Nov 24
Porto Tremestieri, Coltraro (SD): ” Occasione di rinascita per Messina, ci si rimbocchi le maniche ed evitare lungaggini”
Nov 24
Autismo dilagante in provincia di Siracusa: Coltraro (SD) “Bisogna strutturare e convenzionare interventi collaterali a quelli medici, istituendo un registro dei soggetti affetti dal disturbo e indirizzare la ricerca per garantire autonomia personale presente e futura a questi ragazzi”
Nov 23
Nubifragio a Licata – Vincenzo Fontana: “I 30 milioni stanziati sono fondamentali per una risposta concreta alla città”
Nov 23
Corrao M5S Eu. “Di Matteo isolato come Falcone da Stato e media”
Appello dell’eurodeputato siciliano in aula a Strasburgo: “Lo Stato italiano ha paura di processare sé stesso, il magistrato più in pericolo d’Europa ignorato da istituzioni”
Strasburgo (FR) 22 novembre 2016 – “A livello europeo occorre che le istituzioni degli Stati membri si interessino organicamente del fenomeno mafioso. In Italia il PM Nino DI Matteo, che peraltro è il più in pericolo d’Europa, subisce lo stesso isolamento che ebbe Falcone. Faccio appello ai deputati del Parlamento Europeo a visionare il documentario che riguarda l’attività del PM siciliano redatto da Al Jazeera”.
L’appello è dell’europarlamentare M5S Ignazio Corrao che le scorse ore, intervenendo nella seduta plenaria di Strasburgo, ha approfittato del minuto a disposizione per questioni di rilevanza internazionale, per portare alla ribalta delle istituzioni europee il caso del PM siciliano Nino Di Matteo. Continua a leggere
Nov 21
Legge di bilancio. Silvestrini: “Per la prima volta diamo un parere positivo. Ma possibili altri miglioramenti”
E’ forse la “prima volta che la CNA dà un parere positivo alla legge di bilancio del governo”. Così il Segretario generale CNA, Sergio Silvestrini, intervenendo a Palermo, all’Assemblea di CNA Sicilia, in occasione dei 70 anni dalla nascita della Confederazione. Continua a leggere
Nov 05
Disabili, non stupidi! Di Vanessa Seffer

In Italia secondo il Censis abbiamo 4,1 milioni di disabili, fra cui quelli molto gravi, intesi come malati di Alzheimer, Parkinson, Sla, terminali e tetraplegici allo stadio terminale. Fin quando questi pazienti si trovano in carrozzina non sempre hanno problemi legati al retto e alla vescica; queste problematiche subentrano talvolta nella parte finale della malattia oppure nella tetraplegia. I pazienti tetraplegici necessitano di assistenza costante, in quanto quasi totalmente non-autosufficienti negli spostamenti, nell’alimentazione, nel vestirsi e nell’espletare i bisogni fisiologici. Talvolta complicanze respiratorie rendono precaria la salute generale. La differenza su cui vogliamo soffermarci è essenzialmente economica e la fa non tanto l’assistenza, quanto il problema legato allo svuotamento del retto e della vescica in modo manuale.
Ne abbiamo voluto parlare con Valentina Valenti (nella foto), 46 anni e tetraplegica da quando ne aveva 18, a causa di una capriola mal eseguita nell’ora di educazione fisica, il secondo giorno di scuola dell’ultimo anno di liceo. Da quel momento la vita di una bella ragazza, che sfilava a Roma per i più grandi stilisti, è cambiata drasticamente. Valentina non ha mai smesso di lottare in tutti questi anni. Ha raccontato recentemente in tivù della sua situazione e di quelle persone che non hanno più l’uso delle gambe, delle mani e che non sentono nemmeno il naturale stimolo per andare in bagno. Non è oggetto di preoccupazione per i più e per la politica, ma intanto a causa dei disagi enormi e delle difficoltà economiche di queste persone, abbiamo tanti morti ogni anno.
