Quando la crisi morde gli avvocati che hanno già una clientela ed i vertici che hanno la visibilità per acquisirla ostacolano l’attività dei giovani che potrebbero insidiargliela. Così gli ordini, hanno imposto una riforma che, sostituendo la vecchia normativa (art. 7, D.Lgs. Lgt. 23-11-1944, n. 382) secondo cui potevano fissare una tassa annuale “entro i limiti strettamente necessari a coprire le spese dell’ordine”, con l’art. 29 della legge 247/2012 che, incrementando le attribuzioni, da mano libera nel determinare la misura della tassa di iscrizione. La quale, quindi, è un’arma che i Consigli possono usare per ridurre il numero dei concorrenti, e già lo fanno, sospendendo «coloro che non hanno versato il contributo annuale e che potranno riprendere l’attività solo dopo aver corrisposto “il pedaggio”. Il provvedimento, quindi, incide sui procedimenti in corso, rende difficili i rapporti con la clientela e limita il diritto al lavoro che dovrebbe essere costituzionalmente garantito. Se l’esercizio professionale è legato al versamento di un contributo, deve ritenersi che l’avvocato non è un lavoratore e che i suoi diritti non possano essere rivendicati avanti ad un magistrato terzo ma siano nelle mani della consorteria. È un meccanismo molto discutibile sulla cui costituzionalità sarebbe ormai necessario far pronunciare la Corte. Infatti, come ribadito nella decisione Tar Lazio 1.07.2015, “Nella ormai consolidata giurisprudenza comunitaria (Corte di giustizia 18.07.2013, C-136/12) e del giudice amministrativo nazionale (Tar Lazio, sez. VI, 1.04.2015, n. 4943; id.16.02. 2015, n. 2688), sono ormai considerate “imprese”, ai fini specifici della tutela della libera concorrenza, anche gli esercenti le professioni intellettuali che offrono sul mercato, dietro corrispettivo, prestazioni suscettibili di valutazione economica (Tar Lazio, sez. I, 11.06.2014, n. 8349; id. 25.02.2011, n. 1757; id. 17.05.2006, n. 3543 e 3.09.2004, n. 8368). Ne consegue la qualificabilità di “associazioni di imprese”, degli Ordini professionali (Cons. Stato, sez. VI, 22.01.2015, n. 238; Cons. St., sez. VI, 9.03.2007, n. 1099, Tar Lazio, sez. I, 11.03.2005, n. 1809). Quindi,l’esercizio professionale non può essere subordinato all’iscrizione all’associazione di categoria così come per avviare un’attività imprenditoriale non è necessario iscriversi a Confindustria. Riusciranno i conigli a diventare leoni ?
Set 11
“QUOTE” O.. “ALIQUOTE”? Di Maurizio Bonanni
Junker dà i numeri. Anche se è vero che lo fa con.. “formula piena” (vedi scrittura matematica bruxelloise per la suddivisione dei profughi). Ovviamente, sul metodo e sulla sostanza esplode mezza Europa (per ora all’Est) in dissenso. Parafrasando Don Abbondio, “se uno il carisma non ce l’ha, non se lo può dare”. E Junker è solo un pavido esecutore della volontà espressa da Berlino-Francoforte, il vero boa costrictor delle politiche europee. Però, veniamo un po’ a noi. Continua a leggere
Set 10
IL SENATO? COSA LORO. Di Maurizio Bonanni
SPQR, o semplici puntini di sospensione? Sì, perché a me sembra che l’impuntatura di (Lo)Renzi il “Magnifico” sul Senato sia un po’ tutta “cosa loro” (del Pd e dei guelfi e ghibellini interni), piuttosto che una questione di sovranità popolare. Vi scandalizza Vespa? Ma non altrettanto i boss mafiosi pentiti, che avevano confessato decine di feroci omicidi, quando venivano ascoltati come testimoni nei processi mediatici di sinistra contro lo Stato (presunto) colluso!? Continua a leggere
Set 07
IMMIGRAZIONE: I BUONI E I CATTIVI. Di Maurizio Bonanni
A proposito di immigrazione: chi sta nella colonna dei “Buoni”? E chi, invece, in quella dei “Cattivi”? Ma, soprattutto, di quale nazionalità è la “Maestra”? Tedesca, a quanto pare… Qui la faccenda è molto seria, anche perché è realmente in gioco il futuro del Vecchio Continente. Accade in epoche tragiche (di recente, il nazifascismo e lo stalinismo) che non si sia stati Noi stessi a scegliere il nemico, ma esattamente il contrario. Continua a leggere
Set 02
E ora datemi pure del matto. Di Alessandro Bertirotti
È tutta questione di… civiltá.
