ecosistemi di eccezionale valore ecologica e ambientale, ma a dispetto della loro importanza naturalistica, economica e culturale, sono oggetto d’iniziative incompatibili con la loro tutela e la conservazione del loro ruolo, che minacciano l’integrità di questo delicato e importante ecosistema.
Un’insensata corsa al cosiddetto oro nero, con le trivellazioni petrolifere in quel tratto di mare, mettono in pericolo zone di grande pregio marino esponendole al rischio d’inquinamento derivante dalle varie attività, sia durante la fase di ricerca che di sfruttamento, che produrrebbero danni di enorme portata per l’equilibrio ecosistemico dell’area e per l’integrità del suo patrimonio culturale.
Inoltre recentemente sono stati definiti progetti per realizzare nei Banchi del Canale di Sicilia “parchi eolici” che prevedono la realizzazione di centinaia di piloni, alti ognuno circa 60 metri e fissati su basamenti di cemento, difesi da imponenti opere di protezione e interconnessi tra loro da centinaia di chilometri di cavi e rispettiva centrale sui fondali collegata a quella di terra mediante cavi interrati. La realizzazione di queste opere deturperebbe irrimediabilmente la naturalità dei luoghi compromettendo irreversibilmente la loro biodiversità, la loro funzione ecologica e condannerebbe le specie e gli ecosistemi protetti che essi ospitano.
Il Canale di Sicilia possiede fondali tra i più importanti del globo terracqueo, poiché vi si trovano conservate le testimonianze della vita dell’uomo preistorico e un patrimonio immenso di civiltà costituito dagli innumerevoli relitti di ogni epoca e origine che sono l’emblema del forte carattere interculturale di quest’area che ne fa lo spazio di mare più ricco di storia di tutto il Mediterraneo.
La comunità scientifica e le associazioni ambientaliste chiedono in un documento che venga opposto il vincolo di interesse europeo nell’area e inoltre avviare un coinvolgimento dei paesi transfrontalieri interessati: Tunisia, Libia e Malta per un’azione più adeguata di tutela e salvaguardia.
Tra i firmatari del documento Franco Andaloro, Aurelio Angelini, Fabio Badalamenti, Michele Buffa, Stefano Donati, Giuseppe Giaccone, Antonio Mazzola, Giovanni Tumbiolo, Sebastiano Tusa, e per le Associazioni ambientaliste: WWF, SiciliAntica, Legambiente, ItaliaNostra, Gruppi Ricerca Ecologica, oltre a diverse amministrazioni di comuni rivieraschi.
Il documento vuole essere l’inizio di un percorso che non si concluderà fino a quando non verrà salvaguardato un ambiente dal valore inestimabile e che vede insieme comunità scientifica e movimenti civili, come è stato affermato durante l’incontro: una collettività che cerca di tutelare la propria terra.
Ecco il documento:
I Banchi del Canale di Sicilia
Il Canale di Sicilia è caratterizzato da una piattaforma continentale europea ristretta e da una piattaforma continentale africana molto estesa separate da un’ampia, ma moderatamente profonda, scarpata continentale. I numerosi bassifondi, detti anche secche o banchi, sorgono sia sulla piattaforma continentale europea sia su quella africana.
I più noti sono:
- Banco Avventura a circa 26 miglia dall’Isola di Favignana. Con cappello a 18 metri di profondità. Attualmente è anche luogo di ormeggio di una nutrita flotta da pesca tunisina che vi ancora tra una battuta di pesca e l’altra. Il banco sorge in acque internazionali.
- Banco Pantelleria a 21 miglia dall'omonima isola. Ha un cappello a 14 metri dalla superficie, che sorge su fondale pianeggiante ricco di vegetazione, e prosegue con lenta pendenza sino a 25-35 metri di profondità dalla quale inizia la caduta.
- Banco Skerki è equidistante dalle coste siciliane, sarde e tunisine ed è caratterizzato da una biodiversità ricchissima di pesci, invertebrati e vegetali; secondo alcuni autori potrebbe essere un’area di riproduzione mediterranea dello squalo bianco, di cui sono stati avvistati anche giovanili. Il Banco risale da circa 200 metri di profondità fino ad arrivare a pochi centimetri dalla superficie in un punto noto, per questo, ai pescatori come zero e segnalato sulle carte nautiche come Scoglio Keith. Il Banco, però, è molto vasto, misurando 18 chilometri di lunghezza con molti altri cappelli più profondi.
- Banco Talbot si trova a 38 miglia da Skerki, in direzione sud-est, troviamo un fondo piatto, anche questo d'origine vulcanica. Tutto intorno la secca degrada con lunghe creste parallele fra loro. Particolarmente ricca la parte vegetale caratterizzata da posidonia e laminarie.
- Banco Terribile sorge tra Sciacca e Pantelleria; la sua sommità si trova a circa 20 metri di profondità. Con il banco Graham e Nerita, costituisce un ampio rilievo sottomarino a forma d’irregolare ferro di cavallo aperto verso Nord-ovest, che si innalza sul pavimento marino profondo, da 250 a 500 metri circa, dominando la piattaforma continentale siciliana prospiciente Sciacca.
- Banco Graham è composto da diversi cappelli e pinnacoli associati, la parte più nota è Ferdinandea, sorta tra Pantelleria e Sciacca, nel 1831, che, dalla sua nascita alla sua scomparsa, fu seguita e studiata dai più illustri scienziati dell'epoca. Adesso si ritiene che quello che resta dell'Isola, sia un cono vulcanico nella parte sud-est del banco Graham, con una base ampia circa 500 metri che arriva a circa 9 metri dalla superficie.
Vi sono altri banchi meno famosi nello Stretto di Sicilia, noti ai pescatori, ai biologi, ai geologi e agli oceanografi marini per il loro ruolo ecologico nell’ecosistema del mediterraneo centrale, alcuni di questi sono: Tetide, Anfitrite, Galatea, Nerita, Cimotoe, Birsa, Alcil, El Baobuch, Pinne Marine, Alga, Nameless, Madrepore.
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Dic 10
La Vita che ti diedi, di Maurizio Bonanni
C'è una vita oltre la vita? Nel dramma pirandelliano "La Vita che ti diedi", la risposta è annegata nell'ateismo disperato di colui che non crede, ma vede, nella forza traslazionale dell'immaginario della Mente, quella stessa eternità che intende negare. Al Teatro Quirino di Roma va in scena, fino al 21 dicembre, una delle più amletiche e freudiane opere di Pirandello, per la regia di Marco Bernardi, che dirige Patrizia Milani (una convincente e affascinante interprete della protagonista, Donna Anna Luna) e Carlo Simoni (perfetto, nel ruolo di Don Giorgio), della compagnia del Teatro Stabile di Bolzano.