Nel giro di poche ore il video, postato sul web, ha avuto oltre 43mila visualizzazioni e subito dopo è stato misteriosamente censurato. Per questo ha scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che a breve la riceverà. “Ogni disabile come me – dice Valentina – deve essere messo in condizione di pagarsi le tre persone necessarie per una dignitosa sopravvivenza, che consentano di uscire di casa, cosa per nulla comoda, e di gestire la pulizia, l’igiene e tutte le funzioni organiche”.
I mielolesi, cioè coloro che hanno lesioni del midollo spinale, devono essere cateterizzati o svuotati manualmente ogni 4/6 ore. In Italia ci sono circa 200mila persone in questa situazione, che hanno necessità dell’evacuazione sfinterica o del catetere ad intermittenza (per la vescica) o dello svuotamento manuale rettale (per le feci), quest’ultimo sulla carta praticato dai medici chirurghi, quando invece sono gli stessi infermieri a provvedere.
“Basterebbe un decreto legge che equiparasse le due cose – continua Valentina – per far svolgere entrambe le attività agli infermieri, anche perché negli ospedali fanno tutto loro. La manovra costa 320 euro (230 euro più Iva) se il medico chirurgo fa lo svuotamento manuale rettale. Se chiami un infermiere a casa costa 50 euro ogni volta. Come si può risolvere questo problema se non hai 5mila euro al mese? Con questa somma si possono pagare tre persone messe in regola, che sono il minimo vitale garantito”.
Il vero perno del Welfare è la famiglia, sulla quale ricade tutta la responsabilità e il peso dell’assistenza e della cura della persona con disabilità. La situazione si aggrava in età adulta.
“I disabili adulti rimangono in carico alla responsabilità delle loro famiglie – si legge nel comunicato del Censis – con sostegni istituzionali limitati, focalizzati quasi esclusivamente sul supporto economico”.
Nel desolante panorama fin qui illustrato, non si è ancora accennato alla principale preoccupazione delle famiglie, ovvero quella per il futuro dei loro figli con disabilità, una volta che loro non potranno più prendersene cura o non ci saranno più. “Nel tempo – spiega il Censis – aumenta il senso di abbandono delle famiglie e cresce la quota di quelle che lamentano di non poter contare sull’aiuto di nessuno pensando alla prospettiva di vita futura dei propri figli disabili”.
Qui interviene il disegno di legge “Dopo di noi” nella Legge di stabilità, del 17 settembre 2016: Renzi ha stanziato 180 milioni di euro per i disabili per i prossimi 3 anni: 90milioni nel 2016, 38,3 milioni nel 2017 e 56,1 milioni per il 2018. Con la Legge 81 nessuno ti porta fuori con 3 persone.
Con 180 milioni si copre solo quanto si dice nella Legge 81 per la mobilità, secondo cui in caso di malattia grave bisogna avere almeno due persone sempre, e messe in regola. I 90 milioni del primo anno coprono solamente 18mila persone disabili su 200mila a 5mila euro al mese, se i soldi vengono distribuiti con questo criterio. Prima però non c’era neanche questo.
Un consiglio per una politica seria sull’immigrazione: si spendono 3 miliardi per accogliere gli immigrati. Fra queste persone che arrivano ci saranno pure infermieri o persone che vogliono studiare per diventarlo!
“Sarebbe un’idea formarli, poi dare loro un lavoro, così se vengono in Italia per lavorare li teniamo, altrimenti nemmeno ci vengono se sanno che dovranno lavorare per restare – pensa Valentina Valenti – io sono un progetto di riforma che non è ancora stato fatto. La politica deve riconoscere che è ha fatto un tragico errore; i soldi ci sono e le cooperative i soldi li prendono. Anziché dare appalti, subappalti, e poi pagare un romeno 4 euro l’ora, si faccia tutto regolarmente sin dalla fonte, mettendo tutti in regola e i soldi ci saranno per tutto e tutti. Anche mia madre è disabile secondo l’articolo 3 comma 3 – continua Valentina – è diabetica, cardiopatica, obesa, quando si lava fa fatica, ma è autonoma nelle sue funzioni, pertanto non si può dare lo stesso tipo di invalidità. Lei ha le mani, le usa. Io ho bisogno di una persona per grattarmi, per tagliarmi le unghie, per bere e mangiare, per fare una passeggiata e soprattutto per espletare i miei bisogni organici”. Non è già semplice la vita quando riesci a non morire da giovane, pensiamo a cosa significhi vivere per Valentina e gli altri 200mila come lei. Può succedere a tutti.