Quasi mai scrivo in riferimento a temi caldi che i media utilizzano per i loro scopi e per asservimento ai partiti (certo, preferirei l’asservimento alla politica ma quest’ultima non è di casa nella nostra nazione da parecchi anni, almeno dopo la Prima Repubblica).
Eppure questa volta, anche stimolato dai vostri commenti pervenuti durante questo mese di agosto, il tema che scelgo di proporvi per riprendere dopo l’interruzione estiva è addirittura caldissimo. Parlerò, infatti, delle persone che muoiono attraversando zone di guerra, Paesi ostili e il mare su improbabili imbarcazioni, alla ricerca di pace e futuro.
Tutti i media del mondo li chiamano con un termine solo linguisticamente appropriato: migranti.
Ma perché non chiamarli, come suggerisce l’emittente internazionale Aljazeera, con una parola molto piú semplice: persone? Credete che qualche media italiano avrebbe mai il coraggio di proporre un’iniziativa di questo genere?
Sono fermamente convinto – e l’ho ribadito durante un meeting internazionale, alla presenza anche di rappresentanti del governo turco – che nel prossimo futuro nel mondo non esisteranno più le nazioni come ora le vediamo, ossia con confini e leggi nazionali. Stiamo andando incontro ad una gestione mondiale dell’Umanità, e senza neanche saperlo stiamo esattamente decidendo quali saranno i termini di riferimento di questa politica globale.
Allo stato attuale quello che vedo è un mondo in cui non si parla più di persone, ossia esseri umani dotati di corpo, di mente e soprattutto di dignità. “Loro” sono tutti, indistintamente e collettivamente, solo migranti. Bene, io credo che se non riusciamo a porgere la minima attenzione alle sofferenze e ai dolori che si nascondo dietro gli occhi di altri esseri umani significa che abbiamo perso il contenuto e il valore che attribuiamo anche a noi stessi.
Che differenza esiste tra noi, persone che ospitano, e “loro”, persone che migrano? Cosa ci fa pensare che “loro” siano carne da macello, che, nell’indifferenza quasi totale, annegano con le loro speranze e i loro sogni, nelle acque del nostro meraviglioso e contraddittorio Mediterraneo?
So bene che quello che sto per dire farà inorridire molti di voi, miei cari lettori: sono convinto che solo quando apriremo le frontiere in un regime di reciproca corresponsabilità mondiale potremo verificare quanto lavoro ci sia veramente per tutti e non solo per gli eletti che mangiano a scapito di altri, quelli che muoiono di fame e di disperazione.
Sarà senza dubbio una guerra di tutti contro tutti, ma lo sarà comunque se non smetteremo di operare queste differenze fra casa mia e quella altrui. E con questo non è detto che si debba procedere senza regole di convivenza. Ma se iniziassimo a pensare che siamo tutti esseri umani – e non solo alcuni mentre altri solo potenziali naufraghi – sarebbe già un importante passo avanti per definirci civili.