@vanessaseffer
Nov 04
Contro i ladri di Speranza” come la Chiesa resiste alle mafie. Di Pasquale Hamel

Un breve ma denso saggio quello di Massimo Naro dal titolo provocatorio, “Contro i ladri di Speranza”, ed un sottotitolo, “come la Chiesa resiste alle mafie”, che ne rivela il contenuto, pubblicato nella prestigiosa collana Lampi, delle edizioni Dehoniane, che ospita riflessioni di personaggi del livello di Zygmunt Bauman, Gianfranco Ravasi e Luigino Bruni, per citarne i più noti. Un saggio denso di riferimenti bibliografici e corredato da note puntuali per affrontare un tema di grande attualità, cioè l’atteggiamento della Chiesa nei confronti della mafia. Naro, fine teologo e studioso di storia della Cristianesimo, non ha riserve a confermare che la Chiesa, nel passato, è stata troppo a lungo silenziosa di fronte al fenomeno mafioso perdendo l’occasione di svolgere la sua missione profetica. Sul perché di questo silenzio, dà anche una risposta possibile. Quel silenzio sarebbe stato anche provocato dall’estraneità del mondo cattolico rispetto allo stato unitario, un’estraneità consumatasi a partire dal processo di unificazione nazionale che, come molte letture confermano, si è in parte sviluppato contro la Chiesa. Quel lungo silenzio però, è stato rotto da tempo: i tre ultimi pontefici, e ancor prima vescovi come Salvatore Pappalardo, non hanno infatti avuto dubbi né hanno esitato a condannare la mafia.
D’altra parte, ed è il secondo tema che anima il saggio, per Naro, per la Chiesa denunciare la mafia non significa compiere un atto rivoluzionario ma, piuttosto, ritornare al Vangelo, cioè alla norma. La parola evangelica non ha, infatti, nulla a che fare con la cultura mafiosa, l’Evangelo è amore, pace e misericordia proprio l’opposto del messaggio mafioso.
La Chiesa è per questo, dunque, legittimata a svolgere un ruolo di pedagogia antimafiosa, ma lo deve fare tenendo conto della testimonianza della parola evangelica operando, in questo senso, con la semplicità e con la passione che hanno contraddistinto il magistero di uomini di chiesa come don Pino Puglisi. Proprio partendo da questa convinzione, l’autore considera fuori luogo che, nel porsi di fronte al fenomeno criminale, la Chiesa e gli uomini di Chiesa adottino linguaggi impropri dimenticando che esiste un linguaggio “peculiare” la cui fonte è appunto l’incompatibilità della parola evangelica con la cultura della morte di cui la mafia è portatrice.
La Chiesa e gli uomini di Chiesa di fronte alla devastante disumanità della mafia,e qui viene fuori il terzo argomento, preso atto che “le mafie sono disumane e perciò incompatibili non solo con ‘la vita religiosa’ ma anche con ‘l’essere umano in quanto tale’”, farsi promotori di un nuovo umanesimo, che significa non certo promozione dell’uomo “ripiegato su di sé”, preoccupato solo di sé, ma un uomo che si apre all’altro, che si preoccupa per l’altro. Ed allora?
Certo al centro dell’impegno deve esserci la resistenza ecclesiale contro la disumanità della mafia ma “nella misura in cui impegna a vivere la conversione e non soltanto a predicarla, è anche consegna di sé, disponibilità ad arrendersi a Dio”. Proprio questo fa, a detta di Naro, la resistenza cristiana alle mafie del tutto peculiare. Il libro è stato presentato a Palermo da Salvatore Taormina e da Giovanbattista Tona e moderato da Alessandra Turrisi.