Di Alessandro Bertirotti, l’Antropologo della Mente
Set 01
Dopo 2 anni il consiglio comunale istituisce la consulta per la Pace, la Nonviolenza, i Diriitti Umani: soddisfazione delle associazioni proponenti
A due anni dalla presentazione della mozione d’indirizzo che ne auspicava l’istituzione, oggi – 10° giornata per la salvaguardia del Creato – il Consiglio Comunale approva ed istituisce la “Consulta per la Pace, i Diritti Umani, la Nonviolenza ed il Disarmo”. Continua a leggere
Ago 18
Ti racconto la politica N.1, di Giannantonio Spotorno
Il maggiore concime d’ogni cosa è il tempo; non è mai esistito, lo sai, un seme che sia diventato immediatamente albero. Un progetto è un progetto e capita che parta da un’idea e si avvii su un pezzo di carta. Sono certo che in tema di politica, il progetto che svolgeremo in queste pagine ci fornirà qualche utile conoscenza. Bene, proseguiamo con un semplice schema! Prendiamo un normale foglio di carta, posizioniamolo in verticale e tracciamo due linee parallele che corrono dall’alto verso il basso. Scriviamo la parola “Partito” sopra la prima linea e la parola “Istituzione” sopra la seconda. Ora, scegliamo di definire come “Sezione” il più piccolo livello territoriale di partito, e come “Comune” il più piccolo livello territoriale dell’istituzione. Sotto, di seguito, scriviamo “Sezione comunale” nella linea Partito e, di fianco, “Comune capoluogo”, nella linea Istituzione. Ancora sotto, scriviamo “Sezione provinciale” nella linea Partito e “Provincia” nell’altra. Proseguendo sempre a livelli paralleli, scriviamo adesso “Sezione regionale” nella linea Partito e “Regione” nella linea Istituzione. Bene, siamo arrivati a Roma! Scriviamo “Organi nazionali” nella linea Partito e “Senato, Parlamento, Governo, Enti”, nell’altra. Ecco, lo schema ti dice intanto che nelle varie porzioni di territorio esistono le strutture notoriamente pubbliche, ma anche le corrispondenti strutture di partito. Perché? Tra le due linee tracciate, quale conta di più? Esiste una terza linea non “visibile”?
di Giannantonio Spotorno
Ago 04
Concorrenza, Rc Auto e tutela dell’assicurato. Di Riccardo Cappello
Dopo una riforma, emanata nell’interesse degli automobilisti, nel 2010 i premi Rc auto sono aumentati del 25% per gli autoveicoli e di oltre il 35% per i motocicli. Ora contro le modifiche al ddl Concorrenza proposte dai relatori si scagliano le compagnie minacciando “un inevitabile aumento del prezzo delle polizze”. La Commissione giustizia della Camera, bocciando il Disegno di legge (9.07.2015), chiedeva lo stralcio degli articoli sullo sconto per chi installa la scatola nera il cui costo, a carico del cliente, non è ammortizzabile attraverso lo sconto sulle tariffe e l’eliminazione dell’obbligo di identificare i testimoni sul luogo dell’incidente. Sono le stesse previsioni già stralciate dal Decreto “Destinazione Italia” del governo Letta e riproposte in modo pedissequo da Renzi. Ci sarebbero, inoltre, sconti sull’Rc auto a fronte della rinuncia alla cessione del credito o a fronte del risarcimento in forma specifica, cioè se il danneggiato fa riparare il veicolo presso carrozzerie convenzionate con l’assicurazioni. Si tratta di un’evidente compressione delle facoltà contrattuali degli utenti in nome della lotta alle frodi. Infatti, la cessione del credito non ha alcun nesso con le frodi mentre l’obbligo di rivolgersi a esercizi convenzionati attribuirebbe, di fatto, all’assicuratore il controllo del mercato dell’autoriparazione creando un percorso privilegiato verso le imprese fiduciarie dell’assicuratore che metterebbe le imprese indipendenti fuori dal mercato limitando la capacità contrattuale nel settore. Inoltre, la nuova disciplina ridurrebbe l’ambito risarcitorio perché, ad esempio, sarebbero esclusi i danni morali e le sofferenze psicofisiche sarebbero liquidabili “solo se di particolare intensità” . Ma chi tutela gli assicurati ? Il presidente dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), all’Assemblea annuale dell’associazione delle imprese assicuratrici (ANIA) del primo luglio scorso ha affermato “La tutela dei consumatori e degli assicurati è affidata alle stesse compagnie assicuratrici”, le quali operano correttamente per conquistare la fiducia dei clienti senza la quale calerebbero i profitti e crescerebbe il contenzioso. Alla faccia del caciocavallo ! Direbbe Totò. E il governo che dice ?