Di Pasquale Hamel
Nov 02
CROLLO CAVALCAVIA: L’AUTOTRASPORTO NON E’ IL RESPONSABILE DI TUTTI I MALI
Ago 10
MENINGITE DIGITALE, di Maurizio Bonanni
contagiosa. Ne sono afflitti permanentemente i social e i talk televisivi nazionali ma,
mai come in questi giorni di caldo, divampano fiamme altissime per argomenti del tipo:
epiteto di cicciottelle costato il posto al collega che ne ha fatto un titolo -per me
affettuoso- di un giornale sportivo per indicare le nostre arciere in gara alle Olimpiadi;
immigrazione che ci sommerge e travolge; le dichiarazioni di M.E. Boschi sul popolo
che non capisce nulla delle questioni elette. Bene. Partiamo dall’argomento più banale.
A proposito delle atlete italiane: Pallocchette sarebbe più friendly? Volete una mia
previsione facile-facile? Per la legge della ormai ben nota Finestra di Overton, tra poco
ci sarà lo shift catastrofico che vedrà un popolo inferocito considerare il politically
correct alla stregua degli ebrei sotto il nazismo, o degli omosessuali nei regimi islamici..
Spero di vederla questa catastrofe dei buonisti a prescindere!
Qualcuno ritiene davvero che sia giusta la sanzione comminata al collega? E
perché, di grazia? Vogliamo, per caso, fare una statistica (con decine di migliaia di
esempi, solo per i titolisti italiani) della roba (spesso robaccia) politically uncorrrect
pubblicata sulla stampa italiana e non solo? Se avessimo applicato questo metodo
censoreo a suo tempo e nei casi citati avremmo chiuso tutti i giornali, alla Erdogan..
Altro argomento di fuoco: come si controllano i flussi di disperati che arrivano sempre
più numerosi in barconi fatiscenti sulle nostre coste? Lasciandoli affondare in massa
nelle acque più o meno territoriali libiche? Di chi la colpa per aver dato la convinzione
di un’accoglienza facile e indiscriminata a tutti coloro che fuggono da aree di crisi?
L’Europa non c’entra nulla in questo? Lasciamo stare il Vaticano, che difende
legittimamente i suoi valori millenari dell’accoglienza ai diseredati. Chi ha sottoscritto
gli accordi per cui navi da guerra impiegate per il soccorso ai naufraghi, battenti
bandiera diversa dalla nostra, accompagnano sulle coste italiane tutte le persone salvate?
Se non sbaglio, per il diritto internazionale, quegli scafi sono territorio delle Nazioni
interessate che, tra l’altro, aderiscono a Dublino 3.
Quindi, i migranti che imbarcano avrebbero tutto il diritto di sottoporre domanda
d’asilo presso i loro consolati! Volete che adottiamo severe politiche di respingimento
alla.. australiana, così ci cacciano, in un colpo solo, dalla Ue, da Shengen e dall’Euro? O
preferite contrabbandarli tutti a Erdogan i nostri migranti economici, promettendo al
sultano 1/3 di quello che oggi spendiamo annualmente per mantenerli, dato che lui sarà
contento di una simile manna? Raddoppio la provocazione presente sui social e non
solo: anche i nostri poveri migranti puzzavano agli inizi del 900, messi in quarantena
nei porti di arrivo statunitensi. Ma, noi europei siamo stati i fondatori, la carne e il
sangue degli Usa: condividevamo valori comuni e volevamo rispettare le loro regole,
per creare ulteriore ricchezza e beneficiare dei futuri dividendi! Queste e non altre sono
le differenze fondamentali tra ieri e oggi con i migranti di fede musulmana,
antimodernista e che non fa nessuna differenza tra Religione e Stato, tra Dio e Cesare!
Rimedi? Fare capire fino in fondo a tutti i candidati a questa immigrazione senza
speranza che da noi non ci sarà mai pane, lavoro e posto per tutti! Però, poi, bisogna
aiutare l’Africa continentale e mediterranea a uscire dalla feroce crisi attuale umanitaria,
di cui non pochi membri autorevoli della Ue e di Oltre Atlantico sono responsabili!