Di Riccardo Cappello, Il Cappio
Lug 22
Ma perché i cervelli dovrebbero rientrare ? Di Riccardo Cappello
La pubblicità ingannevole è reato mentre sulla propaganda elettorale, che produce effetti più gravi, spesso si sorvola. Si vorrebbe una buona scuola, senza prospettive per chi la frequenta, si parla di cervelli che se rientrassero si troverebbero la strada ostruita dagli imbecilli ma, nel concreto, si prendono provvedimenti solo in funzione del consenso. Sarebbe, invece, importante che le autorità preposte, ammesso che trovino il coraggio, rispondessero su una vicenda che, anche se recente, è passata nel dimenticatoio. Sul Corriere della Sera del 26 marzo 2014, Sergio Rizzo riproduceva una lettera che il 21.03.2014, dodici autorità mondiali nelle discipline economiche (dal Premio Nobel per l’Economia nel 1993, Douglas North, al professore di Storia Economica alla London School of Economics, Stephen Broadberry, da Jeffrey Williamson, già capo del Dipartimento di Economia ad Harvard ai docenti della Oxford University Jane Humphries e Kevin O’Rourke) avevano inviato, al Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ed al Primo Ministro Matteo Renzi in cui affermavano “Ci lascia perplessi la bocciatura di alcuni candidati con un eccellente curriculum, di tre colleghi di grande valore (Mark Dincecco, della University of Michigan, Alessandro Nuvolari, dell’Università Sant’Anna di Pisa, e Giovanni Vecchi, dell’Università romana di or Vergata). Costoro sono ben noti fuori dall’Italia per le loro pubblicazioni, gli interventi a conferenze e seminari, gli articoli per importanti riviste e la collaborazione a progetti di ricerca internazionale…. A nessuno di questi tre è stato attribuito il titolo di professore di prima fascia e sarebbe un terribile peccato se ciò impedisse loro la completa realizzazione dei programmi di ricerca: la storia economica ne risulterebbe impoverita”. E proseguivano “mentre i tre colleghi di grande valore venivano esclusi, a superare l’esame erano i candidati con un curriculum di ricerca assai limitato in termini di pubblicazioni internazionali e questa non è la direzione verso cui la storia economica italiana deve andare se vuole garantirsi il posto che le spetta all’avanguardia della ricerca nel nostro campo”. Fra i considerati non idonei a ricoprire il ruolo di professore ordinario Dincecco è stato citato 211 volte, Vecchi 336 e Nuvolari 661. numeri ben superiori a quelli degli stessi membri della commissione esaminatrice, autori della bocciatura. Peraltro tre dei cinque componenti della commissione esaminatrice avevano meno di trenta citazioni ciascuno. Avvenimenti di questo genere, sui quali il Ministro dell’Istruzione non interviene, producono inevitabilmente un effetto dissuasivo in chi coltivasse la folle idea di rientrare in Italia rafforzando la convinzione che a prevalere saranno sempre i cretini ed i portatori di borse e di voti !
Di Riccardo Cappello, Il Cappio
Lug 01
SPEZZEREMO LE RENI ALLA GRECIA? Di Maurizio Bonanni
Come andrà a finire in Grecia, da lunedì 6 luglio 2015? Fin da ora, quello che si può dire è che la campagna referendaria -troppo breve e confusa, per la verità!- sarà fortemente divisiva, dato che il risultato non potrà mai essere un plebiscito a favore dell’una o dell’altra opzione. Ciò che sta accadendo, pertanto, è destinato a creare un forte discrimine politico-ideologico tra le due fazioni in lotta. In caso di vittoria dei sostenitori dell’euro (la prevalenza anche di stretta misura del “Sì”, in fondo, significa proprio questo, in quando corrisponderebbe alla volontà popolare “maggioritaria” di voler rimanere nell’area della moneta unica, a costo di lacrime e sangue e di ulteriori sacrifici!) sarà inevitabile un cambio di regime e, verosimilmente, il ricorso a elezioni anticipate, destinate a creare altre fortissime turbolenze sui mercati internazionali. Continua a leggere